L'attore Brandon Routh non assomiglia affatto a Dylan Dog; non c'è Groucho (problemi di diritti e copyright, pare) ma un altro persoanggio a far da spalla, un certo Marcus interpretato da Sam Huntington. Marcus è un personaggio venuto meglio del protagonista stesso, e intorno al fatto che ad un certo punto diventa uno zombi girano alcune delle gag meglio riuscite della storia. La committente che chiama il nostro eroe in azione è una certa Elizabeth (interpretata da un'attrice islandese), classica biondina che improvvisamente si mette a tirare mazzate. Gli attori comunque sono l'elemento migliore del film e si impegnano decentemente nel proprio ruolo.
Il regista Kevin Munroe si sforza, gettando qua e là riferimenti al fumetto italiano, di dare un contentino al pubblico che conosce l'eroe di carta nostrano (per quanto londinese), e c'è pure un vampiro di nome Sclavi, che per chi non lo sapesse è il creatore di Dylan Dog; esiste un certo humour e gusto per il paradossale nelle battute, ma se il titolo fosse stato
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La sceneggiatura è decisamente pessima, per quanto ci sia un certo ritmo e una sorpresa verso il finale. Azione a tutti i costi. Da un indizio o una rivelazione si va in questo o quel luogo dove, immancabilmente, c'è una scena movimentata con botte a volontà. Roba da videogame. L'ambientazione, in una New Orleans di lupi mannari e non morti vari nascosti nel sottobosco della città, è estremamente abusata e ritrita: questo è particolarmente doloroso perché il fumetto originale, sia pur criticabile per una certa abitudine di saccheggiare i classici e i grandi successi altrui, e chiamare questi saccheggi "citazioni," ha costruito un mondo enormemente variegato, con antagonisti ricorrenti e situazioni tipiche proprie. C'era proprio bisogno di farne l'ennesimo film di vampiri?
In definitiva, il film "in assoluto" non è completamente da buttare via, se avete visto la serie di Underworld, per esempio, vi potete vedere anche questo che ha il vantaggio di un minimo di spirito in più: ma è estremamente leggero e non lascia il segno in alcun modo. Però... dov'è Dylan Dog con la sua malinconica ironia e il suo gusto per il surreale? Non c'è. Il film italiano Dellamorte Dellamore (ben povero di trama e di mezzi, eppure carino) azzeccava molto di più lo spirito del nostro eroe, sebbene non si trattasse nemmeno di lui: cento volte meglio di questo film d'azione statunitense. Se consideriamo lo scempio che è stato fatto del fumetto originale c'è davvero da gridare vendetta.
2 commenti:
Già il fumetto mi dice poco, 'sto film sembra talmente brutto che mi faccio un favore ed evito di vederlo.
Sì, assolutamente, lascia stare... se poi non ti piace neanche il fumetto, poi, figuriamoci. Chi te lo fa fare?
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