giovedì 16 novembre 2023

I blog oggi

 L'ispirazione me l'ha data questo post di Cervello Bacato che affronta il tema: dopo che i social networks avevano spazzato via tutto e preso tutta l'attenzione, esiste oggi, di nuovo, uno spazio per i blog? Molti sono scomparsi, rimasti senza aggiornamenti o cancellati, mentre io continuavo a mantenere sulla mia pagina un riquadro con link morti (ora l'ho tolto); qualcuno è nato, e qualche blog come il mio, Mondi Immaginari, va avanti imperterrito da molti anni. Che i lettori siano tanti o pochi.

Esiste di nuovo uno spazio? Sono tornati i lettori? Per quanto riguarda me, posso dire questo: non ho mai avuto risultati eclatanti, né tantissimi commentatori per i miei post, salvo qualche miracolosa eccezione. Poi con l'esplosione dei social i risultati già modesti sono calati fino a scendere sotto il livello di guardia. Roba da domandarsi il classico "chi te lo fa fare." In tempi più recenti il blog si è risollevato, ma non mi pare tornato ai livelli del periodo migliore, che resta quello dei primi anni.

È vero che c'è forse una stanchezza da social (social tipo facebook tanto per intenderci).  Certi difetti, causa di questa stanchezza, li puoi trovare ovunque, ovviamente: clickbait e fesserie ottimizzate per acchiappare lettori possono rovinare la blogosfera così come rendono desolanti, sfiancanti gli spazi dei social, ma la maggior parte dei blogger non sta a questo gioco, e rende così possibile un discorso più ponderato, si spera più intelligente, anche se per pochi. Resta il fatto che l'utenza raggiunta non è enorme. E io vorrei arrivare a più persone, e le persone sono, ancora adesso, soprattutto sui social.

Quanto all'aspetto notato da Cervello Bacato, l'esistere di "comunità di blogger" e lo scambio di link e di commenti, non ci vedo niente di male. Se qualcuno commenta un mio post, ed è un blogger, è semplice cortesia andare a dare un'occhiata a quello che scrive lui (o lei). Spesso mi trovo di fronte a post su argomenti riguardo ai quali non ho nulla da dire, e mi riprometto magari di ripassare. Ma se c'è l'occasione di leggere un post e di fare un intervento, perché no?

Comunque sia, i blog sono una delle poche alternative sensate ai social, oggi come oggi, per rendere l'esperienza di "stare in rete" più significativa e meno insulsa.


8 commenti:

Davide CervelloBacato ha detto...

Felice che il mio post abbia ampliato la discussione.
Rispetto al mio post, aggiungo un elemento che mi è venuto in mente leggendo il tuo. Riguarda l'arrivare a più persone. Credo sia molto complicato raggiungere chi è fuori dalla blogosfera. L'unico strumento che negli anni ho pensato fosse ottimo a questo scopo era Google plus. In pratica un social che integrava direttamente i commenti e le interazioni che avvenivano sul social direttamente dentro ai singoli post del blog. Era un'idea furba, permetteva di costruire community anche ampie e di meglio raggiungere e fidelizzare nuove persone, soprattutto estranee a questo mondo. Purtroppo sappiamo com'è andata. Google plus è stato chiuso e chi aveva creduto nello strumento e aveva fatto l'integrazione col blog si è visto sparire un sacco di commenti e interazioni. Io infatti ho un paio d'anni di pubblicazione che sono vuoti. Un gran peccato insomma...
Non so se avremmo altre possibilità e sinceramente non mi affiderei più a strumenti "terzi". Questo sembrava promettente perché sia blogspot che g+ erano di Google.

M.T. ha detto...

Gli argomenti che avete sollevato sono stati affrontati più volte e per quelli che ricercano il seguito e non il contenuto, la risposta è semplice: occorre seguire la corrente, adattandosi a quello che va più per il momento. Questo è il diktat se si vuole essere visibili.
Personalmente, non mi sono adattato (e per questo sono nella tua stessa condizione), ma ho scritto quello di cui scrivere, senza fare calcoli, studi, o seguire il momento, e mi va bene così.
Dai social sono stato fuori. Uno, perché non era chiaro il modo di fare di chi li gestisce. Due, perché erano dispersivi, non davano approfondimenti, ed erano superficiali. Tre, perché erano per i più un modo per sfogarsi e scaricare **** sugli altri, disposti a tutto per attirare attenzione.
Ti segnalo questo video interessante sulla questione contenuti e seguiti: https://www.youtube.com/watch?v=OEAaXfWLdxs

MikiMoz ha detto...

Ciao!
Effettivamente i social, con la loro immediatezza, catturano sicuramente il pubblico.
Ma possono essere usati proprio per intercettare una platea più vasta per i nostri blog. Insomma, trova ad esempio i gruppi consono ai tuoi argomenti e pubblica lì le tue cose! 💪 Troverai persone che, non essendo blogger, non si aspettano qualcosa in cambio.
E qui veniamo all'altra parte del discorso: vero, non c'è niente di male, anche io amo esplorare la blogosfera e leggere certi spazi che sono come gioiellini, però alla lunga quel meccanismo del ricambio può diventare,suo malgrado, molto tossico... 🙃

Moz-

Bruno ha detto...

@ Davide: questa di Google Plus non la sapevo ed è un peccato che sia sparito prima ancora che io lo potessi usare. L'unica forse sta nel consigliare altri blog, o singoli post interessanti, senza preoccupazioni di ricevere una riconoscenza dal titolare, semplicemente in modo spontaneo. Dire: ho trovato questa cosa interessante su un blog, vlog, eccetera. Io lo faccio ogni tanto, come in questo caso. Forse bisogna imparare a farlo più spesso.

@ M.T. io sui social ci sono, anche per portare visitatori al blog e ai miei libri, ma ho spesso la "nausea da social network." Bello il video di Sommobuta.

@ MikiMoz: ma in effetti è così, le poche volte che qualche mio post ha fatto il botto è perché io o un altro lo abbiamo rilanciato su un social network... Per fare un esempio: anni fa il mio post sull'ultimo film di Capitan Harlock venne rilanciato dal sopra citato Sommobuta (che non aveva il tempo di vedere subito il film, ed evidentemente si fidava della mia recensione) e ottenne 1.300 visite in un giorno, perché Sommobuta ha una sua popolarità. Gridai al miracolo, fino a che lui non mi disse che lo aveva offerto al "suo" pubblico.
Quando al discorso del do ut des, se deve diventare pratica quotidiana lunga e faticosa, percepita come un "dovere" al fine di chissà quale obiettivo, può chiaramente essere un veleno. Incoraggio comunque la curiosità verso gli altri blog. Se ne scrivi uno, vuoi che la gente si interessi e legga e magari intervenga da te, perché non dovresti farlo tu sugli spazi altrui?

MikiMoz ha detto...

Buondì!
Guarda, penso tu possa addirittura ritenerti fortunato per la ricondivisione di un tuo post da parte di un "big", sai? Tendenzialmente chi ha un grosso nome (non parlo certo di Sommobuta, eh) non calcola molto il resto del mondo.
Sui blog: io per anni sono stato esploratore della blogosfera, ho amato fare rete e ho incoraggiato come potevo uno scambio disinteressato. Poi il meccanismo un po' si è inceppato, perché proprio quello che dici è diventato tossico: ossia, perché non dovremmo intervenire sugli spazi degli altri? Ecco era diventata una cosa innaturale, dove tutti comunque ci si aspettava lo scambio, perché GIUSTAMENTE tutti consideravano il proprio spazio al primo posto, in una comunità.
Io credo che invece bisogna pensare a progetti personali, sempre all'interno di una community.
Inoltre, prendi il mio caso: da qualche tempo non ho proprio più modo di navigare sui blog altrui, a fatica riesco a gestire il mio, visti i nuovi impegni editoriali. Dunque non avrei più pubblico se dovessi affidarmi ai soli bloggers, che arrivano anche per lo scambio... 🤔

Moz-

Bruno ha detto...

Proprio per questo bisogna cercare di avere una audience, di sgomitare e trovare attenzione, sia pure senza ridursi a sistemi da peracottari disperati (clickbait, titoli sensazionali, polemiche sanguinose, tematiche limite eccetera).
Avere uno spazio in cui ci si legge fra blogger? Meglio che niente ma mi pare un po' limitato. Cerchiamo di ottenere qualcosa di più.

MikiMoz ha detto...

Clickbaitismo, articoli simili o beceri come quello del video sono da condannare, spero sempre che siti o canali del genere non abbiano riscontro, specie se c'è gente che invece lavora bene e con serietà.
Sul pubblico, se vuoi ti faccio esempi personali concreti, ma penso che non possiamo limitarci a un'audience di soli blogger, dobbiamo appunto trovare un pubblico interessato alla nostra proposta. Non possono esserlo altri blogger, perché ognuno ha la propria nicchia che non corrisponde con la nostra, e al di là della curiosità e apertura mentale, penso che bisogna rivolgersi a chi ha le nostre stesse passioni.

Moz-

Bruno ha detto...


Sì, certo... però, oltre ad andare a cercare la famosa visibilità sui social, non saprei cosa consigliare al momento.