Da bravo ignorante, pensavo che la vita di van Gogh fosse stata un'esistenza da disperato, segnata dalla follia e dalla povertà. Ovviamente il disagio mentale questo pittore lo sperimentò, ma non fu né emarginato (sebbene solitario in certi periodi della vita), né povero, avendo alle spalle una famiglia della classe media che lo sosteneva.
E non era nemmeno isolato artisticamente. Le varie influenze e gli interessi di questo grande protagonista sono esplorati dalla mostra presentata al Mudec (Milano, via Tortona 12) dal titolo: Vincent van Gogh. Pittore Colto.
Dopo aver abbandonato le iniziali propensioni per una carriera ecclesiastica van Gogh si dedicò inizialmente a opere di carattere "sociale", ritraendo lavoratori manuali quali contadini e minatori, mostrandone le fatiche con immagini dai colori cupi e fatte di chiaroscuri.
Ma presto si spostò in Francia ed entrò in contatto con le avanguardie pittoriche e iniziò a sperimentare vari stili e vari usi del colore.
Prese spunti dallo stile di altri pittori, di cui la mostra porta degli esempi. Acquistò anche varie stampe giapponesi e ne fu fortemente impressionato.
Non ebbe però successo in vita, e la sua instabilità caratteriale lo tormentò continuamente.
Fino a che, ancor giovane (37 anni), pose fine alla propria esistenza sparandosi.
La mostra è aperta al pubblico fino al 28 gennaio dell'anno prossimo.
2 commenti:
Sono stato il mese scorso al museo a lui dedicato ad Amsterdam e devo dire che ne fanno un'ottima panoramica. Molto interessanti anche il rapporto con Gauguin, fatto di confronti ma anche di scontri (artistici e personali) e quello col fratello, suo grande amico e sostenitore.
Eh, il museo che hai visitato è quello dove sono tutte le opere primarie di Van Gogh, mentre nella mostra di Milano sono arrivate le tele del museo Kroller-Muller: qualcosa di celebre c'è, ma i capolavori più celebri sono nell'altro museo...
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