sabato 14 ottobre 2023

Non ho Sonno e La Terza Madre

 Dopo diciassette anni un serial killer ritorna ad uccidere. Peraltro, il principale sospettato, un nano, è già morto. E allora cosa sta succedendo? Così inizia Non ho Sonno, primo film di Dario Argento nel nuovo millennio, un giallo con venature decisamente horror. Anzi, il film comincia con una prostituta, Angela, che viene assassinata, ma questo è nello stile del regista. Oltre alla polizia, che come al solito brancola nel buio, un vecchio commissario in pensione si prende carico delle indagini: si tratta di Ulisse Moretti, interpretato dal celebre Max von Sydow. Assieme a Moretti anche il giovane Giacomo cerca di venire a capo del caso, poiché sua madre a suo tempo fu uccisa dal killer, lui presente per quanto impossibilitato a vederlo in volto chiaramente. Giacomo è interpretato da Stefano Dionisi (Il Partigiano Johnny).

In questo film Dario Argento ricicla un po' di elementi da precedenti produzioni (ad esempio l'uso di un manichino); crea delle valide scene d'azione all'inizio, con l'uccisione di Angela in treno ad esempio. Poi abbiamo una serie di alti e bassi, e la recitazione di diversi attori (italiani) non aiuta. L'assassino, pensandoci un po', si poteva ipotizzare; io però non sono riuscito a trarre le conclusioni giuste.

Del cast ricordo Chiara Caselli (My Own Private Idaho), Rossella Falk (8 e 1/2) e Gabriele Lavia, non nuovo alle produzioni di Dario Argento. Il mio giudizio personale: riuscite le scene di tensione e violenza, bravo Max von Sydow, molto meno bravi gli attori giovani, la trama così così. Pur essendo scettico su Dario Argento non posso dire che Non ho Sonno sia un brutto film.


Bruttissimo invece La Terza Madre (2007). Questo film torna al ciclo delle "tre madri" e lo conclude, dopo tanti anni: i precedenti erano Suspiria (1977) e Inferno (1980). La faccenda del libro maledetto in cui l'architetto Varelli confessava di aver costruito tre palazzi per tre potenti streghe viene recuperata solo alla fine e non c'è un luogo iconico, un bell'edificio d'epoca in cui si svolga la storia. Questo è un peccato perché la continuità con gli altri film viene piuttosto ridotta.

La Terza Madre ha avuto diversi rimaneggiamenti di sceneggiatura (in teoria una storia era pronta già alla conclusione di Inferno) e alla fine la vicenda prende il via da una antica cassa contenente degli oggetti magici, scoperta in un cimitero e inviata presso un museo per venire esaminata. Ne scaturiscono alcuni esseri diabolici che aggrediscono una studiosa e la uccidono sbudellandola (e qui si conclude la breve parte di Coralina Cataldi-Tassoni) mentre Sarah, interpretata da Asia Argento, riesce a fuggire.

Si scatena una specie di finimondo con episodi di violenza e distruzione di chiese per tutta Roma, mentre arrivano da tutto il mondo le streghe, caratterizzate da Dario Argento in modo da sembrare come tipe vestite in maniera strana che escono sghignazzando da un locale dove hanno bevuto troppo. Una di esse è la terza madre, la Mater Lacrimarum (Moran Atias) che nel film non farà praticamente niente di rilievo, salvo farsi riprendere con o senza una certa tunica magica mentre è circondata dai discepoli. Cosa rimane del personaggio? Sì, c'era una donna nuda da qualche parte... o poco più.

[da qui in avanti SPOILER molto importanti] Sarah si rende conto che una voce incorporea l'ha aiutata a fuggire dal museo. Cerca aiuto e diversi personaggi le svelano parti di verità e frammenti del suo passato (e generalmente muoiono poco dopo averlo fatto, perché gli esseri diabolici sono a caccia di Sarah e di chi la sta aiutando). In effetti la madre di Sarah era stata una specie di "strega bianca" ed è lei che l'aiuta nella lotta per salvare Roma dall'invasione del male. Dopo una quantità di scene di sangue e violenza, Sarah trova la casa maledetta, strappa la tunica magica dal corpo della Mater Lacrimarum, e il soffitto crolla ammazzando tutti i cattivi. Fine. Vi sembra una pessima trama? Lo è.

La presenza di attori blasonati come Udo Kier, Adam James, o la stessa Daria Nicolodi non risolleva le sorti della pellicola. A dimostrazione del fatto che se la storia non regge, buone interpretazioni attoriali non salvano la riuscita di un film.



2 commenti:

M.N.Blackbeard ha detto...

Aspettavo che arrivassi a recensire anche "La Terza Madre" prima di commentare qualcosa sui film di Dario Argento, questo perché ho visto unicamente Profondo Rosso e la trilogia delle tre madri.
Metterò alcuni pezzi sotto spoiler se mai qualcuno volesse vedersi i film e non sapere in anticipo i dettagli di alcune scene.

Che dire, condivido abbondantemente con i tuoi giudizi, gli unici un po' godibili sono Suspiria (l'ho visto parecchi anni fa, ricordo che non mi era dispiaciuto, ma a tratti mi era sembrato troppo lento) e Profondo Rosso (anche questo visto più di dieci anni fa e ricordo che c'erano state un paio di scene che mi avevano fatto ridere per la scelta di trama
[SPOILER: ricordo vagamente di un personaggio aggredito, mi sembra in bagno, che prima di morire scrive sul muro l'identità dell'assassino il cui nome viene tagliato dall'inquadratura per non svelarlo agli spettatori. Quel che mi sembrava sciocco è che se io fossi in punto di morte, coi secondi contati, scriverei solo il nome di chi mi ha aggredito, invece mi ricordo che la vittima scrisse una frase ben più lunga, tipo "E' stato ...". Ecco, questa cosa mi aveva fatto ridere e storcere il naso contemporaneamente. FINE SPOILER]

Di Inferno mi ricordo poco se non che non mi era piaciuto e che mi sembrava un'accozzaglia di cose venuta male.

La Terza Madre andai a vederlo al cinema con gli amici. Anche qui concordo pienamente con il fatto che la trama faceva pena e la conclusione della vicenda mi era sembrata davvero insulsa con...
[SPOILER: il personaggio di Asia Argento che strappa la veste alla strega (unico suo punto debole?!) sotto gli occhi di tutti e la brucia senza che nessuno dei cattivi (strega compresa) faccia niente per impedirglielo. Mi son detto "Boh, ma bastava davvero così poco?" FINE SPOILER]
Ricordo però che mi sbellicai dalle risate per l'assurdità dell'omicidio della donna del museo.
[ALTRO SPOILERONE: Se non mi sbaglio la poveretta viene pugnalata al ventre, gli infilano un attrezzo in gola che gli maciulla la bocca, la strozzano con le viscere, le cavano gli occhi e le infilzano una lancia nella vagina per poi spingerla con forza attraverso tutto il corpo fino a raggiungere il cervello e per tutto il tempo la vittima strilla e si dimena come se ricevesse solo delle semplici percosse. Ma come caspita è possibile? Ok che l'esagerazione dello splatter è un marchio di Dario Argento, ma la scena mi era sembrata così inverosimile da essere comico/grottesca. Penso che alla prima pugnalata una persona sarebbe morta o svenuta o quantomeno non sarebbe riuscita a strillare per tutto il tempo in quel modo (soprattutto dopo aver avuto la bocca maciullata) FINE SPOILER].

E niente, io personalmente credo che Dario Argento abbia avuto sempre delle grosse pecche come regista e sceneggiatore, incongruenze e dialoghi poco credibili ci sono sempre stati, solo che col tempo sono peggiorati. Sicuramente nelle pellicole di Profondo Rosso e Suspiria si vede un gran potenziale, ma anche lì difettucci non mancano e forse fra i due il più gustoso è solo Profondo Rosso.

In generale penso che "il genio dell'horror italiano" non sia poi questo gran genio, era partito quasi benino, poi ha proseguito così così ed è andato a peggiorare sempre più.

Bruno ha detto...


Per quanto riguarda la scena splatterosa della strega, concordo con le tue perplessità. Se vogliamo fare "quelli che contestualizzano," dobbiamo considerare che nel cinema di DA si inserisce frequentemente un elemento di surrealismo o "ipperreale", con il sangue rosso che più rosso non si può, o le teste mozzate che strabuzzano gli occhi ancora per qualche istante eccetera, sono scene in cui il film esce dal territorio del reale.

Al contrario, la razionalità e la logica spesso fanno difetto (per quanto a volte ci siano trame complesse, nei gialli). DA è diventato famoso per quei momenti che hanno colpito la fantasia, finché alla lunga non l'hanno colpita più...

Aggiungiamoci pure che il nostro eroe dei critici e del loro parere se ne è sempre fregato.