Per togliermi la curiosità riguardo alla storia di questo grande regista italiano ho recuperato diversi film della sua produzione, spendendoci dei soldi, e passando diverse ore a vedermeli. In parte, è stata una sofferenza, ma nei primi tempi Dario Argento ha prodotto dei film importanti. Non va, del resto, sottovalutato: è uno dei pochi nomi del nostro cinema ad aver avuto notorietà internazionale. Il suo stile, espresso nei vari film gialli e dell'orrore, si è segnalato per l'uso dei colori e dei movimenti della ripresa, con la creazione di atmosfere surreali, oniriche. Spesso l'uso in soggettiva della cinepresa (per dare la prospettiva della vittima, o quella dell'assassino, magari inquadrandone le mani guantate di nero, che erano di solito quello dello stesso regista).
Abile l'impiego della colonna sonora per sottolineare la tensione, costante l'uso di particolari scioccanti e di sangue in abbondanza. Avvalendosi anche di solidi professionisti per la fotografia e la musica (i Goblin, ovviamente), Dario Argento creava delle scene a cavallo tra realtà e fantasia, con una potenza espressiva particolare. Questi momenti dei suoi film sono i più importanti, e spesso meglio riusciti, rispetto al film visto come un tutt'uno. Un aspetto che personalmente non apprezzo, nel senso che un film lo concepisco nell'insieme, e non in una serie di videoclip, sia pure bellissimi.
L'impatto che Dario Argento ha avuto all'apice del suo successo, e l'influenza su altri registi, è comunque innegabile. Nei primi anni il regista ha perfezionato il suo stile, ma da allora, e per lungo tempo fino ad oggi, non ha saputo innovarlo, né ha creato delle trame migliori, spesso invece imitando se stesso o perdendosi in dei pastrocchi terribili. Perciò la storia di Dario Argento è quella di un forte successo iniziale, un apice mantenuto tra alti e bassi per qualche anno, e poi un declino che recentemente s'è concretizzato in film inguardabili. Mi concentro qui sui suoi film, o meglio sulle produzioni dove lui è il regista, evitando certi film a episodi (per non fare un post troppo lungo). Non parlerò nemmeno dei casi in cui si scosta dal suo principale campo di espressione, horror e giallo.
Non ho dedicato un post separato a L'Uccello dalle Piume di Cristallo (1970), che è il primo grande successo e forse il film "giallo all'italiana" per eccellenza. L'ho visto nella mia carrellata recente, ho notato le particolarità della regia di Dario Argento, anche se non sono rimasto particolarmente impressionato.
Nei film di questo periodo vedo a volte qualcosa di caratteristico e innovativo, ma talvolta anche caratteristiche da filmaccio all'italiana. In Quattro Mosche di Velluto Grigio (1971) non mancano personaggi ridotti al limite della macchietta (il postino terrorizzato dagli abitanti del palazzo, l'investigatore privato gay, il solitario interpretato da Bud Spencer, ecc...). La stessa cosa si può dire per Il Gatto a Nove Code del 1971 (il personaggio interpretato da Fangareggi, e il poliziotto che parla sempre di ricette). Entrambi sono "gialli" all'italiana, certo meglio di tanti altri del genere, sebbene parecchio datati.
Saltando una produzione "atipica" come Le Cinque Giornate, arriviamo quindi a Profondo Rosso (1975), grande successo horror, che si segnala anche per un'ottima prestazione di Daria Nicolodi. E poi viene Suspiria (1977). Questi due film sono l'apice della produzione di Dario Argento, trentasettenne all'epoca di Suspiria. Aveva macinato parecchio lavoro in diversi ruoli (come sceneggiatore, ad esempio) per arrivare fino a quel punto. Era però ancora giovane e poteva ben dire di aver avuto una gran bella carriera fino a quel momento.
Saltando alcune particolari collaborazioni, come quella per la produzione di Dawn of the Dead di Romero, arriviamo a Inferno del 1980, film che continua, non benissimo, la trilogia delle "tre madri" iniziata da Suspiria. Inferno parte bene (notevole la scena "subacquea" in cui la protagonista Rose scopre dei cadaveri negli scantinati del palazzo) ma il resto mi ha deluso un po'. Il vero guaio però fu la cattiva distribuzione negli USA da parte della Fox.
Dario Argento tornò al giallo con Tenebre (1982), film che può vantare una trama di una certa complessità e una risoluzione finale inaspettata (quanto meno per me), nonché certi tecnicismi di regia apprezzati dai critici. Anche qui come in Inferno abbiamo un compiacimento nella violenza e nelle uccisioni, nonché una presenza di scene di nudo e tematiche sessuali, che causarono interventi di censura e tagli. Tra le scene scabrose, il braccio mozzato a Veronica Lario (ex moglie di Silvio Berlusconi, come certamente sapete). Questi problemi costarono un altro flop (o mezzo flop) al nostro regista.
Nel 1985 esce Phenomena ed è a mio parere un punto di svolta, ma in negativo: il primo film di Dario Argento dove praticamente non ci sono pregi a bilanciare i difetti. Ho letto che in Italia il film comunque incassò bene, ma all'estero uscì in forma pesantemente tagliata e fu l'ultima volta che i distributori diedero credito al campione dell'horror italiano.
Questo non vuol dire che Dario Argento già da allora sia crollato. Opera (1987), uno dei suoi pochissimi film che io abbia visto al cinema all'epoca in cui uscì, fu anzi un successo critico, sebbene senza buona distribuzione internazionale. Saltiamo La Chiesa, Due Occhi Diabolici, La Setta, film che Dario argento non ha diretto o dove non era l'unico regista, per arrivare a Trauma, del 1993. Questo film fu girato negli Stati Uniti, con Asia Argento in un ruolo da protagonista. Non ha avuto un grande successo, e in effetti non è al livello della precedente produzione.
La Sindrome di Stendhal (1996), altro film che vidi al cinema ai tempi, è un altro film "abbastanza buono" ma non ottimo di Dario Argento, e si segnala per alcune scene d'effetto. Si arriva al disastro, a mio parere, con Il Fantasma dell'Opera del 1998. Un film senza capo né coda e con vere assurdità nella trama, massacrato dalla critica e non risollevato da un successo di pubblico. Forse Dario Argento avrebbe fatto bene a prepensionarsi a questo punto? Chissà. Ma non lo fece.
Non ho Sonno del 2001 è un ritorno al giallo, e, nonostante qualche parte recitata maluccio, a mio parere se non è buono non è neppure pessimo; anzi in Italia leggo (su Wikipedia) che gli incassi furono buoni. Come ho scritto nel post dedicato (vedi link precedente), la scena iniziale sul treno mi sembra realizzata veramente bene, come immagini e come tensione, ed è degna del Dario Argento dei vecchi tempi.
Qualche anno dopo però segue Il Cartaio (2004), storia di un criminale che rapisce vittime e gioca a carte la loro vita con la polizia (sul web). Ricordo una performance decente di Stefania Rocca (nei panni di una investigatrice) ma il film è noioso, ripete temi e scene già sfruttati a morte dal regista, e in generale non ha avuto una buona accoglienza. Considerate le spese, il film fece flop anche in Italia.
Il nuovo millennio si conferma pessimo per Dario Argento anche nel caso de La Terza Madre, del 2007. Una sceneggiatura scritta per completare la trilogia delle madri era pronta da tempo, ma la precedente linea narrativa viene stravolta per creare questo guazzabuglio in cui la trama non regge e vi sono momenti piuttosto ridicoli. La trilogia parte quindi bene con Suspiria, declina malamente con Inferno, e precipita nell'indecenza con questo film. Non mantiene nemmeno una vera continuità nelle tematiche.
Le cose non vanno meglio con Giallo (2009). Un brutto giallo, un film di serie B, in ritardo di decenni sui tempi. Non posso dire un gran che su Dracula 3D (2012), di cui ho solo visto alcune scene. Però mi sono bastate per non farmelo piacere, e le critiche parlano di un film stantio e senza vita. Ed è un peccato che l'ormai anziano Rutger Hauer, un attore per me mitico, vi abbia preso parte. L'ultimo film di Dario Argento, nel momento in cui scrivo, è Occhiali Neri (2022), un brutto film e un pesante flop.
Prima di una valutazione finale devo premettere che quasi tutti questi film li ho dovuti recuperare di recente, che non ho intenzione di tirarmela da specialista della critica, e che comunque non sono il tipo di spettatore che avrebbe potuto mai diventare un fan sfegatato di Dario Argento. Riconosco però dei momenti veramente belli, soprattutto nei suoi film horror dei primi tempi, all'epoca del successo. I punti di forza del regista sono quelli che ho elencato all'inizio del post. Per quanto riguarda i gialli, non mi sono sembrati allo stesso livello, ma sono comunque un cattivo giudice di questo genere.
Dario Argento ha sfondato per certe particolarità del suo modo di lavorare che hanno fatto di lui, per un certo tempo, un maestro dell'horror. Dagli anni '80 in poi, quindi veramente per un sacco di tempo, ha alternato prove buone ad altre decisamente modeste, per poi scadere decisamente negli ultimi tempi, a volte sfiorando il ridicolo. Si ripete, è spesso debole nelle trame, sembra sordo alle critiche, il che può essere magari un bene ma solo finché si ha successo.
E inoltre il cinema in tutti questi anni si è mosso, le novità che lui aveva saputo introdurre non sono più delle novità. Nel mentre, lui non è cambiato ma non è nemmeno rimasto al medesimo livello. Se i migliori film di Dario Argento uscissero oggi per la prima volta sarebbero superati, probabilmente non verrebbero apprezzati dal grande pubblico, ma sarebbero comunque dei discreti film. Tuttavia, dopo l'epoca dei successi, la sua arte è declinata. Non sembra, oggi, in grado di fare un film come Profondo Rosso o Suspiria. Per questo il mio giudizio è che forse a un certo punto avrebbe dovuto ritirarsi.
Le foto sono tratte da Io Donna e Il Sole24Ore
2 commenti:
Intanto complimentissimi per il coraggio, io dopo Opera non salvo più praticamente nulla di Argento, ma Giallo e Occhiali neri sono l'apice dell'imbarazzo. E' come se avesse non fosse più stato in grado, come dici, di bilanciare i pregi dei film precedenti con gli innegabili difetti, e si fosse ridotto ad abbracciare i toto gli ultimi...
Diciamo che dopo essermi preso "l'impegno" di guardare tutti i film horror e gialli di Dario Argento (escluso SOLO DUE che avevo già visto al cinema) mi sono presto reso conto di essermi imbarcato in un'impresa colossale.
Al di là del fatto che non sono il tipo che comunque potrebbe amarlo alla follia, se devo essere onesto a volte ci sono momenti buoni anche dopo i (pochi) bei film dei primissimi tempi. Ma con il passaggio del secolo DA è veramente andato giù in picchiata, ormai è anziano e decisamente dovrebbe ritirarsi.
Vedere gli ultimi film è stata proprio una fatica.
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