sabato 21 ottobre 2023

Giallo e Occhiali Neri

 Con questo post arriviamo ai film più recenti di Dario Argento da me visti, nella mia rassegna alla ricerca del Dario perduto. Per prima cosa parliamo di Giallo, del 2009, ambientato a Torino. È uno dei gialli sanguinolenti cui questo regista ci ha abituato. L'assassino è un tizio dai lineamenti rozzi e bruttissimi che si diverte a catturare giovani donne straniere bisognose di un taxi: una volta salite sul suo (finto) taxi queste donne vengono rapite, legate, torturate e uccise. Quando da solo, il nostro eroe si diverte a leggere pornografia e guardare sullo schermo del computer foto delle donne che uccide, mentre tiene un ciuccio in bocca (veramente). Se ve la sentite di sopportare le anticipazioni e tutto il resto, vi invito a procedere.

La giovane Linda, interpretata da Emmanuelle Seigner (Frantic), cerca disperatamente di interessare la polizia alla scomparsa di sua sorella Celine (interpretata da Elsa Pataky, attiva nella serie dei vari Fast & Furious). Così si appiccica a un poliziotto della omicidi, tale Enzo Avolfi. L'attore è Adrien Brody (La Sottile Linea Rossa) e la sua è forse la migliore interpretazione del film, sebbene il personaggio del poliziotto genio che lavora da solo, ma che tiene anche una grande colpa sulla coscienza (da ragazzino ha ammazzato qualcuno per farsi giustizia), non sia molto riuscito. In particolare, questa storia del passato di Enzo non ha grandi effetti sul resto del film.

Il fatto che Linda gli si attacchi come una cozza partecipando alle indagini e che nasca quasi del tenero fra loro mi ha lasciato molto perplesso. La maniera in cui incontrano per la prima volta l'assassino è peraltro abbastanza fortuita: una delle vittime fa in tempo a dire che lui è "giallo", Enzo va in ospedale a cercare di sapere i nomi chi si sottopone a trattamento per itterizia, e proprio in quel momento l'assassino è lì, intuisce di essere ricercato, si scompone e scappa di corsa. Diciamo che questa svolta nella trama presuppone un grandissimo colpo di fortuna.

Il nostro "Giallo" cattura Linda e si fa promettere aiuto per lasciare il paese in cambio della vita di Celine. Enzo riesce a intervenire e a farlo fuori; già, ma cosa succederà all'ostaggio? Enzo ha una teoria riguardante il posto dove Celine potrebbe essere tenuta prigioniera, ma la sua idea si rivela fallace.

Linda allora lo accusa per aver ucciso Giallo in nome di una stupida vendetta, perdendo la speranza di salvare sua sorella Celine. Enzo ritiene che comunque l'assassino non sarebbe stato ai patti, ma questo dissidio fra i due è insanabile e spezza il possibile amore. Nel frattempo, una guardia notturna casualmente scopre Celine imprigionata nel bagagliaio di una macchina. Fine del film.

Giallo è un filmaccio malriuscito, con l'unico pregio di avere come protagonisti attori stranieri che sanno recitare, mentre con gli attori italiani Dario Argento talvolta ha ottenuto prestazioni mediocri... anche sua figlia Asia magari non è pessima ma neanche così brava. La trama ha molte debolezze. Per cominciare, l'unica intuizione importante del film non viene a Enzo ma a Linda (giallo potrebbe indicare itterizia). Insomma il nostro grande detective non arriva su una cosa su cui potevo arrivare anche io, e non ci sono altre intuizioni che azzecca in questo film. Come ho già scritto anche il fatto che vada sui luoghi delle indagini e dei delitti portandosi dietro Linda, che non fa parte della polizia, è ridicolo. Infine, non si nota il gioco con i colori, la sensibilità nei movimenti di macchina e nelle inquadrature che caratterizzavano i primi film del regista. Giallo è un poliziesco anonimo, un film di serie B o peggio. Non so quanta responsabilità dare a Dario Argento per la sceneggiatura, visto che non l'ha scritta da solo; inoltre non è il produttore del film. Il disastro comunque rimane.

Voglio infine accennare a un'ultima cosa... Dario Argento, che nella sua filmografia propone spesso il tema della "diversità" con argomenti come devianza sessuale, malattie genetiche o deformità, lo fa talvolta con sensibilità, ma talvolta accolla il ruolo del cattivo a chi è fuori dalle norme. Questo film non è uno dei migliori esempi: in questo caso Giallo, che è stato un orfanello bullizzato fin da piccolo, è malato, scemo e brutto, ed è anche crudele e cattivo: un catastrofico rovesciamento del "kalòs kai agathòs" greco, ovvero della convinzione altrettanto superficiale che alla bellezza fisica si associasse anche dirittura morale. Qui siamo un po' al "butta il mostro in prima pagina," altro particolare rozzo del film. Davvero non ci siamo.


Passando al recente Occhiali Neri (2022), ultima fatica uscita al cinema (salvo omissioni da parte mia), abbiamo il classico serial killer di prostitute, e una di esse, Diana, che diventa una delle prede designate. Diana è interpretata da Ilenia Pastorelli (Lo Chiamavano Jeeg Robot), una attrice che alcuni considerano totalmente incompetente; io non voglio dare un giudizio così netto, ma anche in ambito italiano, dove siamo messi molto male, penso si possa trovare di meglio.

Diana, fuggendo in auto dall'assassino, viene tamponata dal suo furgone e va a sbattere contro l'auto di una famiglia cinese, uccidendo il padre, mandando la madre in coma, e lasciando quindi il bambino (nome: Chin, il cui interprete è assolutamente incapace di recitare) praticamente orfano. A sua volta Diana rimane quasi completamente cieca. Entra in ballo Rita (Asia Argento), una assistente sociale che aiuta Diana ad adattarsi alla sua nuova condizione e le procura anche un cane guida per ciechi. La ragazza per vivere dovrà comunque riprendere il suo lavoro di escort.

Parliamo un po' di assurdità e manchevolezze del film. La prima vittima che vediamo viene avvolta in un telo nero e sollevata da tre uomini che la portano a braccia verso... non si sa dove. Cos'è successo, la produzione non s'è ricordata di far venire un'ambulanza e una barella per quella scena? O pensava di risparmiare soldi? (Eh no, su queste cose non devi andare al risparmio, si notano troppo). Poco dopo, i poliziotti cercano di individuare l'assassino ripreso dalle telecamere della videosorveglianza, e uno di loro si lamenta del fatto che la sagoma non sia affatto identificabile per la scarsa qualità delle immagini. In effetti si vedono solo sagome confuse. Però un attimo dopo uno dei poliziotti esclama che hanno un indizio, potendo leggere il numero di targa. Ci mostrano immagini in cui a malapena si vedono le sagome, e poi si può leggere il numero di targa? Per dirne un'altra: Diana va a conoscere Chin nell'istituto in cui si trova e il bambino, che è un soggetto difficile, scappa e va a casa sua. Lei decide di non riportarlo indietro. Arriveranno i poliziotti a cercarlo e lei cerca di non farli entrare... ma la sera prima era a mangiare la pizza con il bambino e Rita, l'assistente sociale. Rita non si era chiesta cosa ci facesse un bambino con Diana? Forse se lo era chiesta, perché in una scena successiva Diana le conferma che non vuole consegnarlo alla polizia. Ma perché Rita ha accettato questi comportamenti illegali di Diana? Chi ce lo spiega? Aggiungiamoci pure la presenza di uno stagno che pullula di pericolosi serpenti, nella placida Italia.

Non sono uno di quelli che vanno a cercare gli errori col lanternino, chi fa quel lavoro con puntiglio ne trova molti più di me. Però questi (e non solo questi) mi sono saltati agli occhi, e messi insieme fanno cascare le braccia. In Occhiali Neri c'è qua e là qualche scena degna del caro vecchio Dario Argento, ma il film nel complesso è brutto, molto pesante. L'Italia, una volta feudo in cui il successo del regista persisteva, stavolta gli ha voltato le spalle. Secondo Wikipedia, Occhiali Neri ha incassato un decimo dei costi di produzione.



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