Di Francesco Dimitri, uno scrittore italiano del fantastico vero e convincente (ma credo che oggi sia stabilmente trasferito all'estero), ho letto qualcosa, rimanendo favorevolmente impressionato da Pan, apprezzando un po' meno Alice nel Paese della Vaporità, comunque sempre una storia interessante... e poi niente per oltre 10 anni. Ho interrotto questa pausa con L'Età Sottile. Una storia fantasy relativamente semplice che narra l'apprendistato di un giovane mago, in una prosaica doppia cornice, di Roma e di una località di mare del sud Italia; l'introduzione alla magia verrà a simboleggiare anche il passaggio all'età adulta. Ho visto definire questo libro narrativa per "giovani adulti," e "romanzo di formazione." La seconda definizione è senz'altro vera, perché il giovane Gregorio passa dall'adolescenza a grandi capacità e responsabilità, e conosce situazioni terribili. Quanto al "giovani adulti," se è vero che il libro riguarda un ragazzo o se vogliamo un gruppo di ragazzi, non sono del tutto convinto che si tratti di un libro per ragazzi. Non al cento per cento, per quanto vi siano alcune soluzioni forse un po' troppo semplici.
Ma lascio stare le etichette, che non sono il mio forte.
Il libro mi è piaciuto molto, l'ho trovato scorrevole, emozionante, avvincente. La storia parte dal mondo assolutamente reale e normale di Gregorio, un ragazzo come tanti, e dalla sua famiglia, per introdurci poi al misterioso maestro che gli insegnerà la magia. Dimitri spiega quello che serve sui vari rituali e incantesimi quando serve, crea comunque un sistema magico convincente senza imporre al lettore grandi sforzi concettuali per assimilarlo, usa questo elemento dell'ambientazione ai fini della storia e, per una volta tanto, va benissimo così. Certamente il mistero ha la sua parte ma le sensazioni, le paure e le prove, le imprese da affrontare, le terribili perdite e gli addii, e gli effetti che tutto ciò ha sulla storia: di questo è fatto il libro.
Un motivo per cui questo libro doveva piacermi "per forza" è che, con tutte le differenze del caso, il mio Khaibit è una storia più o meno dello stesso genere, essendo la prova di un giovane apprendista che deve sventare un grave pericolo, anche se nel mio libro la magia non comporta pentacoli o bacchette magiche. Ho apprezzato ne L'Età Sottile l'ambientazione italiana anche perché io, nel mio piccolo, ho fatto la stessa cosa. Poi ovviamente le similitudini arrivano solo fino a un certo punto, le storie sono piuttosto diverse.
Tra tanti aspetti positivi, un dettaglio che m'ha lasciato perplesso... qui c'è una anticipazione, anche se probabilmente solo chi ha letto il libro capirà, ma consiglio se non volete lo "spoiler" di saltare al prossimo paragrafo. Si tratta del personaggio di Riccardo. Per quanto il maestro sia alla fine attento ai propri interessi, è anche una persona molto corretta. Con tutte le ragioni che vengono spiegate per la necessità di avere quattro apprendisti, l'esclusione piuttosto brutale di Riccardo dal gruppo non sono riuscito a mandarla giù. Ovvio, inevitabile, che finisca per diventare nemico di Gregorio, che gli ha soffiato il posto, ma è spiacevole a mio parere che, nella sfida finale tra il maestro e l'antagonista, Riccardo arrivi a trasformarsi un po', come dire, nello stereotipo del meschino, malevolo e pericoloso stronzo. Spiacevole nel senso della soluzione narrativa adottata.
Detto tutto ciò, adesso devo leggermi qualcos'altro di Francesco Dimitri.
1 commento:
Super blog
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