domenica 30 maggio 2010

Alice nel Paese della Vaporità

Ecco una nuova Alice, una piccola gladiatrice senza futuro prigioniera e sfruttata in un posto sordido: salvata da bambina da un professore in gamba e avventuroso, portata nella civiltà. Un fast-forward precipitoso, e la nostra Alice è grande, vive a Londra, ma è insoddisfatta. Vuole assaporare di nuovo i bassifondi da cui è stata salvata: perché Londra è una fortezza di sanità mentale attorniata dal mondo dello Steamland, un deserto invaso da cumuli di spazzatura tecnologica (i tecnorifiuti) e da una nebbia che provoca allucinazioni, la Vaporità. Nebbia che, a saperla usare, può servire anche a sostenersi in volo, a far funzionare delle apparecchiature, ecc...

Questo perché siamo in un romanzo "steampunk" o "steamfantasy" e si paga pegno ai suoi cliché, né più né meno che quando compare il nano con la lunga barba e la grande ascia in un romanzo tolkieniano. Questa è la moda, questa l'ambientazione "nuova" anche se lo steam ha i suoi venti o trent'anni. A me piace Francesco Dimitri, però non mi piacciono le mode. Nemmeno quella che ha voluto l'imitiazione continua di Tolkien, comunque.
Oso però immaginare che l'autore questo omaggio al gusto dominante lo abbia fatto un po' controvoglia, perché la storia acquista senso e significato, e diventa interessante, quando Dimitri torna al suo discorso (l'Incanto, la Carne, il Sogno) e alla sua visione della realtà. Lo steam rimane a far da contorno.
Contorno già visto in effetti: non c'è nulla di nuovo in una tecnologia da retro-futuro (dove tutto funziona a vapore, ovviamente) in un mondo pieno di rottami, monitor, copertoni ecc... di un passato da apocalisse dove una civiltà tecnologica ha incontrato il suo declino. Questa l'ambientazione, che ci porta in un lontano futuro. Anche se i segni del tecno-passato sono lì, evidenti, non sepolti dal passare dei secoli. Insomma, come in un film di quelli a zero budget ci sono le rocce di cartapesta, qui i personaggi si muovono tra prop prese dallo sfasciacarrozze. L'autore gigioneggia facendoci riscoprire in un rifugio antichissime copie del Signore degli Anelli e del suo Pan... del resto Dimitri non è nuovo ad intromissioni anche forti nelle storie che scrive.

L'apparizione di un personaggio da manga, monaco ammazzasette con la katana, non mi ha reso migliore la partenza in questa lettura. Ma poiché bisogna sempre passare oltre la superficie e guardare al valore della storia, ammetterò che le idee in effetti ci sono, anche se non è il caso di anticipare troppo qui. In Alice nel Paese della Vaporità (editore: Salani) abbiamo un viaggio iniziatico che porta la protagonista alla comprensione, alla partecipazione ad una crociata contro un potere oppressivo (la Regina), alla necessità di una rifondazione della realtà. E abbiamo detto fin troppo.
Dalla metà del libro in poi, più o meno, Dimitri padroneggia la situazione con grande stile e riesce a creare un senso di credibilità che sfida qualunque scetticismo del lettore, nonostante sia una realtà sconvolta e drogata. Tutti gli elementi presi a prestito dal tecno-fantasy a vapore e dai cartoni animati giapponesi vengono piegati a quello che è il suo mondo. E la storia, che inizialmente sembrava molto lineare e intuibile in anticipo, si è fatta interessante: potevo ancora vedere dove voleva andare a parare, ero spiazzato dal come.

Una sola anticipazione (se non la volete, saltate questo paragrafo): quando sembra che la missione di Alice si compia piantando il fiore di cristallo che contiene la realtà "unificata" da donare al mondo dello Steamland, scopre che la Regina cattiva non aspetta altro che lo faccia! Perché versando il proprio sangue sul fiore e narrando la "favola" che vuol fare avverare, è la Regina che minaccia di definire il mondo che deve venire a crearsi, dando ad esso la propria storia, il proprio logos. Bella trovata, ben raccontata in un finale serrato, direi la migliore del libro.

Per concludere: se amate il vapore questo libro probabilmente vi piacerà moltissimo, se questa nuova (?) moda vi ha già stancato la partenza sarà piuttosto difficile, ma il libro è breve e prende abbastanza presto forma e direzione. Per alcuni versi ovviamene ricorda Pan, che andrebbe letto prima di questo (se non lo avete ancora letto). Anche perché, pur riconoscendo ad Alice i suoi meriti, Pan è un opera di un ordine di grandezza superiore.

8 commenti:

tanabrus ha detto...

Che Pan sia superiore penso sia innegabile.

Gran bel libro comunque, e a me non ha dato fastidio neanche l'ambientazione steam. Sarà che è solo il secondo libro che leggo con un'ambientazione del genere :D

Norys Lintas ha detto...

Ottima recensione, ben fatto ^^

Hai fatto bene a mettere in evidenza il tuo disappunto per le "mode", concordo con te.

Bruno ha detto...

Grazie a tutti quelli che hanno apprezzato il mio commento. Quanto alle mode, è sarà sempre un mio pallino, anche se obiettivamente non sempre se ne può fare a meno...
Diciamo che, pur avendo apprezzato il libro, mi aspettavo qualcosa di più da questo autore.

Rorschach ha detto...

Gran bell'articolo!

Anch'io ho finito Alice e penso di farci un articolo per il mese prossimo. Questo perchè... lo devo rileggere! Per lo stesso motivo di Tanabrus neanche a me ha dato fastidio l'ambientazione steam, mentre mi infastidivano i clichè dei personaggi, con vampiri, guerrieri, un monaco 2manga", ecc. , oltre a varie (auto e non) citazioni (addirittura Spiderman :D ).

Però se pensi a cos'è la Steamland PRIMA dell'"innesto" del fiore, il tutto acquista un senso. Dimitri in questo è stato bravo, anche fosse stato costretto a seguire una moda. E per tale ragione devi rileggerlo una seconda volta, con un diverso punto di vista, o "Aspetto", per usare un termine della cosmogonia dimitriana.

Indubbiamente Pan era superiore, ma credo che Dimitri abbia incominciato la creazione di un universo tutto suo, che svela di libro in libro (e non parlo delle autocitazioni). Non tutte le ciambelle usciranno col buco, ma tutte forse saranno indispensabili.

mmhhh, mi sa che ho già incominciato a scrivere l'articolo... :D

Bruno ha detto...

Rileggere i libri per capirli meglio sarebbe molto bello ma c'è un fattore di tempo/voglia/possibilità che mi manca in questo caso.

Quanto all'universo di Dimitri, o alla sua ideologia, la vedo più formata, nel bene e magari anche in qualche aspetto che non mi entusiasma, in , la vaporità che incontra la carne, l'incanto ecc... in Alice mi sembra una cosa un po' confusa e accidentale.

Vedasi su anobii il commento di Cubear che sebbene calchi un po' la mano, fondamentalmente ci azzecca e lo dice meglio di come potrei dirlo io.
http://www.anobii.com/books/Alice_nel_paese_della_vaporit%C3%A0/9788862562423/01114d89b0881f7256/#

Bruno ha detto...

chiedo scusa: nel mio post precedente ad un certo punto manca la parola PAN (inteso come libro) dopo "mi entusiasma, in"

Rorschach ha detto...

Abbiamo due punti di vista differenti. Io preferisco rileggere un libro apprezzato piuttosto che essere costretto a leggerne uno che non mi ispira solo perchè sul momento non ho niente da leggere.

Letto il commento da te suggerito. Sostanzialmente ha ragione, Dimitri in Alice non spiega bene i tre aspetti come Pan, forse immaginando (sperando? imponendo?) che il lettore abbia letto anche Pan. Se così è, un grave errore.
Cosa invece mi trova totalmente d'accordo è la mancata caratterizzazione dei personaggi, infatti uno dei difetti che citerò nell'articolo.

Ma alla fine dei conti il libro mi è piaciuto, solo meno di Pan. :D

Bruno ha detto...

@ Rorschach: io sono un po' più vecchiotto, e di libri da leggere me ne restano parecchi, ma di tempo... chi lo sa...
Quanto al commento che ho citato, e che mette solo due "stelline," io sono sostanzialmente della stessa opinione, però nel libro ho visto anche aspetti positivi. Anche se, in futuro, forse starò attento a comprare un libro a "scatola chiusa" solo perché lo ha scritto questo autore.