Aggiungendo una meta non prevista al mio viaggio, ho fatto una visitina in Lussemburgo, ovvero nella capitale (Città di Lussemburgo). Ora, questo paese non è noto per molte cose oltre al fatto di essere un paradiso fiscale, e la mia illusione che il pomposo nome di Granducato implicasse la presenza di qualche castello fiabesco si è rivelata errata. La città ha qualche scorcio decisamente carino e una bella cattedrale (Notre Dame anche qui). Ma non è così interessante, a mio parere.
A questo punto altre due mete mi attendevano. Una è stata la città di Coblenza (Koblenz), alla confluenza del Reno con la Mosella.
Anche questa località era certamente carina e caratteristica, ma la Seconda Guerra Mondiale non è stata generosa: anche qui vi sono state estese distruzioni. Il lungofiume e quella grande terrazza panoramica dal nome di Deutsches Eck (L'angolo tedesco) che si infila come una prua di nave proprio nel punto di confluenza dei due fiumi sono i principali punti di attrazione di Coblenza, il cui centro storico presenta qualche angolo piacevole ma tutto sommato non può vedersela né con Strasburgo né con Treviri. Sul Deutsches Eck si trova un grande monumento al Kaiser Guglielmo I, unificatore del paese.
Dopo Coblenza mi sono recato a Magonza (Mainz), città decisamente più interessante, ma qui il tempo ha cominciato a deteriorarsi. Se fino a quel momento mi ero dannato per la mancanza di aria condizionata negli alberghi (mancanza a me nota, ero andato al risparmio contando sul fresco clima transalpino) dopo il primo giorno a Magonza non posso dire di aver sofferto per le alte temperature.
Magonza è la città di Gutenberg, l'uomo che inventò (o copiò dai Cinesi che ce l'avevano già?) la stampa a caratteri mobili. A Gutenberg è dedicato un museo, decisamente interessante perché contiene numerosi libri antichi, alcune copie della prima bibbia stampata e vari esemplari di macchine per stampare di varie epoche (non moderne).
Mi spiace dover dire che, salvo qualche eccezione, anche qui la maggior parte delle indicazioni è data in tedesco.
C'è una gradevole Piazza del Duomo (per la chiesa vedi sotto, purtroppo c'è anche un petulante mercato che mi è parso sempre presente, però) e lì vicino una colonna composta di chiodi, frutto dei contributi volontari a favore dei soldati nella Prima Guerra Mondiale: ogni donazione un chiodo infilato nella colonna. La chiesa di Santo Stefano vanta vetrate (ricostruite dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale) ad opera del celebre pittore Chagall. Avrei preferito qualcosa di medievale o rinascimentale, ma come ho detto più volte, di queste cose s'è salvato ben poco.
In ultimo mi sono mancate le forze, anche perché il tempo era decisamente incerto, per affrontare un'ultima tappa che mi ero ripromesso, ovvero una gita in battello lungo il Reno. Non avevo considerato che Magonza si trova un po' ai limiti di quello che viene definito "il Reno romantico" e brevi giretti almeno in questo momento della stagione (era oltre la metà di settembre) non erano previsti. Alla prospettiva di fare un viaggio di almeno sei ore con il cielo mezzo nuvoloso ho preferito quindi lasciare perdere.
Il giorno dopo sono tornato in Italia con un'ammazzata di 9 ore di macchina, quasi sempre sotto la pioggia.
Coblenza e Magonza sono città con qualche cosa di bello da vedere, ma entrambe poco valorizzate per un turismo internazionale (vale anche per Treviri). Fra tutte le mete di questo viaggio quella più interessante resta Strasburgo.
In un prossimo articolo parlerò un po' di questioni organizzative relative agli spostamenti in questa regione.
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