venerdì 8 settembre 2023

Otto settembre, 80 anni fa

 Dieci anni fa postai il mio commento sull'armistizio dell'8 settembre. Oggi non ho molto da aggiungere a quel post, però desidero puntualizzare alcuni concetti.

Pietro Badoglio era a capo del governo italiano l'8 settembre.

L'armistizio non fu un tradimento verso l'alleato tedesco. Se mai, la maniera inefficace e vigliacca con cui i vertici militari lo affrontarono lo fu, ma nei confronti della nazione. L'Italia era sconfitta sul campo, ed era normale che ne traesse le conclusioni. Se facciamo un paragone con la Francia nel 1940, notiamo che anch'essa era vincolata da un patto con la Gran Bretagna, per cui non avrebbe dovuto fare una pace separata. Ma Churchill, primo ministro britannico, dovette prendere atto della scelta Francese di arrendersi, salvo poi mandare la flotta a distruggere le navi da guerra francesi. Se è vero che alcuni militari francesi, non moltissimi, si impegnarono a proseguire la lotta assieme ai Britannici, la Francia non poteva in quel momento fare diversamente. E così l'Italia.

Tutti i paesi dell'Asse alleati della Germania fecero un armistizio e cambiarono campo, con la sola eccezione dell'Ungheria, che subì un golpe preventivo da parte tedesca per impedire una simile eventualità. La stessa Germania avrebbe chiesto un armistizio, almeno nei confronti degli Alleati occidentali, se l'attentato contro Hitler fosse riuscito.

L'atteggiamento tedesco verso l'Italia era ostile già prima dell'armistizio. E non sono mancate ruberie e atrocità verso la popolazione civile mentre esisteva ancora l'Asse. Se anche prima della caduta di Mussolini (25 luglio 1943) l'alleato germanico s'era dimostrato prepotente, nei 45 giorni che precedettero l'armistizio vi fu un crescendo di atti ostili; era anche ritenuta possibile una "presa di potere" in Italia indipendentemente dal fatto che gli Italiani si ritirassero dal conflitto o meno.

Il 25 luglio (deposizione di Mussolini) non fu un colpo di stato. Il Gran Consiglio che decise la deposizione di Benito Mussolini venne organizzato dai gerarchi in accordo con il re Vittorio Emanuele III, e di una parte delle forze armate che erano favorevoli a un cambio di regime. Ma non c'è stato alcun colpo di stato, visto che l'organo che depose Mussolini faceva parte delle istituzioni dirigenziali fasciste. Quindi l'unica conclusione possibile è che il fascismo abbia deposto se stesso, rimettendo i poteri in mano alla monarchia, in conseguenza dell'andamento disastroso del conflitto. Mussolini non poteva avere molti dubbi sul motivo per cui le varie personalità del regime chiedessero la convocazione del Consiglio, visto che era un organo che si riuniva di rado. Avrebbe potuto impedire questa manovra facendo uso delle milizie, della polizia ecc. Ma accettò passivamente, e forse con sollievo, di essere destituito; il potere tornò al re che nominò primo ministro lo sciagurato Badoglio. Il fascismo si dissolse senza particolari disordini, anche se ci furono fermenti, tentativi di trovare Mussolini e liberarlo. Alcuni personaggi celebri furono arrestati, tra cui Ugo Cavallero (ex capo di stato maggiore delle forze armate); in questa fase venne ucciso l'ex gerarca Ettore Muti, che era un uomo d'azione e quindi forse faceva paura. Ma queste sono solo illazioni, la fine di Muti rimane avvolta nel mistero. Il fascismo venne riportato al governo del paese dai Tedeschi dopo l'8 settembre ma con scarsi poteri effettivi o autonomia, anche se vi fu nuovamente posto a capo Mussolini.

Il Re ha fatto bene ad andarsene da Roma. Essendo il sovrano, rappresentava la continuità dello stato. E il capo del governo doveva fare la stessa cosa: a me spiace molto dire qualcosa a favore di Badoglio, ma anche lui, nella carica che ricopriva, doveva mettersi al sicuro e non farsi prendere. Quello che se mai è vergognoso è il codazzo di alti gradi militari che avrebbero dovuto obbedire al dovere di rimanere nella capitale e difenderla. Pietro Badoglio se mai si segnalò per essere... quello che era, quando lasciò in bella vista sulla scrivania i verbali su Ugo Cavallero (prima di scappare da Roma). Cavallero, che come abbiamo visto era stato in carcere, si era difeso dichiarando di aver inteso anche lui agire per un cambio di regime. Poiché era un papabile comandante militare per riorganizzare uno stato italiano satellite della Germania, questo gesto di Badoglio serviva a rovinargli la piazza, ed era dovuto a un'antipatia personale di lungo periodo. Di fatto Cavallero si suicidò, o fu suicidato, dopo un incontro con i comandanti germanici qualche giorno dopo. Il comandante tedesco Kesselring affermò di non aver dato l'ordine di ucciderlo.

Le forze armate furono ridicole, sia nelle trattative con gli Alleati prima dell'armistizio, che nel comportamento successivo. Posso citare alcuni episodi: la convinzione di poter trattare con gli Alleati chiedendo addirittura dove sarebbero sbarcati nella penisola e con che forze (mentre eravamo ancora su fronti contrapposti!). La pretesa di rimandare l'armistizio all'ultimo minuto, mentre le truppe alleate stavano già preparandosi per sbarcare a Salerno. L'armistizio formulato in maniera ambigua, indicando che le truppe italiane avrebbero cessato le ostilità contro gli Alleati ma reagito ad attacchi da qualsiasi altra direzione... quando era evidente che i Tedeschi erano pronti a saltarci alla gola. La mancata difesa di Roma, e prima ancora il mancato tentativo di organizzare l'accoglienza dei paracadutisti USA nella città (poi sarebbero arrivati? Loro avevano detto di sì, se avessero potuto atterrare in sicurezza). Tutto questo meriterebbe un discorso più ampio, ma è chiaro che gli alti papaveri avevano soprattutto una gran paura per la propria incolumità fisica; volevano che gli Alleati arrivassero con la bacchetta magica e facessero sparire i Tedeschi da dappertutto. Ma requisito primo di un soldato, o di un ufficiale, non dovrebbe essere un minimo di coraggio fisico?

I fatti dell'otto settembre 1943 dicono molto sulla società italiana, e in particolare sulla sua leadership, ancora oggi, 80 anni dopo.



2 commenti:

M.T. ha detto...

Purtroppo, trovare dei governanti decenti in Italia non è facile.

Bruno ha detto...


Non lo è, anche perché agli alti livelli, e talvolta pure a quelli bassi, ci sono le raccomandazioni, le cordate, le massonerie, patrocinii mondani e divini (religiosi), influenze estere, le mafie...

Tanto per ricordare qualche fatto di cronaca recente, non abbiamo forse i vari boiardi di stato che creano buchi spaventosi e comunque si riciclano sempre, sono sempre là?