giovedì 21 settembre 2023

Inferno

 Inferno è un film del 1980 di Dario Argento. Quindi certamente non una novità e quasi tutti lo hanno già visto. Io sono uno dei pochi che non ne sapevano nulla, fino a pochi giorni fa. L'ho visto di recente, infatti, e ne parlerò (anticipando parte della trama) per continuare con l'argomento che mi interessa... cosa faceva di Dario Argento un grande regista, ai tempi? E perché ora non lo è più?

Questo film, che fa parte della trilogia delle Tre Madri, è idealmente il seguito di Suspiria, che ebbe un discreto successo. Qui la premessa della serie è spiegata dettagliatamente: esiste un libro scritto da un architetto, tale Emilio Varelli, contenente la sua confessione. Egli ha costruito tre case per tre potenti streghe. Una a Friburgo, una a Roma e una a New York. Da queste case le streghe esercitano una nefasta influenza sul mondo. La Madre dei Sospiri, come abbiamo visto nel film precedente, è quella che si trovava a Friburgo. Quindi ne restano due.

Inferno inizia [da qui SPOILER] con le disavventure di Rose (Irene Miracle), una giovane che ha letto il libro sulle tre madri, e che vive in uno dei palazzi costruiti per le tre madri, quello di New York. Rose si confida con l'antiquario che le ha dato il libro, Kazanian (interpretato da Sacha Pitoëff). Kazanian è piuttosto reticente e dice a Rose che quanto riportato nel libro potrebbe non essere vero. Ma, esplorando gli scantinati allagati del palazzo in cui vive, Rosa scopre dei cadaveri e comincia a indagare sui misteri delle Tre Madri, implorando al contempo il fratello Mark, che si trova a Roma, di tornare da lei. L'attore che interpreta Mark è Leigh McCloskey, che è comparso in diverse serie televisive tra cui Buck Rogers e alcune delle Star Trek.

Mentre a Roma un'amica di Mark, interpretata da Eleonora Giorgi, si interessa per caso alle vicende relative alle Madri, legge parte del libro maledetto, e ci lascia la pelle, lui va negli USA ma non abbastanza rapidamente. Rose è già stata assassinata.

Segue una girandola di ammazzamenti che coinvolge varie persone coinvolte nella storia delle Madri e del libro maledetto, ma anche gente del tutto periferica alla faccenda. Tra gli attori che impersonano le varie vittime abbiamo Daria Nicolodi e Gabriele Lavia, già visti nei film di Dario Argento, ad esempio Profondo Rosso. Alla fine, non sto a spiegare come e perché, il palazzo va a fuoco e mentre Mark riesce a fuggire vivo, la Mater Tenebrarum (interpretata dalla romena Veronica Lazar, vista in Ultimo Tango a Parigi) resta intrappolata tra le macerie in fiamme.

Come accennavo sopra, in Inferno c'è un'overdose di sangue a buon mercato. Sembra strano affermare qualcosa del genere visto che si tratta pur sempre di un film di Dario Argento, no? Il punto è che qui si esagera in una maniera quasi comica. Vediamo ad esempio cosa succede all'antiquario Kazanian. Dal momento che dei gatti randagi gli fanno dei danni in negozio, lui ne cattura alcuni e li chiude in un sacco. Li vuole affogare in uno specchio d'acqua e liberarsene una buona volta. Vi si reca faticosamente, visto che cammina con le stampelle: arriva a questo fetido stagno e immerge nell'acqua il sacco contenente i felini, condannandoli così all'annegamento. Ma cade ed è assalito da un'orda di topi che vive vicino agli scarichi fognari, quindi chiede disperatamente aiuto perché, da solo, non può alzarsi in piedi. Lì vicino c'è uno di quei furgoncini che servono panini anche durante la notte. Il venditore di panini si arma di coltello e, apparentemente, corre in soccorso di Kazanian, che sta venendo divorato dai topi ma... quando gli arriva vicino sferra invece una coltellata contro di lui e, presumibilmente, lo finisce. Perché? Non si sa.

In altre parole, in Inferno Dario Argento sembra perdere la logica delle sue trame, semplificare tutto al massimo o fare anche cose senza senso, sebbene il film sembrasse partire con elementi molto interessanti come ad esempio il libro maledetto. Il sangue sembra diventare un po' il sostituto di una buona storia. Mentre nella prima metà del film si respira un'atmosfera di intrigo e di cospirazione, di macchinazioni da parte di chi vuole mantenere sicuro il potere della Madre a New York, nella seconda metà muoiono semplicemente quasi tutti e, già che ci siamo, anche la strega. Veramente mi ha lasciato perplesso. I principali protagonisti, inoltre, non mi hanno convinto molto.

Restano lo stile, l'uso del colore e degli spazi, le inquadrature surreali e i luoghi sempre interessanti in cui i film di Dario Argento sono ambientati. Bella la scena di Rose nello scantinato allagato all'inizio del film, per esempio. Ma Inferno mi ha dato l'impressione di un film affrettato, in cui sono venuti a mancare il colpo di scena, la deduzione, un finale significativo.


4 commenti:

M.T. ha detto...

Non sei l'unico che non l'aveva visto: io ne avevo sentito parlare, ma non l'ho mai visto. Sarà perché non sono un fan di Argento. O perché ritengo che i suoi film, salvo alcuni, non siano poi così eccezionali.

Bruno ha detto...


Nemmeno io sono un fan. Sto procedendo in questa opera di recupero per cercare di capire cosa ci fosse di concreto e di valido, capire perché aveva avuto un successo anche oltre le frontiere d'Italia. Ma dopo aver visto i film "buoni" (Suspiria e Profondo Rosso a mio parere) adesso mi sto sorbendo il resto. Qualcosa salterò... non mi sparo l'opera omnia, perché non ce la posso fare, ma i principali voglio vederli.

Elfoscuro ha detto...

A me è sempre sembrato un misto tra lo stile di Bava e Lenzi. Però ne ho sempre adorato l'atmosfera, consona al genere.

Bruno ha detto...


Non so giudicare le somiglianze con lo stile di altri registi di genere italiani vista la mia scarsa dimestichezza con il cinema di casa nostra.
Anche io ho apprezzato certi momenti dell'atmosfera, come per esempio la scena subacquea, l'ambiente del palazzo ecc.
Quella che zoppica qui è la trama...