Ho avuto modo di sperimentare questo gioco "german" di recente: parlo di Istanbul, boardgame di media complessità che si segnala per una grafica molto piacevole e un po' curiosa. Posso dare, dopo una partita, solo un'impressione generale, anche perché Istanbul non è proprio semplicissimo, e l'ho giocato con due espansioni che aggiungevano al meccanismo base tanta "altra roba," rendendomi l'apprendimento più complicato.
Istanbul è un gioco economico del tipo "pick-up and deliver": ovvero i giocatori se ne vanno in giro con un carretto a caccia di merci e di denaro. Devono muoversi attraverso una mappa, procurarsi delle risorse o fare affari in vari modi, e convertire, in certe località, tali risorse in rubini. Questi rubini sono i punti vittoria che fanno terminare il gioco e determinano il vincitore.
La mappa è generata da un certo numero di tessere disposte casualmente, con l'unica regola che al centro debba esserci la Fontana, punto di partenza dei giocatori. Esistono anche delle disposizioni consigliate, ma per garantire la massima rigiocabilità possibile è meglio affrontare la sorte della disposizione casuale. I giocatori hanno a disposizione una mini plancia, che rappresenta tra l'altro il loro carretto, con l'indicazione dei vari tipi di merce che hanno raccolto. Il carretto, tra l'altro, può essere aggiornato, rendendolo più capiente. Ogni giocatore ha a disposizione quattro assistenti e a ogni mossa deve lasciarne uno nella tessera raggiunta, oppure raccoglierne uno se arriva in una tessera dove già era passato. Con questo sistema, quando gli assistenti sono esauriti si viene costretti a tornare sui propri passi.
Tornando alla Fontana si possono richiamare tutti gli assistenti e ci sono altre opzioni che agevolano la faccenda, introducendo tra l'altro la possibilità di un quinto assistente. Vi sono altri personaggi della famiglia del mercante (del giocatore) che possono muoversi e fare affari per lui, ma più lentamente: solo il carretto può muoversi di due zone. Esistono anche dei personaggi neutrali fermi sulla mappa, che permettono di compiere ulteriori azioni quando li si incontra (il governatore, il contrabbandiere...).
Come avrete intuito, queste limitazioni suggeriscono ai giocatori di formarsi dei percorsi in cui ripetere certe azioni, insomma di creare dei motori economici che li spingano verso la vittoria.
L'interazione tra i giocatori non è molta, e questo è un classico dei giochi di questo tipo. Ad esempio, se si capita su una tessera dove già c'è un giocatore gli si devono dare due lire (turche), e c'è qualche altra quisquilia che permette di darsi un po' fastidio. Essenzialmente il gioco è una corsa a completare il numero di rubini necessari per vincere; un giocatore esperto, a seconda della disposizione della mappa, e della eventuale presenza di altri contendenti che vengono sempre fra i piedi, deciderà col freddo calcolo come massimizzare il proprio profitto. Il neofita si sforzerà soprattutto di capire gli effetti di tante carte, azioni, personaggi, località della mappa: soprattutto queste ultime, che sono tutte diverse fra loro. La complessità del gioco, che ho menzionato, sta in effetti in un problema, per così dire, nozionistico e mnemonico. Ovvero nel capire come funzionano le varie tessere, carte, e via dicendo. I meccanismi, di per sé, non sono molto difficili.
Io mi sono mosso a casaccio e ho vinto la partita solo perché, non volendo, ho sbagliato a interpretare una regola. L'errore è andato a mio grande vantaggio, ma il... trionfo non era ovviamente valido.
Credo che Istanbul sia molto piacevole da giocare, una volta imparato, e non così complesso come potrebbe sembrare al primo approccio. La grafica inoltre lo rende accattivante, perciò la mia prima impressione è stata decisamente positiva.
Le illustrazioni le ho prese dal sito boardgamegeek.com
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