domenica 19 marzo 2023

The Whale

 Nonostante la vittoria agli Oscar incassata, questo film s'è trovato al centro di una controversia piuttosto polarizzata tra accusatori e difensori. Parlo di The Whale, tristissimo lavoro di Darren Aronofsky (regista già visto all'opera in diversi film, tra cui Below, Requiem for a Dreammother! e The Wrestler). Nel ruolo di protagonista un uomo disperatamente infelice, Charlie, che mangia per reazione ai suoi dispiaceri ma allo stesso tempo li peggiora, perché si vergogna del proprio aspetto. Morbosamente grasso, quando insegna da remoto tiene la telecamera spenta per non farsi vedere dai suoi allievi, e lascia i soldi fuori per il ragazzo che porta le pizze, e le va a prendere solo dopo che questo è andato via.

L'infermiera che lo aiuta, Liz, non riesce a convincerlo ad andare in ospedale, sebbene Charlie sia ridotto così male da essere probabilmente condannato a morire nel giro di giorni. Si scusa sempre per tutto e con tutti, ma va per la sua strada suicida.

Charlie è tormentato dai sensi di colpa per la perdita delle persone che ama. Il suo compagno (gay) che si è suicidato, la moglie e la figlia che ha abbandonato. Vorrebbe recuperare un rapporto con la figlia per redimere queste tristi sensazioni, ma all'inizio l'atteggiamento di Ellie, la figlia, non è incoraggiante. Il film è claustrofobico: si svolge praticamente sempre nella casa in cui Charlie (che si sposta con grande fatica) è recluso; la casa è semibuia e piove quasi continuamente.

Il film, per fortuna, ha una trama e una conclusione, delle cose da spiegare sui rapporti umani di Charlie e su quello che è successo nel suo passato, presenta storie umane che si incrociano alla sua. Non avrei sostenuto un'opera che fosse soltanto "cinema del dolore," narrazione di malessere e tragedia. Il mio punto di vista sulle storie strappalacrime l'ho scritto qui. Gli aspetti sdolcinati comunque non mancano.

Quanto alle polemiche, non concordo con quelli che pensano che questo film si schieri "contro" le persone obese. Sì, esiste questo neologismo anglofono così inclusivo, la body positivity, e siamo tutti belli a modo nostro, eccetera. Ma qui parliamo di uno che è ingrassato fino al punto di suicidarsi. Altri dicono che lo spettatore è manipolato con le tecniche di inquadratura del corpo (una protesi) di Charlie. Non la trovo una critica interessante, se il regista si ingegna per farci vedere un tizio mostruosamente obeso, potrà ben farlo, no? Piuttosto in un paio di occasioni il film mostra persone che improvvisamente vedono il corpo di Charlie (dal vivo o tramite connessione web) e ridono, sono scioccate o schifate, eccetera. Ma davvero tutta la gente è così? Bah...

Giudizio finale: non è il miglior film di questo regista ma è interessante. Quanto alle performance: Charlie è interpretato da Brendan Fraser (che una ventina abbondante di anni fa recitò in La Mummia e seguiti). Performance da Oscar. Liz è interpretata brillantemente da Hong Chau, una attrice di origine vietnamita, la cui famiglia fuggì dopo la caduta del Vietnam del Sud e visse in totale miseria nei campi profughi.


4 commenti:

M.T. ha detto...

Mi ha fatto piacere che Fraser, dopo averne passate tante, abbia avuto il giusto riconoscimento per il lavoro svolto. Del regista ho apprezzato molto The wrestler, a mio avviso un ottimo film.

Bruno ha detto...


Ammetto sinceramente che sì, so che Fraser aveva passato qualche problema, ma non ricordo bene di che tipo... Comunque qui recita bene la sua parte e ha ottenuto un importante premio. Non sono certo io a giudicare se un Oscar è dato bene o male (e comunque chi se ne frega) ma è bello vedere che è di nuovo in forma.

Il regista Aronofsky è interessante. The Wrestler bel film, mother! molto meno, secondo me, ma comunque non lascia indifferenti.

Di Sadie Sink, che interpreta la figlia, non ho molto da dire, le hanno dato una parte odiosa che non mi sembra lasciasse molte possibilità al talento...

Babol ha detto...

Le polemiche contro The Whale sono tra le più stupide lette negli ultimi anni. Capisco che il film possa non piacere, perché non è una storia facile, ma così è attaccarsi a difetti inesistenti.

Bruno ha detto...


Era inevitabile, visto il clima di questi anni, che il tema del film destasse l'attenzione, però che noia...