Ecco il mio ultimo acquisto quanto a strisce disegnate. Un fumetto fantasy corposo (con il prezzo che ne consegue), Brindille è lungo 170 pagine, più appendici finali. Lo hanno creato Frédéric Brrémaud e Federico Bertolucci, rispettivamente sceneggiatore e disegnatore; lo si trova in italiano distribuito da Saldapress. Il fumetto parla di una ragazza misteriosa (appunto Brindille) che fugge da una catastrofe, o da qualcosa di molto sinistro.
Ma la poveretta ha perduto la memoria, ricorda soltanto un paesaggio distrutto da un enorme incendio e un muro che ha valicato.
Brindille trova un posto in cui rifugiarsi: si tratta di un villaggio abitato da omettini buffi, simpatici e con il naso a patata, una comunità "pucciosa" in stile tolkieniano (come gli Hobbit, naturalmente). Così la nostra eroina è accolta senza problemi e dà una mano nel lavoro dei campi; ma continua ovviamente a porsi domande sulla propria identità. Certamente lei è "speciale," visto che è sempre circondata da piccole scintille luminose.
Ma c'è qualcuno, ovvero la Strega del villaggio, che non è contento dell'arrivo di Brindille. La sua comparsa potrebbe scatenare i Cacciatori di Ombre contro la comunità. Del resto è chiaro che Brindille non è destinata a rimanere lì a coltivare ortaggi in eterno...
L'eroina finirà per dover andare in cerca del proprio scopo, e delle risposte che le occorrono; avrà la guida di un saggio lupo parlante, viaggerà in mezzo a un'infinità di incontri e di pericoli. I Cacciatori di Ombre, che si rivelano presto animati da cattive intenzioni, sono un'orda, decisamente troppi per affrontarli, così il viaggio di Brindille spesso è una fuga. Ma ci sono anche momenti di formazione e maturazione.
Non c'è molto più di quello che ho scritto finora, anche se non rivelo il finale. Cosa dire di questo fumetto? Io sono di bocca buona con le strisce disegnate, molto più che con i film e i libri, però sono rimasto un po' insoddisfatto. Se da una parte ci sono dei bei disegni e dei paesaggi molto godibili, creati con fantasia, la storia è una favoletta semplice e lineare, e non approfondisce nemmeno quel poco di ambientazione in cui è collocata. Peccato, si poteva fare di meglio.
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