Il Tempio è un racconto di H. P. Lovecraft dove comincia a prendere forma la particolare concezione dell'universo fantastico dove le sue più celebri creazioni sono ambientate. Scritto con l'espediente del manoscritto trovato in una bottiglia, è la narrazione di un U-Boot della Prima Guerra Mondiale che, dopo aver affondato una nave nemica (britannica), è teatro di una serie di strani e prodigiosi eventi.
Alla storia narrata da Lovecraft si sono ispirati i fumettisti Rotomago e Florent Calvez per crearne una versione a strisce, pubblicata nel 2017 per le Edizioni NPE (all'estero lo si trova anche con il nome di U-29). NPE sta per Nicola Pesce Editore. Rotomago (sceneggiatore del fumetto) è evidentemente un soprannome, ma non so come si chiami per davvero, so solo che è francese.
Nella storia di Lovecraft il sommergibile U-29 aveva diverse caratteristiche non realistiche, e nel fumetto solo occasionalmente compaiono uniformi; gli interni del vascello non ricordano affetto i vani angusti e pieni di tubature e strumentazione, tipici dei veri mezzi bellici dell'epoca. Dal momento che il fumetto è piuttosto fedele al racconto, che è di un secolo fa, non mi tratterrò dal riferirne la trama, quindi attenzione agli... spoiler.
Il comandante è un duro inflessibile, una caratteristica che viene spinta fino al grottesco (facendo immaginare una specie di vena "umoristica" in Lovecraft per questa caratterizzazione). Quando la nave nemica è affondata, vengono eliminati anche gli uomini che cercano di salvarsi con le scialuppe. Ma c'è una sorpresa quando il sommergibile riemerge alla successiva occasione: il ritrovamento di un uomo annegato che s'era aggrappato allo scafo, tenendo in mano uno strano manufatto. È l'elemento scatenante di uno strano malessere, con voci incontrollate e panico. Il comandante non esita a imporre punizioni corporali per mantenere l'ordine, più tardi si arriva anche all'uso di armi da fuoco. Il manufatto viene ritenuto maledetto dai marinai, ma questo accende solo il disprezzo del comandante, una mente molto fredda e razionale.
Il vascello subacqueo perde la possibilità di manovrare ed è spinto da una corrente verso una destinazione sconosciuta. A un certo punto dal sommergibile si potrà contemplare una gigantesca città sommersa: non ci sono gli abitatori mostruosi che Lovecraft avrebbe volentieri introdotto in storie successive, siamo piuttosto in una misteriosa Atlantide.
A poco a poco gli uomini fuggono, o sono eliminati. Anche il vicecomandante a un certo punto vuole abbandonare l'U-29 e lo fa senza tuta e senza bombole, con il misterioso manufatto in mano, abbandonandosi agli abissi.
Rimasto solo, il comandante scrive le proprie memorie e, munito di uno scafandro e scorte di ossigeno, parte per un viaggio esplorativo, che sarà la sua fine. Nell'ultima vignetta lo vediamo sulla soglia, misteriosamente illuminata, di un tempio sottomarino.
Alla fine del volume alcune pagine di critica su questo racconto, su Lovecraft e su quello che lo spingeva a scrivere, e su altri artisti che sono stati attratti dal mito di Atlantide (uno dei quali è Clark Ashton Smith).
Questo fumetto non ci offre una storia di grande complessità, ma suggestiva nelle sue situazioni e nello scenario di questa città sommersa, ricreato nelle immagini. Lovecraft, si sa, difficilmente viene reso in maniera efficace al cinema o in qualsiasi arte figurativa, ma penso che valga sempre la pena di provarci.
2 commenti:
Se ti piacciono le trasposizioni fumettistiche di Lovecraft, ti suggerisco i volumi realizzati da Gou Tanabe.
Terrò presente... apprezzo anche la versione di Alberto Breccia, che usa un tratto normalmente molto lontano dai miei gusti, ma forse in questo caso è quello che ci vuole...
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