Uscito da poco per Mondadori, questo libro di Federico Rampini, con un taglio a metà fra il giornalistico e il saggistico, fa una disamina sullo stato di salute della civiltà occidentale, partendo dalle ideologie oggi alla moda della "cancel culture" e del politicamente corretto, per andare a toccare le teorie sul declino dell'occidente scritte dal filosofo Oswald Spengler, l'avanzamento di potenze "alternative" come Cina e Russia, e la storia recente. Per chi legga il libro in questo periodo c'è l'indubbio vantaggio della recentissima uscita, marzo 2022, per cui le tematiche vanno a toccare anche i fatti attuali, vedi guerra in Ucraina.
Federico Rampini, che si presenta come un ex ragazzo di sinistra, ha scritto per il Corriere, Repubblica e il Sole24Ore, ha insegnato nelle università di USA, Cina e Italia. È uno studio approfondito quello che ci propone? Nel libro sono citati molti libri e studi scientifici, ma non ci sono note con i riferimenti né una bibliografia, e questo mi pare un grosso limite. Ci sono anche alcuni che posso definire solo, oggettivamente, come erroracci, ad esempio (due volte) l'ingloriosa ritirata USA dal Vietnam nel 1975 definita come "la caduta di Hanoi" (ma la capitale del Vietnam del Sud era Saigon); e a volerla dire tutta, le forze USA avevano lasciato il paese nel 1973.
Dell'occidente, questa la constatazione di Rampini, oggi tutto è messo in discussione. La storia recente sarebbe solo un susseguirsi di crimini, oppressione e rapina colonialista ecc... chi è bianco commette una colpa per il solo fatto di esistere (e figuriamoci se è maschio ed eterosessuale), chi non aderisce al politicamente corretto viene cacciato, bandito da università e sedi giornalistiche. Le minoranze hanno sempre ragione, l'ambientalismo è una nuova religione, esiste ormai una specie di maccartismo al contrario, guidato da folle inferocite che dominano i social network.
Nel frattempo, le élite culturali e i potenti coltivano ogni forma di opposizione e ribellismo pur di non essere messe in discussione esse stesse. Per Rampini questo è il fatto nuovo e disastroso, non vi è un potere che cerchi di difendersi dall'attacco degli estremisti, anzi, le classi dominanti cooptano al potere i distruttori dell'occidente. E di questo travaglio occidentale approfittano, ridendo sotto i baffi, i nuovi avversari emergenti, come Russia e Cina.
Per molti aspetti posso condividere le affermazioni di Rampini. La follia attuale sembra coinvolgere tutte le parti politiche. Vivendo negli Stati Uniti, l'autore si rende conto peraltro che la prospettiva che possiamo avere dall'Europa è distorta. Negli USA esiste un'offensiva di ultra-sinistra, ma anche un conservatorismo che si è mostrato altrettanto aggressivo e pericoloso, come ha dimostrato l'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Improvvisamente, gli Stati Uniti hanno dimostrato una fragilità interna insospettabile.
Altre affermazioni di Rampini sulla questione del riscaldamento climatico, fatte senza negare questo tema ma sottolineando esagerazioni e allarmismi, meriterebbero il supporto di citazioni precise e di un discorso scientifico. Sarebbe molto interessante, ma nel libro non c'è abbastanza supporto alle affermazioni espresse.
Altro attacco che Rampini sferra contro gli ambientalisti è l'equiparazione degli atteggiamenti di certi ecologisti come Greta Thunberg a una certa "religione naturalistica" che ha come esponenti il romanticismo tedesco e il nazismo. Non ho simpatie verso Greta e il suo ruolo da profetessa ambientalista, mi sembra una buffonata che, come altre, uccide la possibilità di un dibattito razionale. Tuttavia questo è un colpo basso, che Rampini amplifica affermando che "le affinità sono indiscutibili."
Altro aspetto di questo libro che non mi trova concorde è una certa simpatia eccessiva per gli Stati Uniti, considerati un po' l'anima dell'occidente. Rampini definisce l'Europa potenza "erbivora" incapace di fare alcunché, e non è che abbia davvero torto. Ma l'Europa dovrebbe cercare di trovare una soluzione propria, ed essere finalmente qualcosa di più del nulla che è. Se no, siamo veramente fregati, anche perché gli USA non sono sempre nostri amici, ma coltivano soprattutto i propri interessi.
Ad ogni modo questo libro, come riassunto della storia recente e punto della situazione attuale, è ricco di spunti interessanti. Consiglio di leggerlo, con senso critico.
Un video di Agenzia Radicale dove Rampini parla di Suicidio Occidentale:
2 commenti:
Sempre interessante leggerti. Hai qualche titolo bibliografico o qualche interessante link da indicare rispetto al rapporto Europa e USA in chiave Nato alla luce degli ultimi eventi in Ucraina?
@ Gianni Celestino: riguardo ai mal di pancia di alcuni paesi europei che stavano facendo ottimi affari con la Russia (mal di pancia che tocca dissimulare, visto che che questa guerra è diventata sacrosanta), non ho nulla di specifico e "specialistico" da proporre. (alcune riflessioni interessanti si possono comunque trovare qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/03/24/guerra-russia-ucraina-gli-alleati-usa-e-ue-con-interessi-diversi-un-conflitto-prolungato-porterebbe-dei-vantaggi-solo-a-washington/6535063/ ).
Va detto comunque che non ha senso fare i "filo-putiniani" immaginando l'autocrate russo come il santo protettore che antagonizza i cattivi americani. Le richieste fatte prima di invadere l'Ucraina comprendevano l'evacuazione (da parte Nato) dei paesi confinanti, ritirando tutte le truppe, non solo i sistemi missilistici verso cui il timore potrebbe essere giustificato. Il desiderio dell'orso russo di tornare in Europa centrale forse è solo una mossa diplomatica, e magari è sproporzionato ai mezzi vista la fatica che l'esercito sta facendo, ma il linguaggio aggressivo che si è sentito anche in questi giorni non autorizza a stare tranquilli.
Come scrivevo sul mio post riguardo alla disgregazione dell'URSS, l'Ucraina si è già da allora messa in rotta di collisione con la Russia. Altri paesi, ad esempio i Baltici, si sono semplicemente presi la propria libertà. Se riguardo all'Ucraina non me la sento di dire che una parte abbia tutte le ragioni, non vedo perché Putin dovrebbe imporre la propria legge ai Polacchi o ai Baltici...
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