Malpertuis è un film belga ispirato all'omonimo romanzo del 1943 scritto dal fiammingo Jean Ray. Dopo diverso tempo sono riuscito a dare un'occhiata a questo fantasy horror di tanto tempo fa (1971), per vedere se poteva essere interessante al giorno d'oggi. La mia opinione è che non sia un brutto film, ma che sia per vari aspetti decisamente datato.
Procediamo con ordine: innanzitutto alcuni nomi celebri della produzione: il regista è Harry Kümel; il personaggio del mago Cassavius è interpretato da Orson Welles, la sorella del protagonista da Susan Hampshire, attrice britannica, che interpreta però anche altre parti. Nel cast ci sono altri attori famosi, con apparizioni in film anche italiani, cito alcuni nomi: gli attori francesi Jean-Pierre Cassel e Michel Bouquet, in una parte secondaria c'è anche la soubrette francese Sylvie Vartan (in realtà emigrata in Francia dalla Bulgaria sommersa dal comunismo), nei panni del protagonista Jan l'attore tedesco Mathieu Carrière. Prima di guardare questo film, dei qui citati conoscevo soltanto Orson Welles e Sylvie Vartan, ma si trattava di nomi di un certo rilievo all'epoca.
Il giovane Jan alle prese con Sylvie Vartan...
Jan è un giovane marinaio che sbarca nel porto; non trova la casa dove viveva la sorella, perché è stata demolita, e va a finire non volendo in un locale di dubbio gusto (frequentato dai marinai, ovviamente) dove un tizio che lo ha pedinato fin dal momento dello sbarco riesce a coinvolgerlo in una rissa.
Tramortito, il giovanotto si sveglia nella casa dello zio Cassavius, personaggio sinistro autore di strani esperimenti magici. Un luogo temuto, in cui Jan non voleva andare. Per non anticipare la trama, mi limiterò a dire che in questa strana dimora, chiamata Malpertuis, una serie di curiosi personaggi si trovano imprigionati dalle ultime volontà del misterioso Cassavius, ormai alla fine dei suoi giorni. Jan cercherà di trovare una ragion d'essere in quel luogo pazzesco e nei suoi abitanti.
Il sovrannaturale e il mistero abbondano in questo film, e l'appassionato del fantasy può trovare pane per i suoi denti. Orson Welles in gamba, ma sfruttato poco, a mio parere. La magione in cui la storia si svolge offre degli scorci veramente eccellenti, che con una fotografia più accorta e focalizzata avrebbero potuto decuplicare l'effetto visivo del film. Il personaggio di Jan, che dovrebbe condurre tutta la vicenda, l'ho trovato debole: vuole capire e scoprire, ma arriva a veder qualcosa solo quando riceve delle rivelazioni (e la storia terminerà con un finale che mette ogni scoperta di nuovo in dubbio). Inoltre Jan è un po' troppo trascinato dalle donne (ammetto che il fascino delle seduttrici non scarseggia in questo film) e da una certa quantità di personaggi pazzoidi che vivono in Malpertuis, peraltro caratterizzati non benissimo, il tipo del pazzo che parla freneticamente, strabuzza gli occhi, si avvicina troppo al protagonista e gli mette le mani addosso senza che quello reagisca... scene che oggi verrebbero girate meglio.
Poi ci sono scene di orrore, morte e decadenza, alcune fatte bene... c'è un qualcosa di Edgar Allan Poe in questa storia, ma senza la catastrofe incombente che Poe, in alcuni racconti, ha saputo evocare. E in effetti qui non si sa bene dove si voglia andare a parare alla fine. Bella l'idea che... [attenzione SPOILER] gli dei non siano padroni delle vite dei loro credenti ma al contrario, la perdita dei credenti li conduca alla morte, o all'oblio, come in American Gods di Gaiman... anche qui i prigionieri di Cassavius, costretti a vivere una non vita nella magione, non sono altro che antiche divinità pagane, o ciò che resta di loro [fine SPOILER].
Giudizio finale: difficile da definire. Forse un film molto valido se visto ai suoi tempi, ora un po' meno. Non che siano perfetti i film fantasy di oggi, anzi spesso fanno storcere il naso; però Malpertuis potrebbe essere (magari con una storia e regia un po' meno imperscrutabili) molto più di quello che è. La sua ricchezza barocca, e il fascino onirico di certe situazioni, lo rendono comunque un film degno di essere recuperato.
4 commenti:
E poi c'é il grande Orson...
Certo, ma non regge tutto il film, e poi scompare a metà della storia...
Il romanzo di Jean Ray è veramente spettacolare, soprattutto per le inquietanti riflessioni inserite e l'abile penna dell'autore nel delineare i personaggi (e il mistero legati ad essi). Recentemente è stato anche ripubblicato in Urania Horror.
Il film non lo conosco, ma da come ne parli non sembra valere il recupero.
@ Long John Silver: a questo punto quasi mi pento di avere visto il film e non letto il libro... certamente il film non è un capolavoro, anche se non mi è dispiaciuto.
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