giovedì 23 settembre 2021

Noi

 1984 di Orwell lo conoscono tutti almeno per sentito dire, Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley lo conosce qualcuno, ma immagino che siano pochini quelli che hanno letto Noi, scritto da Evgenij Zamjatin (1884 - 1937), pubblicato addirittura negli anni '20. Eppure questo libro ha il pregio di avere illustrato delle cose che erano al di là da venire, con ampio anticipo sugli altri autori distopici, che ne sono in effetti stati influenzati. Non mi metto a farne un gioco di scatole cinesi, è noto che distopie e utopie sono con noi da moltissimo tempo; penso tuttavia che, al di là delle varie trovate fantascientifiche e fantapolitiche, vi siano state chiare influenze dal punto di vista letterario nel caso di Orwell, e vi spiegherò questa mia opinione alla fine del post.

L'autore è uno scrittore russo comunista, che visse nei tempi caldi della rivoluzione. Zamjatin scrisse Noi come avvertimento sul rischio di un affermarsi del totalitarismo in Russia, e sul soffocamento di ogni vivacità culturale sotto un piatto controllo statale: certamente colse nel segno e fu buon profeta, mentre una miriade di intellettuali si facevano grosse illusioni sul radioso futuro dell' "uomo nuovo" comunista. 

Proprio l'aver scritto questo libro (comunque pubblicato fuori dall'URSS) costò forti critiche a Zamjatin, che presto si trovò inoltre di fronte a una nuova leadership molto più severa (Stalin). Non poté più pubblicare in Russia. Per via delle amicizie influenti di cui ancora disponeva, Zamjatin ebbe infine la concessione di emigrare a Parigi, dove visse in cattive condizioni economiche negli ultimi anni. Senza peraltro fraternizzare con le comunità di Russi fuggiti all'estero per timore di persecuzioni, perché sebbene "ribelle," egli era ancora comunista.

L'ambientazione di Noi ci porta in una città di palazzi di vetro, circondata da una recinzione (il Muro Verde) che la separa dalla temuta natura selvaggia. Tutti vestono l'uniforme e non esistono più i nomi: le persone vengono chiamate con una lettera e un numero. Il protagonista, ad esempio, è D-503. Lo "Stato Unico," difeso da una agguerrita polizia (i Guardiani) regola la vita economica secondo le teorie Tayloriste sull'efficienza industriale. Le case sono di vetro perché "nessuno ha niente da nascondere" e la corrispondenza viene letta da una specie di portiere che è anche un poliziotto. Il sesso è un diritto, esercitato scegliendo la persona con cui praticarlo e consegnando un talloncino rosa per la gestione burocratica della cosa, dopo di che si possono abbassare le tende della casa per un certo tempo mentre si consuma l'atto. C'è una sorveglianza continua, cibo artificiale, l'individuo è solo una infinitesima parte della massa. Le somiglianze con 1984, ma anche con Il Mondo Nuovo, sono evidenti. Scrive il protagonista di se stesso:

la mia penna, abituata alle cifre, non è capace di creare la musica delle assonanze e delle rime. Io cerco soltanto di prender nota di ciò che vedo, di ciò che penso, - più precisamente di ciò che noi pensiamo (appunto: noi e che Noi sia il titolo delle mie note).

Da una parte D-503 è, almeno in parte, un uomo irreggimentato, nemmeno libero dentro la propria testa, e questo lo vediamo in continui tic di linguaggio e meditazioni nevrotiche, pedanti, sulla matematica e sulla razionalità, il che renderebbe una versione cinematografica di Noi piuttosto complicata da creare, volendo restare aderenti a tale dettaglio. Dall'altra parte D-503 è tormentato, è "malato," come pensa lui stesso. Il suo conflitto interno è importante tanto quanto quello narrato nella storia: non è completamente asservito al sistema, anche se fa una gran fatica a pensare di ribellarsi.

D-503 è l'ingegnere che sta progettando una nave spaziale, l'Integrale. Fiero di questa impresa, intende portare il suo diario nello spazio come testimonianza della Terra, e pensa che, nel caso di un incontro con abitanti di altri pianeti, magari incapaci di comprendere la felicità matematicamente esatta dello Stato Unico, "è nostro dovere costringerli ad essere felici." Qui vedo sia un preveggente riferimento alla cosiddetta "esportazione della democrazia," sia una critica della natura degli stati totalitari, dove la convinzione di aver raggiunto la forma di governo perfetta porta alla convinzione che chi non vi si adegui sia da considerare nemico, pazzo, o criminale.

Altre perle di D-503: "la libertà e la delinquenza sono così inseparabilmente legate tra loro come il movimento di un aereo e la sua velocità." E riguardo al fatto che non esista il voto segreto: "Noi non abbiamo nulla da nascondere e nulla di cui vergognarci: noi festeggiamo le elezioni apertamente, onestamente, alla luce del giorno. Io vedo come tutti votano il Benefattore; tutti vedono come voto anch'io per il Benefattore..." Nota: il Benefattore è l'autocrate dello Stato Unico, un po' come il Grande Fratello di Orwell.

Tutto sommato tra mille costrizioni le persone sembrano comunque godersi la vita. D-503 forma un triangolo sessuale (non amoroso, almeno dal suo punto di vista) con la "rosea" e femminile O-90 e il poeta R-13. L'equilibrio è presto rotto da I-330, enigmatica bellezza non convenzionale, seduttiva, amante di vizi proibiti (alcool e fumo).

Questa donna carismatica mostra apertamente a D-503 il suo violare le regole, sfidandolo ad andare a denunciarla alla polizia, cosa che il protagonista non fa. Il rapporto con I-330 renderà D-503 tormentato ma disposto a fare tutto ciò che la fascinosa rivoluzionaria gli chiede, rovinando perciò il rapporto con O-90 (che in realtà amava D-503), e prestandosi anche a un colpo di mano rivoluzionario che dovrebbe permettere ai nemici dello Stato Unico di prendere possesso dell'Integrale nel suo volo di inaugurazione.

I-330 è libera e originale, e D-503 è intossicato da questa diversità dalla norma, sebbene ne sia anche spaventato. Il movimento ribelle compie delle azioni e, presumibilmente, spaventa il potere, perché viene annunciata e resa obbligatoria un'operazione chirurgica per distruggere nei cervelli la fantasia, rendendo le persone completamente simili ad automi. Ovviamente questo servirà a rendere i cittadini più felici, perché la fantasia fa desiderare, e il desiderio di ciò che non si possiede rende infelici.

Il destino della ribellione non è certo, nel libro, ma il protagonista viene "normalizzato." D-503 riceverà una ramanzina da parte del Benefattore, che sottolinea la sua ingenuità: si è fatto sedurre solo perché ai nemici dello Stato Unico serviva l'astronave che stava costruendo. Sottoposto all'operazione per rimuovere la fantasia, D-503 confessa i suoi crimini contro lo Stato Unico. Ha poi occasione di vedere I-303 sottoposta alla tortura della "Camera pneumatica" ovvero soffocamento, e ha soltanto una blanda reazione, perché le sue emozioni sono state soppresse: nota comunque che I-303 non confessa, e non rivela nomi di altri ribelli.

L'enfasi sulla produttività e la ricerca scientifica, il conformismo, una libertà sessuale senza particolari obblighi, sono elementi che accomunano Il Mondo Nuovo di Huxley a questo libro. 1984 di Orwell ci presenta una cupa "teoria della dittatura" in cui anche la resistenza è uno strumento nelle mani del potere, pertanto è ancora più cupo e di Noi. Un altro aspetto che in Noi non è così spinto come in 1984 è il tema della sorveglianza continua, che forse all’epoca di Zamjatin non era così semplice da immaginare. Il personaggio di Julia in Orwell è a mio parere molto simile a I-330 di Zamjatin, e non posso fare a meno di pensare che Orwell, nel creare una storia che permetta di illustrare la sua distopia politica, abbia preso ispirazione da Zamjatin trasformando questo personaggio femminile e adattandolo alla propria trama.

Mentre Winston e Julia sono persone qualsiasi che scelgono di tentare di avere una loro vita privata e di ribellarsi, con Julia a fare da catalizzatore nel trasformare in ribellione l'infelicità di Winston, I-330 è invece una vera leader rivoluzionaria e D-503 un pezzo grosso del sistema, in quanto dirige la produzione della prima astronave. Ma il ruolo della donna "liberatrice," che chiama l'uomo all'azione per mezzo della propria sensualità irriverente nei confronti del potere, è molto simile nei due libri. Come simili alla fine sono il tradimento (reciproco nel caso di Orwell) e le torture. A D-503 la tortura è risparmiata ma, sebbene con un processo più semplice di quanto avvenga per il caso di Winston, si ritrova alla fine totalmente schiacciato e rimesso nei ranghi, privato di ogni velleità di ribellione, e asservito al potere.

Ci tengo a precisare che quanto affermo non è una negazione da parte mia di significati e validità di 1984. Ci mancherebbe. Ad ogni modo Orwell ha riconosciuto di aver ricevuto ispirazione da Noi, cosa che Huxley (secondo Wikipedia) non avrebbe fatto. Consiglio di leggere questo libro, incredibilmente in anticipo sui suoi tempi. Noi è un libro degno di nota, di lettura non facilissima ma comunque ricco di contenuti in uno spazio breve, e con molte osservazioni pungenti.


In conclusione di questo lungo post, ecco alcuni link ad altri articoli collegati all'argomento, presenti su questo blog.

1984 (il libro).

1984 (il film).

Nel 2000 non sorge il Sole è un altro film basato su 1984.

Un "guest post" su Brave New World (Il Mondo Nuovo) di Huxley, e le mie considerazioni sul medesimo libro.

Il libro e il film dedicati a Fahrenheit 451.

Una riflessione sulle distopie per "young adults."


Nessun commento: