Vivere in un tempo in cui i videogame non esistevano nemmeno. E poi una vita a produrli, con la tecnologia che permetteva di creare giochi sempre più sorprendenti. Questo ci racconta uno degli uomini per me più invidiabili della Terra (riferendomi al suo mestiere). Sid Meier ha prodotto moltissimi giochi per computer: di quelli strategici e gestionali firmati da lui ne ho visti diversi, ma il punto di riferimento è Civilization, una "franchise" di enorme fama, una specie di simulazione del mondo.
I videogame li ho conosciuti da ragazzino, consumando pile di monete da cento lire al bar per giocare Space Invaders e i suoi successori. Ho avuto un PC più tardi, e ricordo di essere rimasto folgorato dal primo Civilization. Un gioco di guerra, sì, ma anche gestionale con enormi possibilità di scelta. Sid Meier continuò a sviluppare questo gioco e altri, evolvendo e facendo crescere le sue creazioni, in una industria che, partendo dal niente, raggiunse dimensioni enormi.
Oggi, a sessant'anni e qualcosa, Sid propone una autobiografia. Parla di come il mondo dei giochi sia cambiato, al punto tale che oggi forse Civilization non potrebbe uscire nemmeno, perché la maggior parte dei giocatori vuole qualcosa di più immediato.
Sembra strano detto da lui. Ma Civilization è davvero cambiato, al punto che io stesso dopo essere stato deluso sia da Civ 5 che da Beyond Earth, avevo deciso di non giocare il successivo Civ 6. Per inciso, poi ci ho giocato, perché una piattaforma online lo ha offerto come omaggio. Per alcuni aspetti corregge qualcuna delle brutture di Civ 5, i possibili assetti sociali sono giocabili in una maniera più razionale, qualcosa nell'uso delle unità militari è migliorato. Altri aspetti purtroppo sono invece confusi, non vedo veri progressi, e l'intelligenza artificiale è notoriamente inetta.
Non amo più i giochi di Sid Meier, ma certo ai tempi la sua vita deve essere stata divertente...
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