Ho letto questo ebook sperando di provare qualche brivido lovecraftiano. Tutti i racconti, come premessa della raccolta, riguardano in un modo o nell'altro la biblioteca della Miskatonic University e i libri proibiti in essa contenuti. Alcuni dei racconti sono molto belli ma, se devo essere sincero, nessuno tanto da dare la botta potente, da risvegliare l'orrore cosmico che desideriamo dal nostro caro scrittore. Ma, in effetti, nel terzo millennio questa è materia anche troppo conosciuta e rimasticata, che difficilmente può creare novità. E solo alcuni dei racconti di H.P. Lovecraft avevano davvero avuto quell'effetto su di me.
Le idee a dire la verità non mancano...
In un racconto abbiamo un testo maledetto che, trasmesso in rete in base alla libera condivisione della conoscenza, diventa un virus informatico e poi biologico (con pessime, pessime conseguenze). In altri abbiamo gente che finisce male e a volte malissimo mentre cerca di impadronirsi di testi maledetti, ma anche testi maledetti che sanno decidere da soli in che mani andare a finire... non manca una visita alla leggendaria terra di Ulthar, e relativi gatti.
Ma in alcuni dei racconti il mondo di Lovecraft è troppo banalizzato. Tra viaggiatori che devono recuperare i libri nei posti più impensati, difensori di sacri o blasfemi segreti che creano trappole a gente ancora più blasfema che vuol sapere troppo, tentazioni cui non si sa resistere (costituite da libri di incantesimi tanto utili che ci si dimentica sempre che chi li ha usati è andato a finire male), abbiamo spesso a che fare con personaggi che conoscono per filo e per segno il mondo occulto in cui si muovono. Qualsiasi pretesa di scoperta è morta.
La differenza non è da poco. E per me no, così non funziona. Per quanto sapessi benissimo, già anni fa quando leggevo Lovecraft, che il protagonista stava per incontrare qualcosa di mostruoso (ma il lettore non novizio sa già tutto), quella che contava era l'esperienza dell'uomo di fronte all'inimmaginabile. Il lettore sa o immagina già, ma il protagonista non deve ancora sapere niente, o al massimo crede di sapere qualcosa, per poi incontrare una sorpresa ancora più terribile. Se ci troviamo ad avere a che fare con personaggi che trattano i miti di Cthulhu come il proprio mestiere, come una avventura di Indiana Jones, l'atmosfera è morta, è stantia, non ci sono emozioni.
Non che con questo io voglia dire che sia facile creare una atmosfera "lovecraftiana," e la mia opinione non la voglio imporre a dogma. Ma credo che uno degli ingredienti fondamentali sia che il protagonista non conosca (o non conosca a fondo) ciò che sta affrontando.
Precisato il mio punto di vista, trovo comunque che alcuni racconti siano molto carini, e cito i migliori:
The White Door, di Douglas Wynne
One Small Change, di P.D. Cacek
The Children Collection, di James Van Pelt
Not in the Card Catalog, del grande Darrell Schweitzer (uno dei due curatori della raccolta).
Fatte le mie precisazioni, consiglio questo libro? Se siete amanti di Lovecraft e delle sue atmosfere (e se leggete in inglese) lo consiglio, perché certamente vi troverete qualcosa che vi piacerà.
3 commenti:
Peccato che non si trovi in italiano, perché da grande amante di Lovecraft, mi ha incuriosito. Certo, sono d'accordo con te sulle atmosfere: quelle lovecraftiane fanno del mistero, dell'ignoranza (e della pochezza) dell'uomo di fronte ai Grandi Antichi, e, soprattutto, dell'inenarrabile, dell'indescrivibile di fronte all'orrore appena scoperto, i punti di forza.
A dire il vero il mio giudizio su questa raccolta è "così così," salvo una minoranza degli scritti. Se vuoi un racconto (lungo) di un italiano che supera per qualità molti di questi autori lo trovi qui:
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Infatti ero molto curioso riguardo quella "minoranza". E grazie per il consiglio di "Il Treno di Moebius", lo leggerò molto volentieri!
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