venerdì 10 gennaio 2020

Passengers

Ho recuperato questo film del 2016 basato su un'idea stuzzicante, ma che non mi pare troppo ben riuscito. Pone se mai un'interrogativo: basta un aggancio interessante per far partire una storia che funziona?
Passengers, film diretto dal norvegese Morten Tydlun (The Imitation Game), può limitarsi a un cast molto limitato per il tipo di storia che vuole esplorare: una nave spaziale che porta 5.000 coloni ed un equipaggio, tutti in animazione sospesa, subisce un impatto imprevisto, molto forte, tale da causare un'avaria per cui un uomo (Jim Preston, interpretato dall'attore Chris Pratt, che conosco dall'universo dei supereroi Marvel) si sveglia dall'ibernazione per malfunzionamento del "pod" dove se ne stava addormentato.


Può tornare a dormire? No, non può. Cosa succede a un poveraccio che, in quella situazione, non può tornare a ibernarsi né ricevere soccorso? Il viaggio è lungo e la Terra è già troppo lontana per fornire assistenza di alcun tipo. L'equipaggio è ibernato a parte, in un settore irraggiungibile...
[la trama sarà COMPLETAMENTE RIVELATA da qui in poi...]


Il computer di bordo non dà a Jim risposte sensate perché il guasto "è impossibile," il messaggio all'help desk sulla Terra otterrà una risposta fra svariati decenni. C'è un androide-barman cui Jim spiega il problema: l'androide riconosce che la sua presenza da sveglio è teoricamente impossibile, ma prende prosaicamente atto del fatto che le cose stanno così, senza poter comunque fornire assistenza (ma solo alcolici).

Troppi anni da passare da solo, più di una vita umana. Jim morirà dunque durante il viaggio.

La domanda è: cosa fare a questo punto? Dapprima Jim (che è un tecnico di medie capacità) studia la possibilità di intervenire sul pod di animazione sospesa, ma si rassegna all'impossibilità del tentativo, poi si diverte con le amenità della nave cui può avere accesso, mangia bene e guarda dei film, e fa anche una passeggiata nello spazio. Inevitabilmente poi si lascia andare, sta male per la solitudine, medita di suicidarsi aprendo un portello e lanciandosi nel vuoto, insomma non ce la fa più. Ed è comprensibile. A questo punto, per avere compagnia femminile, riflette sulla possibilità di svegliare una passeggera di prima classe, una bellona dal nome Aurora Lane (interpretata dalla celebre Jennifer Lawrence).

La storia in effetti è abbastanza prevedibile. Jim, dopo l'inevitabile dibattito morale con se stesso e con l'androide, lo farà, tirerà fuori la bella dall'animazione sospesa. Anche se sa che così facendo la condannerà a non raggiungere viva la destinazione. Difficile spiegare alla ragazza una cosa del genere... L'idea sarebbe di rimandare (all'infinito?) la rivelazione su cosa è successo, ma una incauta rivelazione del barman robotico farà sì che Aurora venga a sapere tutto.

E le cose cambiano. Dopo il risveglio la ragazza si era (inevitabilmente, viste le circostanze) impegnata in una relazione con Jim, ma dopo aver saputo come stanno le cose è giustamente infuriata. Quindi i due vivono da "separati in casa" nell'astronave lunga un chilometro, incontrandosi il meno possibile.


Questa trama non basta per un film, per cui succederanno altre cose. L'impatto che ha svegliato Jim provoca molti altri guasti, tra cui, alla fine, il malfunzionamento di una altro pod. Così si sveglia, gravemente danneggiato nel fisico, un ufficiale di nome Gus (Lawrence Fishburne, che tra tanti ruoli è stato Morpheus in Matrix). Il poveraccio serve alla trama del film, nel poco che gli rimane da vivere, per rivelarci che esiste un guasto critico, che sta per portare alla distruzione della nave, e per dare ai due protagonisti il suo bracciale-badge che consente di aggirare tutte le proibizioni dei computer di bordo.

Aurora e Jim si impegneranno in una laboriosa e rischiosa lotta per salvare la nave, in un difficile frangente Jim si vorrebbe sacrificare eroicamente per salvare lei e i viaggiatori addormentati, ma Aurora lo salva uscendo nello spazio a riprenderlo mentre sta perdendosi nel vuoto.
Alla fine il guasto (al reattore) è riparato.

Con le sue capacità tecniche, dopo questa crisi, Jim scopre che sarebbe in grado di trasformare il letto (robotico) dell'infermeria in un pod di animazione sospesa per permettere alla ragazza di continuare il sonno fino a destinazione. Sarebbe il rimedio per l'ingiustizia che lui ha commesso. C'è ovviamente posto solo per una persona.

Ma a questo punto Aurora, romanticamente, accetta di vivere e morire assieme a Jim. Quando tutti gli altri si risveglieranno dopo decenni di viaggio, troveranno parte dell'astronave trasformata in un giardino e sapranno, dalle registrazioni, della storia di Jim e Aurora (che non hanno lasciato figli).

Il film è stato costoso (molti effetti speciali) ma ha guadagnato bene, sebbene la critica lo abbia definito noioso e privo di immaginazione. Una cosa che mi sento di criticare della premessa è il fatto che Jim trovi tutto a disposizione (compreso un androide-barman e dei ristoranti serviti da automi) in una nave dove nessuno dovrebbe essere sveglio e attivo per così tanto tempo. Inoltre il fatto che nella storia esista un'astronave del genere ma i computer siano così poco avanzati da non poter compiere qualche ragionamento autonomo sul fatto che Jim è stato svegliato... è una cosa che m'infastidisce un poco.

Quanto all'idea, che è certamente intrigante, da sola non sostiene il film: infatti abbiamo anche tutto il drammone che viene dopo per rendere vivace la storia, mostrare qualche scena spettacolare in più, e dare un senso al rapporto fra Jim e Aurora. La trama dei due personaggi isolati nella nave potrebbe essere una buona trovata per un libro o un racconto, dove si esplorano i sentimenti dell'uomo che muore di solitudine, e della donna che sa di essere stata privata della propria vita perché lui si sentiva solo. E il loro rapporto. Insomma una cosa molto più adatta alla carta stampata o a un film d'essai che non a un costoso blockbuster americano. Tanto di cappello quindi ai produttori che hanno tratto un successo commerciale da questo Passengers.



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