mercoledì 7 gennaio 2015

Utopia

Una serie televisiva fantascientifica, ma nemmeno poi tanto: c'è solo un presupposto che, spero, non è al giorno d'oggi realizzabile in campio biochimico. E qui mi fermo con le anticipazioni.



Utopia, di produzione britannica, ha avuto due sole stagioni. Ho visto la prima e l'ho giudicata intelligente e non stereotipata, se non nella riproposta di una gran quantità di teorie della cospirazione in chiave sia mortalmente seria (in parte) che ironica (in qualche scena).


La serie è ricca di scene tremendamente violente, di gente che viene ammazzata con cinismo e indifferenza, talvolta senza nemmeno capire di essere stata coinvolta in qualche modo in un intrigo micidiale tra forze che non si fermeranno di fronte a niente.

Molte le peculiarità di questa serie. Dal punto visivo una certa spettacolarità ricercata, sebbene non ci siano scene con costose coreografie all'americana. Abbiamo una certa quantità di incendi e di esplosioni, parecchi ammazzamenti con molto sangue e budella (fin troppo), scenografie molto curate con la ricerca di colori luminosi e tonalità da pastello, quasi a voler dare un'atmosfera fumettistica alle immagini.

Tematiche forti. Il fine giustifica i mezzi? I dubbi morali toccheranno un po' tutti i protagonisti: ci saranno molte sorprese. I cattivi sono spaventosamente cattivi ma hanno le loro motivazioni, lo spettatore avrà qualcosa su cui riflettere quando le scoprirà. Motivazioni inerenti a problematiche di cui abbiamo parlato anche su questo blog.

Personaggi tormentati, torturati, la cui vita è stata sacrificata per raggiungere gli obiettivi di altri. Quanto è possibile recuperare la propria umanità dopo esperienze del genere?

E soprattutto un tema che mi è caro, in quanto l'ho trattato nel mio libro Khaibit (al momento attuale disponibile gratuitamente). Nella serie televisiva un gruppo di persone che si conoscono assai poco è all'improvviso coinvolto in una lotta per la vita e per la morte, e sono persone normali, con tutti i limiti delle persone normali! Nel mio libro succede qualcosa di molto simile, anche se si tratta di un gruppo di presonaggi con poteri paranormali, assai comuni per tutto il resto.

Qualche attore molto convincente. Nella parte della (inizialmente) misteriosa Jessica Hyde abbiamo l'attrice (anche di teatro) irlandese Fiona O'Shaughnessy. Intensa ed espressiva.
Arby, un killer spietato dall'aria stralunata di cui scopriremo molte cose, è interpretato da Neil Maskell, che vanta una lunga filmografia fatta di pellicole che... non conosco. L'attrice gallese Alexandra Roach interpreta Becky, che fa parte del gruppo di fuggitivi ed è la migliore attrice fra di essi (ma ci sono due ragazzini piuttosto bravi...). Il migliore di tutti forse è però lo sceneggiatore Dennis Kelly, che ha elaborato le idee della trama. Bella anche la musica.

Ho apprezzato molto la prima serie, e la consiglio, ma attenzione ai contenuti assai violenti.


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