Non so se questa (prossima) copertina sia vera o inventata ma rende lo spirito di un giornale irriverente, la cui satira spesso è andata oltre il limite di ciò che io trovo piacevole e godibile, ma che nessun fanatismo religioso ha diritto di soffocare.
12 commenti:
Tanti adesso stanno parlando di questo fatto. Non so quanto possa servire, dato che alle parole non seguiranno fatti e se ci saranno azioni non porteranno a nulla di buono (rammento quello che successe prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale: un clima teso come questo, con tante provocazioni cui si sarebbe potuto reagire in maniera diversa). Nessuna satira giustifica in nessun modo una reazione del genere: non è religione, non è difesa del rispetto e della dignità delle credenze di un popolo, è integralismo fanatico e pazzo, dove le uniche cose che regnano nell'animo di certi individui è morte, violenza e ideali traviati; in poche parole dei pazzi, di quelli pericolosi.
In questo caso, gli attentatori si sono attaccati al presto delle vignette satiriche (che in alcuni casi sono state esagerate, erano di pessimo gusto, ma non certo da avere come reazione una strage), ma che dire di quando gente con pensieri e ideali simili ha sterminato decine di persone solo perché non si volevano convertire alla loro religione, non volevano cambiare credo, avendo sempre però rispettato quello altrui?
Si è di fronti a una cultura prepotente, oppressiva, che non fa altro che bestemmiare, perché la vera bestemmia è quella di nascondersi dietro il nome di Dio per portare avanti i propri fini di conquista e imposizione.
Dovunque l'Islam confina con qualcun altro (o occupa il medesimo territorio) esiste una guerra strisciante o conclamata, più o meno caratterizzata da connotazioni religiose (incluse le guerre tra differenti denominazioni dell'Islam stesso). Sudan, Nigeria, Paesi ex-URSS (ricordate Beslan?), India, Egitto, Siria, Iraq, Libano, Nordafrica, Turchia (dove ogni tanto qualche prete cristiano ci lascia la pelle), e ovviamente USA, Canada, Europa... certamente ho dimenticato qualche luogo. Va bene che la guerra santa la vuole il loro Dio (nella sua immensa saggezza), ma non sarà il momento che si diano una calmata?
E' il pretesto di chi vuole conquistare e aumentare i suoi domini (l'ha fatto anche la Chiesa, vedasi le Crociate): per interessi economici, si dà la "colpa" a Dio, che questo è il suo volere, quando invece lui ha detto tutt'altro (ma dimentichiamolo, tanto sono in pochi a leggere davvero i testi sacri). Solo strumentalizzazioni. Certe tipologie di persone non si daranno mai una calmata, continueranno a fiorire nel proliferare dell'ignoranza, sfruttando i punti deboli d'individui suggestionabili, condizionabili o estremisti come loro.
Non sono un ammiratore della chiesa cattolica, ma le crociate mi sembrano un po' fuori dal contesto...
Anche quelle sono state guerre fatte in nome di Dio
Dopo le guerre di religione del '600 i popoli di cultura cristiana non hanno lanciato dei conflitti su larga scala per motivi religiosi. E le guerre per il controllo delle risorse petrolifere sono state decise da stati laici. Quindi ciò che il cristianesimo possa aver fatto di bello e di brutto credo che c'entri assai poco con il comportamento degli "estremisti" islamici.
Comunque a ciascuno la sua opinione.
E' per mostrare il ripetersi di elementi e motivazioni nella storia degli estremismi, che hanno la stessa natura (integralismo fanatico spesso legato a ignoranza) a qualsiasi epoca, cultura, religione essi appartengono, e che danno gli stessi frutti (violenza e sofferenza). In tanti secoli passati ancora non si riescono a comprendere questi errori e si continuano a ripetere: forse è questo che si vuole.
Il problema è alla radice. io non ho mai letto il Corano (anche se l'ho scaricato integrale per potermi fare un'idea, provo fastidio per i presunti storici delle religioni che compaiono come funghi ogni volta che accadono queste tragedie), ma già dalle poche nozioni che riceviamo a scuola qualcosa posso dirla: Maometto non è Gesù. Se il secondo si fece largo e conquistò consensi con la predicazione pacifica, il primo fu più un conquistatore che non un profeta, che usò la religione da lui creata come collante per la sua gente e come pretesto per razziare. Tanto che il Corano contiene anche norme penali e "costituzionali" che impediscono la scissione fra spiritualità e stato.
Se oggi si guarda la sfera di influenza islamica, si capisce come esso si sia diffuso dove dimostrava superiorità militare... è inutile nascondercelo, se il buon Carlo Martello non li avesse fermati con la spada a Poities a quest'ora metà europa avrebbe i minareti.
In virtù di queste premesse, si capisce come di islamici moderati singolarmente intesi se ne trovano moltissimi (o anche in formazioni più o meno grandi, ma relative rispetto alla totalità dell'Islam), ma L'islam complessivamente inteso fa fatica a emanciparsi da una logica di violenza e produce un grosso numero di estremisti e ci vorrà ancora molto prima che nasca un "illuminismo islamico". è una religione di conquista, e solo teologi islamici e dottrina particolarmente illuminata potranno emancipare l'islam da questo "peccato originale". Il tutto accompagnato da una separazione Stato/religione.
Concordo. Queste grosse differenze mi convincono sempre più che le popolazioni musulmane siano culturalmente incompatibili con noi. Con tutta la buona volontà di quelli che parlano di integrazione, credo che lasceremo un'eredità pesantissima alle prossime generazioni (sempre che la faccenda non scoppi in faccia a noi stessi!).
I musulmani si potranno anche integrare, ma il prezzo sarà la perdita di alcune loro peculiarità culturali (per fortuna aggiungerei, vedi condizioni donna).. quindi non si parla di multiculturalismo, ma di assimilazione, cosa ben diversa. Se sviluppo dell'islam ci sarà, sarà da islamici educati qui e venuti a contatto con la nostra cultura, quindi islamici "atipici" rispetto all'ambiente socio-culturale che la maggior parte degli islamici vivono.
Proprio per questo parlo di incompatibilità culturale. Già un Islam laico - prima condizione per convivere con l'occidente - è praticamente una contraddizione in termini: è esistito per qualche decennio qualcosa di simile in Turchia, paese che deve comunque ancora elaborare la responsabilità di un genocidio mai confessato, ma il nuovo "pascià" Erdogan sta facendo dei passi indietro... da gigante.
Sicuramente l'Islam ne uscirà rinnovato profondamente se dovesse integrarsi con noi. Oppure in sé il dogma resterà lo stesso, ma gli islamici saranno un po' come i nostri "cristiani della domenica". vedremo, certo gli islamici ortodossi non potranno mai trovare spazio.
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