martedì 4 ottobre 2011

Scrivere Fantasy e arte della guerra

Argomento fonte di tante polemiche: gli scrittori di fantasy non sanno descrivere una battaglia, non sanno nulla di questioni militari e le descrizioni che scrivono sono ridicole.
Forte di letture pluriennali sull'argomento, provo a dire la mia sulla Vetrina di Mondi Immaginari. Spero che i due articoli sull'argomento (uno sulle questioni più "strategiche" e uno che esamina alcune battaglie storiche) siano graditi: nel caso, fatemelo sapere commentando su questo post.
Sempre sperando che gli spammer mi lascino in pace.

8 commenti:

Uberto Ceretoli ha detto...

Ciao Bruno, ho letto i tuoi due articoli e sono molto interessanti. Mi ritrovo in quanto già appreso nei miei sacri manuali di riferimento per la guerra e l'assedio e, al riguardo, ti consiglio "The annals of a fortress", di Viollet-Le-Duc (che purtroppo non è tradotto in italiano). Per quanto riguarda il fatto che gli scrittori fantasy non sappiano descrivere una battaglia mi trovi d'accordo: io ho dovuto imparare a farlo per scrivere gli assedi e le battaglie de "Il sigillo della terra" ma ho dovuto anche spiegare certi meccanismi sconosciuti ai profani tipo gli assediati che mettevano bacili colmi d'acqua sulle mura per individuare le mine.
Ammetto che leggere in una battaglia fantasy di un generale che rivoluziona lo schieramento gridando l'ordine (in mezzo al clangore dello scontro) fa un po' cadere le braccia però allo scrittore inesperto può risultare più facile che spiegare gli alfieri che sbandierano e le staffette che partono con i messaggi...

Bruno ha detto...

@ Uberto Ceretoli: credo che non saper molto di queste cose non sia un crimine, ma se uno vuole scrivere fantasy e includere una battaglia nella sua narrazione, sia meglio a questo punto... o informarsi decentemente, o sorvolare e dare pochi dettagli.
Oddio, la faccenda dell'acqua non la sapevo nemmeno io...

Uberto Ceretoli ha detto...

Convengo con te che sia meglio informarsi: se in un fantasy viene menzionata una possibile battaglia, allora da lettore PRETENDO la battaglia. Non è corretto sminuire la tensione di uno scontro con due righe di descrizione. Voglio assaporare il sangue, la paura dei lancieri che fronteggiano i cavalieri, voglio il rombo della terra che vibra sotto la carica della cavalleria, voglio gli schiocchi del legno delle macchine da guerra negli assedi, voglio il senso di oppressione dei genieri che scavano la mina. Se non si sanno scrivere queste scene, allora è meglio non includere una battaglia, non è obbligatorio!

Bruno ha detto...

Tutto vero. Comunque uno scrittore che non si dilungava certo in cose militari, come Moorcock, ha saputo dare un feeling da battaglie antiche ad alcuni scontri (descritti nel suo Elric) con pochi semplici elementi, espressivi e ben ragionati. Ma sospetto che da bravo inglese Moorcock ne sappia più di quanto dà a vedere.

Francesco La Manno ha detto...

Ciao Bruno,
ho letto i tuoi articoli e mi sono piaciuti molto. Adoro leggere le descrizioni di battaglie nel fantasy, tuttavia io non sarei così rigido come Uberto.
David Gemmel, Karl Edward Wagner, ma soprattutto Joe Abercrombie hanno narrato scene di guerra, senza esagerare con i dettagli e non penso che ciò sia da stigmatizzare.

Bruno ha detto...

@ Francesco La Manno: grazie per i complimenti. Quanto alla necessità dei dettagli, io continuo a pensare che non ci voglia per forza molto testo per rendere le sensazioni di una battaglia. Poche cose, quelle giuste.
Poi, alla fine, va pensato anche quanto sia pertinente la battaglia con il resto della storia. Se la battaglia è sullo sfondo, non pretendo che sia per forza portata in primo piano (però è interessante, quando succede...).

Francesco La Manno ha detto...

Sono d'accordo con te.

Francesco La Manno ha detto...
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