martedì 13 maggio 2008

I mondi condannati di Clark Ashton Smith


Un autore della stessa epoca di Tolkien, Lovecraft, Robert Howard. Ma non scrisse l'epica solenne del Signore degli Anelli, non si distinse per aver creato un universo malvagio dove il sovrannaturale è malevolo e minaccioso, non creò un protagonista capace di stare sul palcoscenico del fantastico come Conan il Barbaro.
Clark Ashton Smith, che scrisse più che altro racconti e poesia, creò degli stupendi mondi immaginari, eppure è andato dimenticato.
Un ottimo esempio del suo stile cupo ed evocativo è nei racconti ambientati nel mondo di Zothique, praticamente l'ultimo continente abitato di una Terra lontanissima nel futuro.
Il sole si è indebolito e la scienza è stata ripudiata, negromanti e stregoni si contendono il potere in un mondo che muore a poco a poco. Nel continente di Zothique le terre si trasformano lentamente in distese sterili, e da un racconto all'altro quello che era un regno fiorente diventa una lontana leggenda sepolta dalle sabbie o consumata dal vento.

Per dare qualche idea dello stile ricchissimo di questo autore, prendiamo un brano da I Negromanti di Naat:

Yadar, principe d'un popolo nomade della regione semidesertica chiamata Zyra, aveva seguito attraverso molti regni una traccia che spesso si era rivelata più sfuggente di un tulle lacero. Da tredici lune egli cercava Dalili, la sua promessa sposa, che i mercanti di schiavi di Sha-Karag, rapidi e astuti come i falchi del deserto, avevano strappato all'accampamento tribale insieme a nove altre fanciulle (....)
Travestito da mercante di tappeti, accompagnato da quattro dei suoi uomini camuffati come lui, e guidato soltanto dai pettegolezzi dei bazar, egli era andato da una capitale all'altra del continente di Zothique. Uno ad uno i suoi compagni erano morti di febbri misteriose o per le fatiche del cammino...


Una storia disperata il cui inizio è tratteggiato con brevi accenni dall'incredibile forza, un inseguimento tragico che prosegue in un mondo di orrori, destinato a una chiusura dolceamara, con un combattimento che tronca la speranza in un paio di colpi di spada, e una nuova vicinanza all'amata nel limbo della morte vivente.

Altri racconti del mondo di Zothique trattano di maghi e di re, di arroganza punita e di crudeltà sopraffine, di misteri orrendi nascosti in rovine lontane, di avventure condannate e di sensualità peccaminosa. A volte sembra un'altra epoca, a volte sembrano storie scritte ieri, con una prosa dal grandissimo potere evocativo.
Questo mondo decadente e misterioso, dai toni barocchi e macabri, per certi aspetti non ha paragoni in tutta la letteratura fantasy. Una gemma persa nel tempo, nota ormai solo ad un pugno di lettori.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo.
Anche con qualche piccolo scivolone (ricordate le "mistiche sillabe della creazione"?) C.A. Smith rimane una pietra miliare nella narrativa fantastica e horror della prima metà del '900. Era un vero poeta (anche quando scriveva in prosa) e fortunatamente in Italia ha avuto quasi sempre degni traduttori (cosa che non avviene spesso nel nostro settore). Un bellissimo articolo su Smith era stato redatto da Giuseppe Lippi (credo nel '79) su Robot; mi pare si chiamasse "Clark Ashton Smith: un universo di giada".
Speriamo in una riedizione ragionata delle sue opere (anche se ne dubito), sia fantasy che horror, essendo stato uno dei creatori dei Miti di Cthulhu assieme a Lovecraft e Bloch.

Bruno ha detto...

Alberto, ti ringrazio di avermi ricordato le risate che mi feci sulle tre mistiche sillabe (adesso purtroppo non le ricordo, se no farei partecipi anche gli altri lettori).
Non sapevo che C.A.S. avesse una responsabilità così diretta nella creazione dell'universo lovecraftiano, per la verità.

Anonimo ha detto...

Le tre sillabe non le ricordo esattamente neppure io, ma posso documentarmi...
Per quanto riguarda i Miti di Cthulhu, C.A.S. ha scritto racconti ambientati negli anni '20 nei quali amplia e definisce la mitologia: Ubbo-Sathla (il primo shoggoth), le avventure in Hyperborea, di fatto i suoi Voormis adorano Tsathogghua e combattono Ithaqua, gli uomini-serpente ecc.
Stranamente in Zothique non sembrano esserci riferimenti ai Miti (anche se alcune creature ricordano i ghoul).
Credo che il dario spesso presente nei commenti abbia vissuto o masterizzato una campagna in Zothique, ma potrei sbagliarmi...

Bruno ha detto...

Ammetto di non aver sufficiente conoscenza sull'opera di C.A.S. e di ignorare questo aspetto della sua produzione...

Dario ha detto...

Finalmente! Un'ode al Grande Maestro!

E' uno dei miei preferiti, dal momento che non è stato riportato il poema che riassume il mondo di Zothique dove C.A.S. ha ambientato tanti dei suoi racconti lo faccio io:

**********
Zothique

Colui che ha calpestato le ombre di Zothique
E ha guardato il suo obliquo sole rosso-brace
Mai più ritornerà alla vecchia terra,
Dimorerà su una costa lontana,
Dove città si sgretolano nella nera sabbia marina,
E gli dèi morti bevono acqua salmastra.

Colui che ha conosciuto i giardini di Zothique
Dove sanguinano i frutti lacerati dal becco del Simorgh,
Non assapora i frutti di più verdi emisferi:
E sotto lontani pergolati,
Nei cicli di tramonti di anni più bui,
Sorseggia un vino di amaranto.

Colui che ha amato le folli fanciulle di Zothique
Non tornerà a cercare un amore più dolce,
Nè distinguerà il bacio del vampiro da quello dell'amante:
Per lui lo spettro scarlatto
Di Lilith, dall'ultima necropoli del tempo,
Si leva appassionato e maligno.

Colui che ha navigato sulle galee di Zothique
E ha visto grandeggiare le strane guglie e i picchi,
Deve affrontare ancora il tifone inviato dall'incantatore,
E prendere il posto del timoniere,
Su oceani scatenati dalla luna mutata
O dal Segno ricreato.
******

Tutti i racconti e le poesie di C.A.S. sono reminescenti di un senso macabro o di agonia, ma in Zothique questo incedere è particolarmente accentuato. Zothique è inteso essere il nostro mondo in un lontanissimo futuro, una Terra alla fine del suo ciclo dove la candela della civiltà comincia a sputacchiare sotto un sole morente e ciò che rimane dell'umanità annebbia la propria coscienza nella depravazione e decadenza con un ritorno ad antiche conoscenze perdute (e proibite) tipo la stregoneria ed ancor più antiche ed oscure divinità. L'ambientazione è molto arabeggiante stile "Mille e una Notte" ma molto più 'dark'....
Sicuramente si tratta di un tipo di ambientazione che non incontra i gusti del lettore medio, ma la ritengo assai potente.

@Alberto: è vero ho gestito una campagna di rpg ambientata in Zothique :-)

Per chiunque fosse interessato ad approfondire la conoscenza di questo artista (lo definirei così perchè oltra a scrivere dipingeva e faceva anche lo scultore) esiste sul web un sito dedicato a lui ed alle sue opere (di cui molte sono anche disponibili tradotte in italiano):

http://www.eldritchdark.com/

Dario ha detto...

...Praticamente ho ripetuto alcune cose dette da Bruno già nell'apertura del tema ma l'impeto iniziale è stato troppo forte...
E' il 'richiamo di Zothique'... ;-)

Anonimo ha detto...

bel blog, complimenti.

soprattutto gli articoli su Clark ashton smith (che adoro) e su Runequest...

ciao!

Bruno ha detto...

quello di C.A.S. è un club per pochi iniziati... e in effetti anche quello di RQ