Sta cambiando tutto? L'elezione di Trump negli USA sembra marcare una serie di svolte improvvise nella politica e nella società (occidentale). Cominciamo la riflessione da questo video del Corriere, in cui il buon Rampini nota che le piazze erano vuote in occasione di una protesta contro il nuovo (ritornato) presidente.
Nonostante le sparate del nuovo presidente (mi prendo la Groenlandia, faccio dazi al 25% contro l'Europa, il Messico...) sembra che gli avversari siano attoniti. In effetti alle elezioni non c'è stata una valanga di voti repubblicani. Sono gli avversari che non si sono disturbati ad andare a votare per Kamala Harris. Forse erano stanchi degli eccessi delle politiche woke e dell'ala sinistra del Partito Democratico, troppo lontana dalla gente comune.
A metà febbraio, in visita in Europa, il vice di Trump, JD Vance, ha martellato le pratiche antiliberali dell'Unione Europea, le pratiche di censura strisciante (di cui ho parlato in un recente post), l'abbandono dei principi di libertà di parola, azioni come l'annullamento (scandaloso) delle elezioni in Romania, e via dicendo. Insomma ha condannato il regime orwelliano-soft dell'Europa.