sabato 8 marzo 2025

American Primeval

 American Primeval è una serie TV in sei episodi arrivata su Netflix all'inizio dell'anno, e che in effetti ho subito visto, anche se ne parlo soltanto adesso. L'ambientazione ci porta nello Utah, nel periodo in cui esplodeva il conflitto tra i Mormoni, la setta religiosa che voleva il controllo del territorio (se preferite, si chiamano la "Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni"), e il governo statunitense. A complicare la questione vi sono anche i nativi, le tribù che si sentono sempre più minacciate e che diventano parte in causa nei contrasti che si scatenano nel territorio.

Anticiperò nel post un po' del primo episodio: la serie segue le vicissitudini di Sara, donna in fuga e con una taglia sulla testa, e di Isaac, un bianco vissuto tra i nativi, esperto della zona, e che si sforzerà di proteggere la donna e suo figlio. Sara è interpretata da Betty Gilpin (che è stata protagonista in The Grudge, remake del film giapponese), mentre nei panni del protagonista maschile abbiamo Taylor Kitsch (Lone Survivor, True Detective).

American Primeval è una storia di gente che cerca di costruire una vita (gente di frontiera, coloni in viaggio con le carovane, nativi e via discorrendo) in mezzo a un ambiente di cinismo, tradimento e violenza. Violenza che può mescolarsi all'ipocrisia quando si cerca di far cadere la colpa su altri, quando si accetta che nei massacri finiscano anche quelli della propria fazione. Nota: i Mormoni non ci fanno una gran bella figura, e infatti hanno criticato la serie.

Insomma, una storia dura e viscerale che non risparmia nessuno, dove la gente viene ammazzata senza preoccupazioni e senza rimpianti. Su Rotten Tomatoes, sito USA che aggrega le critiche, la serie ha una buona valutazione e questo giudizio: "ben girato e decisamente tetro, American Primeval espone il proprio punto di vista sulla profonda efferatezza della nazione con un effetto persuasivo e talvolta desensibilizzante."

Direi che il giudizio è corretto. Qui non ci sono tempi morti, si ammazza sempre, c'è sempre un motivo per uno scontro, sempre una carogna, un fanatico religioso o un cacciatore di taglie in agguato. L'eccesso di violenza è la cosa che più salta all'occhio della serie. A me non dispiace affatto, ma riconosco che si tratti di un vizio. La storia comunque è accattivante, mantiene la tensione fino all'ultimo. Ognuno decida per se sé.



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