martedì 30 luglio 2024

Mobile Suit Gundam Unicorn

 Nei commenti che si leggono in rete, vedo che molti amano Mobile Suit Gundam Unicorn, che in questo momento è disponibile su Amazon Prime, e alcuni lo odiano. Dico subito che sebbene questa serie abbia qualche elemento di novità rispetto alle solite tematiche di Gundam, non mi è piaciuta. La serie fa parte della linea temporale "ufficiale" della serie anche se vediamo che Bright Noa (il comandante della "Base Bianca" nella prima serie) non sembra invecchiato un gran che, mentre Mineva Zabi, l'ultima rappresentante della famiglia regnante dei cattivi di Zeon, è ora adulta.

La serie dura sette lunghi episodi. Si colloca pochi anni dopo il Contrattacco di Char; stavolta Il nuovo eletto che piloterà un Gundam si chiama Banagher Links, è un tipo molto incerto sulla guerra e sulla necessità di combattere (come spessissimo accade con i giovani talenti che pilotano il Gundam). I cattivi chi sono? In un certo senso è difficile dirlo. Gundam Unicorn segue una storia complessa, dove hanno posto elementi di intrigo, politica, misticismo, filosofia, e diverse parti in causa che, tra alleanze e fregature reciproche, hanno ciascuna i propri obiettivi.

La serie introduce un misterioso manufatto, lo scrigno di Laplace, che contiene la chiave di un mistero importantissimo relativamente ai contrasti tra terrestri e spazianoidi. Banagher, essendo il pilota di un Gundam molto particolare, ha in mano lo strumento che dovrebbe servire a svelare il segreto.

C'è anche, ancora una volta, Char Aznable redivivo! No, in realtà non è lui, è una sua misteriosa "reincarnazione" con un soprannome assurdo (Full Frontal... vabbè). Capo di Neo-Zeon e interessato alla questione dello scrigno, Frontal mantiene l'atteggiamento anti-terrestre del defunto Char. Quanto ad Amuro Ray, anch'egli ormai caduto, appare solo... in foto.

Lo spiritualismo, che aveva già fatto la sua comparsa in grande stile nel Contrattacco di Char (quando - attenzione allo SPOILER - lo "spirito dell'umanità" impedisce a un asteroide di colpire la Terra), entra prepotentemente nella storia. Inoltre viene svelato il potere del Gundam di trovare dei giovani talentuosi per guidarlo. Compare una nuova entità politica che aveva manovrato le vicende umane fin dall'inizio dell'epoca spaziale, e viene data una spiegazione a molti dei motivi profondi dei conflitti che vediamo nelle varie serie di Gundam.

Tutto questo in soli sette episodi? Io in effetti ho fatto una gran fatica a digerirli, anche perché molto lunghi e a volte spaventosamente noiosi, persi in monologhi interminabili, e scelte poco comprensibili dei personaggi. Almeno poco comprensibili per me, ma forse essendomi stufato subito della serie l'ho anche seguita con poca attenzione. Di fatto questa serie avrebbe dovuto essere molto interessante visti gli sviluppi e i retroscena che svela, e invece, come dire, non lo è! Bellissimi i disegni dei mobile suit, la qualità delle immagini è proprio eccellente, ma per me Gundam Unicorn è un mezzo disastro. La prima volta che una serie di Gundam mi è così difficile da digerire, al punto che mi sono forzato per andare fino in fondo, m'era venuto da mollarla un paio di episodi prima.

Sono sicuro che la mia opinione non verrà condivisa da molti appassionati, ma per me qui davvero non ci siamo. E sono sempre più convinto che in fondo la prima serie fosse l'unica veramente bella, e che tutto il resto l'ho voluto vedere per la voglia di seguire ancora quelle tematiche, quei personaggi, quei disegni. Ovviamente in tutto questo può entrarci il fatto che "sono troppo vecchio per i cartoni animati," anche se in verità a me non sembra. Quale sarà la verità?


2 commenti:

M.T. ha detto...

Penso che alle volte si voglia allungare troppo il brodo; sarà fan service, sarà possibilità di guadagno, non so. Capisco che si voglia continuare a vedere storie di un determinato mondo, ma si rischia di essere davanti solo a delle copie sbiadite.

Bruno ha detto...

Questo è vero, nel caso di Gundam c'è anche il fattore dei "giocattoloni" ovvero i robot, e il merchandise a loro dedicato, che rinnovano sempre gli appetiti di un pubblico giovanile.
Ma qui una differenza la abbiamo, ed è nell'affogare in un certo tipo di tematiche tipicamente giapponesi, tra il filosofico, lo spirituale/religioso e l'esistenziale.
C'è anche a casa nostra chi mastica quel linguaggio, che del resto fa parte anche delle opere dello Studio Ghibli, ma qui mi è stato ostico e ha rovinato la storia. Sempre parere personale.