mercoledì 17 luglio 2024

Soylent Green (1973)

 Non avrete certo aspettato me per guardare questo film, perciò ne parlerò facendo delle anticipazioni (anzi, parecchie anticipazioni) sulla trama. Soylent Green (in italiano 2022: I Sopravvissuti) è uno dei molti film che saltai perché all'epoca ero troppo piccolo, e poi c'erano cose che ritenevo più interessanti da vedere. Insomma negli anni ne ho sentito parlare diverse volte, ma non mi ero mai deciso a guardarlo.

Vederlo adesso, quando ci siamo abituati a un cinema molto diverso, pone il famoso problema della contestualizzazione, tocca farsene una ragione. Cosa pensare del film? Ci sono alcune critiche da fare, ma parecchie idee della storia mi paiono molto azzeccate, anche se il film non ha "indovinato" il futuro (i fatti sono ambientati nel 2022).

La regia è di Richard Fleischer, che ha cavalcato gli anni d'oro di Hollywood con distinzione. Lo ricordo per un bellissimo film, Tora! Tora! Tora! ma anche per due pellicole che non sono capolavori: Conan il Distruttore e Yado.

Il mondo di Soylent Green è un mondo devastato da una apocalisse ecologica, fato che nella narrazione comune è sempre dietro l'angolo e che oggi è, ancor più di allora al centro, delle nostre preoccupazioni. La natura è stata avvelenata, distrutta. Frutta, verdura e carne sono rarità molto costose, mangiare in maniera naturale è impossibile. La nuova varietà di cibo, il soylent verde, è ricavata, pare, dal plancton. L'acqua è razionata, farsi una doccia è per pochi, e una infinità di senzatetto affollano tutti gli spazi disponibili, anche le scale dei condomini. Tranne ovviamente che nelle lussuose e ben difese dimore dei ricchi. Il caldo è tremendo, è come se fosse sempre estate (il riscaldamento globale!). Ed è carente l'energia elettrica.

In questo contesto le persone sono in buona parte ridotte in povertà e anche il detective Robert Thorn (Charlton Heston) vive in un appartamento assai malridotto, assieme a un altro poliziotto che collabora con lui, l'anziano Roth (interpretato da Edward G. Robinson, che ricordo nel film Piccolo Cesare degli anni '30, e che morì non molto dopo la fine delle riprese di Soylent Green).

Riassumo qui la trama, avvisando fin da subito che ci viene presentata una storia piuttosto semplice e diretta, con qualche sorpresa nell'ambientazione post-apocalittica ma non negli eventi, che sono piuttosto scontati e portano il protagonista Thorn a scoprire la verità nel giro di alcuni passaggi tutt'altro che complicati. Abbiamo quindi una storia "adatta" per il duro Charlton Heston, botte da orbi e protagonista abile e invincibile, che ce la fa sempre.

Thorn si trova a indagare la morte di un importante uomo d'affari, un certo Simonson. L'appartamento di lusso in cui la vittima viveva non lo ha protetto dall'incursione di uno sbandato, che ha approfittato dal malfunzionamento di allarmi e telecamere. Ma lo spettatore è messo al corrente che le cose in realtà sono andate in un altro modo e presto anche Thorn lo scoprirà. Nella casa di Simonson Thorn rubacchia qualcosa, tra cui un preziosissimo pezzo di vera carne di manzo, e fa la conoscenza con Shirl, la "ragazza dell'appartamento," ovvero una vera e propria schiava che vive come "mobilia" nella casa a disposizione dell'inquilino, chiunque egli sia. Shirl è interpretata da Leigh Taylor-Young, che può vantare una gran carriera sia nel cinema che in TV.

Thorn apprende dalla ragazza che Simonson era rimasto da solo perché lei era andata a compiere una commissione assieme a Tab Fielding, la guardia del corpo (Fielding è interpretato da Chuck Connors, altra grande star dei tempi). E inoltre che era andato a confessarsi da un prete, evidentemente angustiato da qualcosa.

Messo insieme qualche dato, Thorn sa già che Simonson è stato assassinato, e ne è matematicamente certo quando il prete, da cui vorrebbe sapere di più, viene a sua volta eliminato.

Roth, il collaboratore di Thorn, indagando su certi libri trovati a casa dell'assassinato scopre che Simonson conosceva qualcosa di misterioso sulla Soylent Green (di cui era un dirigente). Thorn ne è informato, ma Roth, ormai anziano, sceglie di morire in un centro per l'eutanasia che ricorda in maniera piuttosto inquietante le analoghe cliniche che esistono legalmente in Svizzera al giorno d'oggi.

Thorn, deciso a venire a capo dei misteri del cibo artificiale, si introduce in un centro di smaltimento dei cadaveri per scoprire che il soylent verde esce proprio da lì.

E questo è un altro punto piuttosto debole. Quando Thorn vede la fabbrica del soylent Verde, possiamo notare che il processo di "riciclaggio" dei cadaveri in cibo è molto rudimentale e richiede un certo numero di operatori umani. Ci sono macchinari e automazione, ma quella che ci mostrano è una fabbrica stile anni '70 con una notevole quantità di personale, camionisti, guardie e tecnici. Quel che fa l'impianto non è equivocabile, entrano cadaveri ed esce il soylent verde in forma di wafer quadrati. Va da sé che la segretezza è assai ipotetica, visto che l'operazione si svolge a questo modo. Come fa a restare un segreto? Anche senza che necessariamente qualcuno segnali al mondo intero cosa stia succedendo, la verità dovrebbe filtrare, tra pettegolezzi e mezze ammissioni, fatti da diverse persone.

Il finale poi... "Bisogna fermarli in qualche modo!" dice il protagonista Thorn. Ma se il plancton negli oceani, la fonte da cui la gente pensava che provenisse il cibo, è ormai morto, e quindi come estrema risorsa il soylent è fatto coi cadaveri delle persone, anche a saperlo, che alternative ci sarebbero tra quello e la morte per fame? No grazie, io voglio la pizza, voglio una bistecca. Ma cose come un filetto di carne o un sacchetto di riso, abbiamo visto, nell'ambientazione del film sono roba per pochi. Quindi, soylent per forza, e magari pure dicendo grazie a chi te lo fornisce. 

Quindi il film va a toccare diversi temi che sono attuali oggi ancor più di allora, principalmente la distruzione della natura e i cambiamenti climatici, e la recente introduzione della farina di insetti fra gli alimenti va a toccare tasti simili. Anche se a dire il vero la farina di insetti non mi pare quella gran tragedia (io comunque preferisco non mangiarla). Il fatto che il protagonista Thorn non abbia nemmeno visto la natura, mentre Roth la ricorda e gliene può parlare, può farci storcere il naso poiché siamo in un'epoca in cui un video di qualsiasi cosa è sempre a portata di mano, anche se chissà quanta gente non ha mai visto, dal vivo, una mucca. L'ambientazione parla perciò di un futuro che per molti aspetti era molto simile al presente (dei tempi).

Insomma il film è per alcuni aspetti datato o anche un po' ingenuo, però per altri rimane attuale. Ha ricevuto riconoscimenti importanti ai tempi, coi premi Nebula e il Saturn Award, e secondo me resta un film importante: era ora che lo vedessi!

Una nota finale. Il libro da cui Soylent Green è tratto è Make Room! Make Room! di Harry Harrison. Un libro del 1966 in cui si parla di sovrappopolazione, ma la questione del cannibalismo non è parte della trama.


4 commenti:

Marco Alfaroli ha detto...

Recensione interessante, soprattutto per i punti deboli che hai individuato e a cui non avevo mai pensato. Quando lo vidi sulla Rai, negli anni '80, ero un ragazzo e fui molto colpito dal film. Mi sembrò perfetto e micidiale! Invece... effettivamente, ha delle sbavature. Resta un grande film, comunque.

Bruno ha detto...

Ti ringrazio. In effetti i tempi sono cambiati. Oggi siamo abituati a indagare, commentare e debunkare (mi si conceda il termine orrendo) tutte le varie "teorie della cospirazione," e quindi certi elementi troppo semplici saltano all'occhio più facilmente (in questo caso: la difficoltà di tenere segreta l'origine del Soylent Green, se è fatto a quel modo).
Un po' più serio l'altro baco logico. Se non ci sono alternative al riciclo dei cadaveri, alla fine ben venga il Soylent Green. Comprendo che il governo non voglia parlarne troppo, ma alla fine nonostante lo choc, poco cambierebbe. Una volta che un contestatore ha denunciato l'origine del Soylent, cosa si mangia? O sei un miliardario e ti fai una bistecca, oppure ti tocca sempre quello.
In ogni caso il film resta importante, e in effetti anticipa certi problemi odierni.

Marco Alfaroli ha detto...

Collegato ai nostri tempi si avvicina agli allevamenti di insetti per uso alimentare, come raccontato in Blade Runner 2049. Anche se non è ancora chiaro se assumere chitina sia un bene o un male.

Bruno ha detto...

Non me ne intendo... ma ammesso e non concesso che non ci sia alcun rischio per la salute, quello che conta è che l'alimento sia valido. Non penso che vedremo mai Bill Gates mangiare la farina di grilli, ma alla fine la repulsione è soltanto una fissazione culturale. In alcuni posti mangiano i vermi e li mettono pure in scatola, in altri le formiche, e via dicendo.
A me già a pensare alle rane o alle lumache viene il voltastomaco, comunque.