Se ne sentono tante, sul conflitto in Palestina (Israele) che s'è riacceso dopo i bestiali attacchi di Hamas il 7 ottobre. Oggi provo a esaminare un punto di vista differente, quello di un israeliano qualsiasi che parla su un vlog di... turismo. Non un politologo, anche se da quando parlano le armi è entrato varie volte in argomento. Evidentemente ha sentito il bisogno di dire la sua, e poiché ci sono nel suo discorso molti dei punti di vista classici degli Israeliani, vi ho trovato molti spunti per parlare della situazione.
La cosa interessante di questo video, che trovate qui, è che chi parla cerca di sostenere tutte le proprie tesi con i fatti, anche se le conclusioni che ne trae non sono sempre quelle che traggo io. Questo, almeno, lo apprezzo.
Il primo tema affrontato nel video (dal minuto 1:50) è che, mentre Israele non praticherebbe la pulizia etnica, i paesi arabi lo hanno fatto. Quando nacque lo stato di Israele in molti paesi arabi esistevano fiorenti comunità ebraiche che sono state poi eliminate, e per le comunità cristiane non è andata molto meglio. Non sempre si è trattato di una cacciata degli Ebrei, bisogna vedere paese per paese, e non sempre le comunità ebraiche sono scomparse (ne rimane una in Iran, un luogo dove non te lo aspetteresti). Ma sostanzialmente quanto affermato nel video è vero... in parte: sì, anche nei paesi musulmani è stata praticata la pulizia etnica. Ma davvero Israele non l'ha praticata?
Pertanto, se è vero che i Musulmani sono stati scacciati in gran numero dalla Palestina, è anche vero che gli Ebrei si sono trovati spesso nella condizione di dover trovare un posto in cui fuggire, e sono finiti nello stato di Israele. Quindi se la vostra soluzione ideale al problema palestinese è semplicemente che la terra è dei Palestinesi e quindi gli Ebrei se ne devono andare, be', sappiate che molti Israeliani sono stati cacciati da terre arabe. Quindi non mi pare una soluzione giusta.
Al minuto 3, il nostro vlogger afferma di preoccuparsi per quello che succede agli Ebrei nel mondo e si chiede perché i Cristiani non mostrino la stessa preoccupazione per i loro correligionari che scompaiono (ammazzati o costretti alla fuga) dalla Palestina, dall'Egitto, Nigeria, Iraq e altri paesi. Bella domanda. Ma agli occidentali non frega moltissimo di questo, perché vivono in paesi laici, e per la maggior parte non sono fervidi credenti. Dovremmo prendere a cuore la questione?
Un pezzo forte viene calato al minuto 4:20. Non è mai esistito storicamente (fino al secolo scorso) un popolo palestinese (inteso come una nazione) mentre esiste una forte connessione tra gli Ebrei e la terra di Palestina. E inoltre (6:20) alla città di Gerusalemme veniva data importanza solo in relazione a conflitti contro Cristiani o Ebrei ma non è mai stata una importante capitale o un luogo di rilievo. Questo mi ha sempre meravigliato, come argomento. Mettiamo il caso che persone provenienti dal paese X improvvisamente si impadroniscano della provincia di Bergamo, dimostrando che in un passato avevano un importante legame con quei territori, e dicendo che tanto i Bergamaschi non hanno mai costituito una nazione, e comunque per l'Italia Bergamo è una città secondaria. Bene, ma i Bergamaschi non avrebbero comunque il diritto di protestare? Insomma, che argomento è?
Dal minuto 10, ci viene spiegato che il movimento sionista, che esiste da un sacco di tempo, è un movimento a carattere nazionale, e non colonialista o imperialista. Può essere vero, ma certe delle pratiche usate dal sionismo hanno comunque modalità che richiamano il colonialismo. Al minuto 12 ci viene affermato che gli Ebrei non avevano (prima del 1947, ovvero al tempo del movimento sionista che mirava a riportarli in Palestina) preso alcun fazzoletto di terra con la violenza. Il nostro vlogger fa bene a porre questa distinzione perché sappiamo bene che durante e dopo il primo conflitto arabo-israeliano di terra ne hanno presa di forza parecchia... mentre al tempo del mandato britannico (che controllava la Palestina nel periodo tra le due guerre) usavano la forza del denaro per acquistare la terra dai proprietari terrieri arabi, o dai contadini che erano costretti a vendere per un motivo o per l'altro. Per un po' tutto procedette pacificamente creando anche qualche vantaggio reciproco, finché questa intromissione ebraica guidata dalla forza del denaro suscitò delle ribellioni (con ammazzamenti reciproci) e rese questo mandato britannico un territorio piuttosto "caldo," anche perché durante la Seconda Guerra Mondiale le simpatie degli Arabi erano per lo più a favore dell'Asse.
Nel minuto 16:30 si parla della divisione proposta dall'Onu nel 1947 (L'Italia non c'era...), che gli Ebrei accettarono. E questo è vero. Israele sarebbe stata un posto più piccolo, alcuni lembi di territorio congiunti di spigolo, e i Palestinesi avrebbero avuto il proprio stato. Qui va detto che i paesi arabi confinanti subito adottarono un atteggiamento molto belligerante (inversamente proporzionale alle loro capacità di fare una guerra) e questo sostanzialmente non avrebbe permesso ai Palestinesi di accettare la suddivisione anche se avessero voluto, e certamente non volevano, anche perché oltre metà del territorio andava agli Ebrei che erano un terzo della popolazione totale (fonte: Wikipedia). Conclusione della vicenda (minuto 17:20) vittoria di Israele e centinaia di migliaia di Arabi costretti a fuggire: e questo è quello che ti succede quando cerchi di assassinare il tuo vicino, dice il nostro vlogger.
Al minuto 19 un'altra verità scomoda... quando i Palestinesi chiedono la libertà non vogliono poter convivere a fianco degli Israeliani, ma vogliono spazzarli via. Sebbene ripetutamente sconfitti. Vero, ma dall'altra parte cosa si offre? Quanto all'argomento che i Palestinesi hanno sempre respinto le offerte di pace, bisogna vedere quanto fossero vantaggiose per loro. Faccio un inciso: Robert Fisk, un corrispondente di guerra esperto della problematica, nega che agli Arabi venissero offerte ottime soluzioni pur di fare la pace, giudica gli accordi di Oslo incompleti e irrealizzabili e giustifica il naufragio del tentativo (leggetevi Cronache Mediorientali). Vero anche che, pur avendo la possibilità di stabilire delle autorità quasi statali nei loro territori, gli Arabi non hanno combinato nulla di buono, dopo la morte dell'unico leader capace di tenerli uniti (Arafat).
Al minuto 27:20 il vlogger conclude dicendo che la pace ci sarà solo quando i musulmani avranno modificato i propri valori, e saranno democratici. E forse non ha torto. Però, per avere la pace, anche Israele dovrebbe modificare i propri atteggiamenti. Parlo ad esempio dell'esproprio sistematico in Cisgiordania, dove continuano a nascere gli insediamenti dei coloni israeliani a spese dei Palestinesi, su terra confiscata (un "land grabbing" in grande stile). Parlo anche dell'esproprio delle risorse idriche, sempre in Cisgiordania. E dopo i fatti del 7 ottobre scorso, la prospettiva che la striscia di Gaza sia oggetto di una pulizia etnica "soft," ovvero nessuno viene costretto ad andar via, per l'amor del cielo! ma le case, scuole, ospedali vengono continuamente bombardate, e cosa potranno fare i Palestinesi se non scappare? Non dimentichiamoci gli oltre 20mila morti, comunque.
Personalmente sostengo il diritto di Israele a esistere entro confini sicuri e non condivido acriticamente gli atteggiamenti pro-Palestinesi, anche se da ragazzo andai a gridare "Palestina libera" in qualche corteo. Ci sono dei punti da riflettere nel video di questo "israeliano qualunque." Ma è speculare al punto di vista dei militanti palestinesi. Vede quello che vuole vedere, è cieco al resto.
Ci vorranno ancora molti morti e molto sangue prima che si veda una pace in Palestina, e non credo che sarà una pace equa.
Nota. Se qualcuno vorrà commentare sarà ovviamente ben accetto, ma non desidero slogan di due o tre parole, o proclami sparati senza conoscere i fatti. Mi riservo di cancellare i commenti di chi non si sarà preso la briga di informarsi su questo problema, che ha origini remote.
7 commenti:
In una situazione del genere dubito si possa trovare una soluzione, specialmente ora che stanno scoppiando conflitti ovunque e c'è una voglia di violenza più che preoccupante (l'Iran è in prima fila, visto che ammazza donne solo per un velo messo in modo che non gli piace). Ormai mi sto aspettando solo il peggio.
Sinceramente, nella questione tra israeliani e palestinesi mi trovo a non schierarmi da nessuna delle parti, perché tutti hanno la loro parte di colpa, tutti sono colpevoli (tranne i bambini, che sono i primi a pagare per le scelte sbagliate degli adulti):
È vero, non è possibile trovare una soluzione che non faccia torto a nessuno nella questione Palestinese. Quindi anche io non mi schiero. Mi dispiace che storicamente i Palestinesi abbiano, tra i loro vari attacchi all'occidente, ammazzato anche diversi Italiani (vedi attentato a Fiumicino, per esempio).
Certo l'Italia è un paese occidentale in quanto stato vassallo degli USA. Ma non ha fatto nulla contro i Palestinesi, che io sappia. Non eravamo nell'ONU quando fu deciso di creare lo stato di Israele. E nonostante le leggi razziali del '38, la parte ricoperta dall'Italia nel provocare la fuga degli Ebrei verso la Palestina è minima, anzi, prima dell'8 settembre 1943 l'Italia e zone controllate erano (relativamente) sicure.
Insomma, non c'è motivo per cui questa guerra debba essere anche nostra.
Non dovrebbe, ma essendo legata all'America, che sostiene Israele, l'Italia ne viene coinvolta. Giusto o non giusto, ma al momento le cose stanno così.
Certo, ma è molto seccante. L'Italia è in uno stato di sudditanza tale che, quando venne attaccato ed eliminato Gheddafi, dovette fornire la flotta per avere un esito contrario ai propri interessi. E questo dopo aver stretto un patto di amicizia (probabilmente un errore, fatto da Berlusconi). Siamo veramente gli Ascari degli USA.
Ci si sente in debito perché si ritiene che l'America abbia liberato l'Italia dalla dominazione nazi fascista (ha aiutato, certo, ma non ha fatto tutto), dimenticandosi però della parte fatta dalla Resistenza e del fatto che ormai le forze dell'Asse stavano perdendo.
So che questo non molti lo vogliono sentire, ma i partigiani non avrebbero mai potuto liberare l'Italia se la guerra non si fosse evoluta nella sconfitta della Germania. Né l'Italia, né la Francia, né la Russia, e nemmeno le Jugoslavia, che venne abbandonata perché impossibile da tenere. L'Italia è legata agli USA da un trattato segreto che, a quasi 80 anni dopo i fatti, non è dato di conoscere. Ma... il fatto rilevante, trattati o meno, è che gli USA sono la potenza egemone dell'occidente e hanno importanti basi a casa nostra. Noi siamo un paese indebitato e povero di materie prime. E questo sì, che ci rende dipendenti.
I patti segreti non sono neanche tali, dato che ci sono da un pezzo, quindi non ci si meraviglia. Di sicuro è che la sconfitta della Germania fu sancita col fallimento della campagna di Russia e che un paese come quello tedesco non aveva né uomini né mezzi per combattere su più fronti: per questo alla fine alleati e partigiani ebbero la meglio.
Sul nostro stato di dipendenza non c'è altro da aggiungere.
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