Il film del 1960 è uno dei miei preferiti. Mi lascia un forte ricordo, anche perché lo vidi da bambino. Il remake del 1995 non l'ho apprezzato molto, invece.
Il Villaggio dei Dannati, basato su un libro di John Wyndham, ci porta una storia di fantascienza ai confini con l'horror, con una minaccia insolita, dei "bambini" alieni. Immagino la trama la conosciate già (e la anticiperò qui). Questi bambini, nati misteriosamente tutti nello stesso giorno, apparentemente bambini umani, ma comandati in realtà da una mente misteriosa comune fra loro, prendono il controllo di un villaggio facendo morire chiunque sia un ostacolo. E, spesso, morire malamente. Il remake del 1995, diretto da John Carpenter, ci ripresenta all'incirca la stessa storia.
Come ho scritto sopra, questo remake non mi è sembrato un gran che, e in questo sono allineato con la maggior parte dei giudizi; anche il pubblico lo ha bocciato. Un film che dice assai poco, a meno che uno non abbia visto il precedente...
I remake non sono necessariamente inutili, a patto che propongano qualcosa di nuovo nella trama o nello stile. In questo caso di nuovo c'è davvero troppo poco, e anche la regia di Carpenter, un regista che amo, stavolta sembra poco ispirata.
Bisogna notare innanzitutto che gli effetti speciali poco aggiungono a questa storia. Il primo film, pur essendo decisamente datato, funziona benissimo così com'è. Certo, il remake ha potuto parlare di argomenti che il predecessore era stato costretto a tralasciare, tipo la possibilità di abortire, offerta alle donne interessate dalle misteriose gravidanze. Ma se avete visto il primo film, il secondo non vi dirà molto, a mio parere, e anche gli effetti speciali non faranno la differenza. Perfino la scena finale, quella in cui il protagonista porta una bomba con sé per uccidersi assieme ai bambini, e immagina un muro per impedire loro di leggergli nel pensiero e fermarlo, è riuscita meglio nel film del 1960 (sempre parere personale).
Il film (e il libro) ci offrono la storia di un tentativo piuttosto maldestro di invadere la Terra. Una forza aliena, in qualche modo misterioso, feconda le donne in diversi luoghi del mondo e fa quindi nascere degli esseri solo apparentemente umani, con poteri mentali fortissimi. Ma assolutamente incapaci di interagire in maniera normale (empatica) con le persone. Insomma, il gioco è troppo scoperto. Non per niente, le varie comunità di questi piccoli alieni vengono sterminate, costi quello che costi (anche mediante la distruzione delle località in cui vivono). Il remake di Carpenter introduce un fatto nuovo: David, uno dei bambini, si ritrova "non accoppiato" poiché nel parto la compagna a lui destinata è morta. David quindi diventa un "outsider" fra gli alieni e comincia a mostrare sentimenti verso le persone. Alla fine lui sarà risparmiato e portato via dal villaggio.
Questo finale alternativo tuttavia apre dei dubbi. Gli alieni non avevano una mente comune o almeno un fortissimo collegamento telepatico? Nella loro apparente uniformità, che importanza avrebbe il fatto che fossero in coppie? Perché David può sviluppare empatia, diversamente da quella che è la sua natura? Ed è una buona idea salvarlo dall'annientamento dei suoi compagni? Insomma, l'unico spunto di divergenza rispetto al film originale, e al libro, non mi è parso ben riuscito né ben sviluppato.
Ad ogni modo il film ci offre, oltre alla regia di Carpenter, diversi volti noti. Christopher Reeve è il protagonista, quello che alla fine eliminerà gli alieni sacrificando se stesso. Il Villaggio dei Dannati è l'ultimo film di Reeve prima dell'incidente che lo lasciò paralizzato. Abbiamo anche Mark Hamill, nei panni del reverendo, e Linda Kozlowski (Crocodile Dundee) nel ruolo di Jill, la madre di David (è lei che lo salva, alla fine del film). Infine cito Kirstie Alley (che prese parte a uno dei film di Star Trek) nel ruolo di una dottoressa.
Esiste anche una recente serie televisiva ispirata alla medesima trama, e so che il primo film ebbe un seguito nel 1964. Di questi, però, non posso dirvi niente.
2 commenti:
Remake che ho visto tanti anni fa e di cui ho vaghi ricordi, ma non mi ha colpito. Un film senza infamia e senza lode, ma da un regista del genere ci si aspettava qualcosa di più.
Carpenter non è esente da scivoloni, e tutto in effetti qui sembra poco ispirato e convenzionale, seguendo il tracciato del film precedente; per quanto il film si faccia vedere. A me Reeves è sembrato anche bravo, ma proprio non era un remake da fare.
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