Un romanzo horror e gotico italiano nell'ottocento? Questo Il Mio Cadavere potrebbe vantare qualche record di primogenitura, per aver seguito certi filoni ben prima che fossero comunemente accettati dalle nostre parti. L'autore, Francesco Mastriani (1819 - 1891), è stato un giornalista e scrittore napoletano. Anti illuminista, filo borbonico, quindi certamente non in linea col mondo della cultura ufficiale italiana post unificazione. Ma soprattutto, dimenticato perché lontano dalla cultura "alta," conosciutissimo dalla gente comune dell'epoca per i suoi romanzi d'appendice (ai tempi in cui non c'era la TV erano un popolare intrattenimento) ma snobbato dagli addetti ai lavori.
Il libro, scritto in un italiano un tantino diverso dal nostro, ci racconta una vicenda piuttosto complessa, drammatica e a volte strappalacrime, sebbene un finale felice ci attenda alla fine. L'elemento orrorifico arriva a metà del libro.
Abbiamo un uomo di mezza età, Edmondo, un po' britannico e un po' spagnolo, che vive in Germania dopo aver fatto perdere le proprie tracce a persone che avevano motivi per vendicarsi di lui. Edmondo non è proprio una bravissima persona, ne ha fatte di cotte e di crude, e in particolare ha generato diversi figli, seducendo delle brave ragazze e quindi seminando vergogna e scompiglio nelle loro famiglie. Passati i bollori della gioventù le cose per lui cambiano. Abbandonati gli eccessi Edmondo fa il salutista, mangia il giusto, beve poco e pratica regolare esercizio. Nondimeno è tormentato dal passato e dal male che ha fatto nella precedente vita dissoluta, non dorme la notte, e comincia ad avere orrore della morte, del disfacimento del corpo, e ancor di più della possibilità di essere sepolto prematuramente e quindi finire in una orrenda agonia, dopo il risveglio nella tomba.
Nel frattempo arriva in Germania Davide Fritzheim, un brillante e giovane pianista che si è ficcato in un guaio. Arrivista e ambizioso, a tal punto da schifare le umilissimi origini da orfanello e pure Lucia, la ragazza umile che gli si era promessa sposa, Davide ha frequentato la casa di una facoltosa e nobile famiglia spagnola residente a Napoli, insegnando il pianoforte alla figlia Emma, e si è innamorato follemente di lei. Tormentato da questa passione, chiede la mano di Emma al padre, ma è "rimbalzato" duramente in quanto povero e non di nobili natali. Il padre potrebbe passare sopra l'umile condizione di Davide a patto che ritorni da lui milionario, poiché (anche nella Napoli dell'ottocento) quali che siano gli altri onori e valori, il quattrino è tutto.
In verità il padre dice questo solo per togliersi dai piedi lo spasimante, cui comunque verrà proibito l'accesso alla casa, terminando così le lezioni di piano con l'avvenente allieva Emma. Non c'è alcuna intenzione di avere davvero a che fare con lui. Ma Davide prende la cosa sul serio, al punto che costringe il padre a firmare un accordo in cui gli concede due anni di tempo senza dare Emma in sposa a nessuno. Se in questo periodo Davide tornerà col denaro, potrà sposare la bella.
In cerca di quattrini Davide viaggia e dà spettacoli suonando come pianista, ed è così che conosce Edmondo, l'uomo terrorizzato dalla morte. Il quale stringe amicizia con il brillante musicista e s'impegna a lasciargli tutto in eredità se lui si impegnerà a essere, per nove mesi dopo la morte di Edmondo, il guardiano del suo cadavere.
Edmondo vuole essere imbalsamato dopo la morte: desidera che il suo corpo sia tenuto pulito e gli vengano cambiati gli abiti, che gli venga portata la colazione e il caffè, come se fosse vivo, e solo dopo il periodo pattuito verrà portato alla tomba monumentale preparata per lui. L'erede si occuperà di tutto questo ma, se fallirà, perderà tutto.
Davide accetta l'oscena proposta. Come il lettore perspicace avrà intuito, si pone tuttavia un problema. Edmondo non è in punto di morte, anzi ricomincia a dormire bene dopo aver provveduto al futuro del... proprio cadavere. È sui quaranta e potrebbe campare ancora a lungo. Davide, da parte sua, ha però bisogno dei quattrini entro due anni per tornare dalla bella Emma. C'è, diciamo, un conflitto di interessi... ma non vi svelo qui come verrà risolto.
Alcuni temi de Il Mio Cadavere potrebbero essere ispirati da scrittori stranieri, come ad esempio Edgar Allan Poe per il seppellimento prematuro, o Il Rosso e il Nero di Stendhal per il precettore che si trova ospitato da una famiglia e si mette nei guai per passione. O semplicemente erano comuni ai tempi. La storia è inoltre pervasa da una provvidenza più o meno manzoniana, che alla fine mette le cose a posto per i buoni e punisce i cattivi. Ci sono vari elementi un po' teatrali tipicamente italici, come gli equivoci tra le persone e le identità sconosciute che verranno scoperte molto più tardi, figli e padri che si frequentano senza sapere della loro parentela, storie edificanti di redenzione e probità a fianco delle storie di perversione e malvagità, benefattori sconosciuti, e via dicendo. Leggendo Il Mio Cadavere si sentono echi di storie già lette altre volte, almeno per chi abbia all'attivo un po' di letture d'epoca, anche scolastiche. Ad ogni modo il libro è piacevole e scorrevole, l'ho terminato molto rapidamente, mi sento di consigliarlo per una lettura disimpegnata.
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