lunedì 19 settembre 2022

Open Water 2: alla Deriva

 Open Water è un film USA del 2003 basato su un idea molto semplice: una coppia di subacquei dopo una immersione viene dimenticata al largo dalla barca della scuola, in acque pericolose per via degli squali. Il film ebbe successo e di conseguenza, nel 2006, una produzione tedesca scelse un titolo simile per una storia simile. Il film si chiama Open Water: alla Deriva (Open Water: Adrift  in inglese) e la trama è di quelle che lasciano poco spazio alla speranza. Stavolta abbiamo tre coppie (più una bambina di pochi mesi) che vanno a spasso su uno yacht, e per idiozia di uno dei vacanzieri si ritrovano tutti in acqua senza che uno di loro abbia collocato la scaletta per risalire a bordo. Sono al largo, non c'è molto passaggio, insomma la loro situazione appare catastrofica, perché l'imbarcazione è troppo alta sull'acqua per risalire.

Ho recuperato questo film su Amazon Prime per due motivi: innanzitutto per via del fascino morboso delle acque e degli abissi, che da sempre mi influenza, al punto che per me un film come questo ha qualcosa dell'horror. Secondo motivo, ero curioso di capire come si possa fare un'ora e mezza di film su premesse così scarse.

I primi 20 minuti passano nella presentazione dei personaggi, in battute sceme ecc... in maniera simile al film Turistas che ho trovato, anche quello, su Amazon Prime; poi succede il fattaccio e il rimanente tempo passa in recriminazioni, anche scazzottate, tentativi di risalire, di esplorare il fondo dell'imbarcazione per capire se offra qualche possibilità e via dicendo. Nel frattempo la bimba piange e nessuno può accudirla: è l'unica che (ovviamente) non si sia tuffata, ma non può far nulla per aiutare i nostri sfortunati vacanzieri.

Il tempo passa e non si combina niente; una barca a motore passa rapidamente e i passeggeri salutano senza capire che qui c'è un'emergenza. Rispetto a Open Water, non ci sono nemmeno gli squali a offrirci un po' di compagnia, anche se i nostri eroi temono che ci siano. Le cose si mettono male, e poi si mettono peggio. Non è quel gran che di film, ma non tento di dare un giudizio sugli attori (tutti belli e palestrati) perché non è che ci fosse molto materiale su cui lavorare.

Per me non ne vale molto la pena, ma se volete un passatempo poco impegnativo, godetevi questa pellicola, che peraltro ha guadagnato qualche milioncino contro un budget assai modesto. Per quanto riguarda il finale, vi svelo qualcosa qui di seguito... Se non volete anticipazioni, ci salutiamo qui.

[Attenzione SPOILER]. I nostri riescono a recuperare un cellulare che sta in un giubbotto rimasto sullo yacht: la manica penzola fuori dal bordo e può essere afferrata con un balzo. Ma del telefono non possono farsene nulla perché quasi subito vi entra l'acqua. Una ragazza (la più impaurita e lagnosa) a un certo punto si allontana perché c'è del sangue e gli squali potrebbero arrivare; scompare alla vista e affoga. Uno degli uomini cerca di piantare il coltello (ne hanno uno solo) in un'intercapedine visibile sulla fiancata: c'è una specie di sportello che forse si potrebbe aprire. Il proprietario dello yacht si arrabbia. Lui è l'idiota della storia, ha già messo tutti nei guai saltando in acqua con la madre della piccola senza mettere fuori la scala: pensava di attuare una specie di terapia d'urto, di guarire la donna dal terrore del mare che le era rimasto a causa di un'esperienza traumatica del passato. Ora l'idiota causa una colluttazione, e il tipo che voleva usare il coltello si ritrova... accoltellato, e muore.

Si scoprirà che il motivo della reazione inconsulta è che lo yacht non è proprietà dell'idiota, in realtà. Non è ricco, è solo un millantatore e non può permettersi di restituire la barca danneggiata. Io, piuttosto che crepare in mare, avrei lasciato fare il tentativo con il coltello, ma evidentemente questo personaggio ha una sua scala di priorità.

Il marito (marito della donna che ha il terrore dell'acqua) si fa male alla testa cercando di esplorare il fondo dell'imbarcazione, a poco a poco si spegne. Un'altra donna (la fidanzata del tizio sbudellato) si separa dal gruppo, e cerca di arrivare da qualche parte a nuoto: non si sa che fine faccia, ma è implicito che muoia perché la costa è troppo lontana.

Alla fine, con un'idea che potevano avere al primo minuto del film, l'idiota riesce a far salire a bordo la madre della piccola, e poi si allontana per espiare le proprie colpe con la morte. Ma superando i suoi traumi, la donna si tuffa e lo riporta a bordo. Si salvano loro due, e la piccola. O forse l'uomo non si salva perché lui viene riportato a bordo ma lo vediamo immobile. Fine...


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