E così sono arrivato alla fine della trilogia di Fonda Lee. Il terzo libro, Jade Legacy, pone fine alla storia dei clan "green bone" dell'isola di Kekon, una lunga parabola di trasformazioni e lotte per questi gruppi di guerrieri magici che si caratterizzano per certi metodi mafiosi e un allegro disprezzo per la legge. E che, almeno in patria, possono agire liberamente, perché la legge praticamente sono loro.
Diversamente dai libri precedenti, Jade Legacy procede con balzi temporali piuttosto ampi, muovendosi di alcuni anni a ogni episodio interessante che si verifica, mentre i personaggi crescono (o invecchiano, e qualche volta muoiono) e il mondo cambia, presentando nuove sfide. Arriva la modernità e i computer, poi avremo anche internet e i cellulari. Il mondo inizia a essere più piccolo, sovente si parla di stranieri che vivono a Kekon o cittadini di Kekon o sangue misto che risiedono all'estero; gli interessi economici si intersecano in una maniera complessa, in modo che non è più possibile chiudersi nella propria isola e tenerne fuori l'influenza straniera.
Questo vuol dire anche che, da molti soggetti, i clan dei guerrieri di giada vengono visti come un anacronismo piuttosto disdicevole, nonostante tutti gli sforzi di immagine. Come traspariva fin dal primo libro, il vecchio mondo sta finendo e i capi dei clan devono adattarsi a soluzioni (e investimenti) che in passato avrebbero disprezzato.
La rivalità fra i due clan che dominano la scena resta al centro delle vicende, anche se compaiono molte nuove forze in campo. Il clan No Peak continua a giocare sulla difensiva, pur avendo fatto una scommessa vincente ampliando le proprie attività economiche in una delle superpotenze del mondo descritto dalla scrittrice. Il Mountain clan, sempre diretto dalla crudele Ayt Mada, rimane un nemico implacabile, ma le circostanze (ovvero il comparire di nuovi nemici) costringeranno le due formazioni a insolite alleanze e collaborazioni. Come andrà a finire?
Non lo scrivo certo qui, ma i colpi di scena non mancheranno. Fonda Lee ha creato una valida, complessa ambientazione e personaggi interessanti, per cui non potevo perdermi il finale di questa serie.
E qui il post sarebbe concluso. Confesso però che ho preso ormai il vizio di analizzare, forse anche troppo, quello che leggo. Una volta mi godevo un libro in maniera meno consapevole e non mi soffermavo a ragionare sui suoi temi più interessanti; passavo sopra, spesso, su quello che mi era sembrato azzeccato o mal riuscito. Adesso, quando un libro mi interessa, non riesco a fare a meno di analizzarlo, almeno un po'.
Quindi, per quanto riguarda questo libro ho qualche osservazione non del tutto positiva da fare (attenzione alle anticipazioni di trama: INIZIO SPOILER). Innanzitutto, Shae (la dirigente del lato economico del clan No Peak, quello dei protagonisti) ha una possibilità irripetibile di far fuori Ayt Mada, leder dell'altro clan (Mountain), e non lo fa, anzi addirittura le basterebbe non soccorrerla, ma la salva. C'è stato un attentato che ha spazzato via molti pezzi grossi, la scomparsa di Ayt Mada potrebbe essere molto destabilizzante, la decisione di Shae ci viene presentata come saggia nonostante tra le due donne ci fosse stato un precedente duello e molto cattivo sangue. Be', non mi ha convinto. Ayt, oltre ad aver fatto ammazzare parenti di Shae (il fratello, scusate se è poco) e altri membri del clan No Peak, è stata per tutta la storia la persona da eliminare per eccellenza, quella capace di commettere le più spregevoli porcherie. Visto che Ayt è gravemente ferita e lontano da ogni possibile soccorso, Shae sarebbe bastato non darle assistenza, invece lo fa.
[Continuano gli SPOILER] Più avanti, Shae va assieme alla moglie del grande capo, Wen, in visita a Shotar, un paese straniero dove esiste una fiorente industria cinematografica. Wen fa visita (con la scorta di due guardie del corpo) a un produttore perché desidera che un attore di successo lavori per la compagnia posseduta dal clan No Peak. Nonostante una generosa offerta economica, il produttore rifiuta, e Wen comprende che l'uomo non è del tutto libero di prendere decisioni, ma è influenzato dalla pericolosa mafia locale, che ha già impedito a No Peak di fare affari a Shotar. Wen, vedendo la propria proposta respinta, non trova di meglio che reagire minacciosamente: dice che ne parlerà con il marito, che è molto forte ed è abituato a ottenere quello che vuole. Non mi è sembrata una scena del tutto sensata, visto che le due donne sono in vacanza in un paese decisamente pericoloso, e con la scorta di due soli uomini: non sarebbe meglio tenere un basso profilo, visto che qui comanda il nemico? Il produttore fa una mossa ancora più illogica, vedendosi minacciato. Chiama un clan locale per farsi proteggere ma non definisce, apparentemente, come vuole essere protetto (scorta? diplomazia con il nemico? indagine su cosa potrebbe fare No Peak?). Con il risultato che gli sgherri fanno scempio della scorta delle due donne-boss, le rapiscono e presentano una richiesta di riscatto esorbitante al clan. Cosa ci guadagna il produttore, con questa reazione? Di essere immediatamente catturato dal clan, che lo identifica subito come l'artefice dei propri guai. Davvero una mossa prudente, per un uomo pauroso e spaventato.
[Ancora SPOILER!] Dal punto di vista dell'ambientazione, devo dire che il worldbuilding di Fonda Lee è degno di nota. Trovo però un punto in cui l'autrice, secondo me, è stata sbrigativa: quando descrive l'emergere del movimento contro il predominio dei clan in Kekon. Movimento che poi compirà l'attentato in cui Ayt Mada, come ho spiegato sopra, rischia di morire. L'espansione del gruppo, il suo prendere presa sulla società di Kekon non ci viene spiegato: in parte lo si può capire dall'evolversi di tutto il mondo, ma mi pare strano che in Kekon faccia presa più sugli emarginati che non piuttosto sugli intellettuali. Certo, la presenza di sovvenzioni dei servizi segreti stranieri spiega molte cose e può spiegare l'attentato. Ma il fatto che questo gruppo abbia perfino potuto tentare un'insurrezione mi ha colto di sorpresa. L'autrice non prepara il lettore a una possibilità del genere. [Fine SPOILER].
Nessun commento:
Posta un commento