martedì 24 agosto 2021

Deserto Rosso Sangue

 Questo film horror del 2017, titolo in inglese It Stains the Sand Red, è un film di zombie scarso di mezzi ma ricco di originalità. Si apre con una Las Vegas in preda alla classica apocalisse zombie, rivelando nella scena iniziale una certa povertà: il filmato riprende la città sorvolata da elicotteri, con sovrapposta qualche colonna di fumo scalcagnata, generata dal computer, e mentre si vedono veicoli fermi al semaforo, che marciano normalmente ecc...

Tuttavia sembra che due persone non si preoccupino più di tanto. Si tratta di Molly e Nick. Lui è una specie di delinquente da mezza tacca, ma ha una macchina veloce e deve incontrare un amico che possiede un aereo e può portare la coppia in Messico. Lei è una spogliarellista che, previdente, si porta dietro una buona scorta di acqua, cocaina, sigarette, vodka e qualche snack. Molly, interpretata dall'attrice canadese Brittany Allen, è la protagonista: vestita di pantaloni aderenti leopardati e un giubbotto di pelliccia artificiale, rivelerà una certa furbizia e anche una capacità di fronteggiare le difficoltà e arrangiarsi per sopravvivere.

Fino a che la vedremo trasformarsi completamente in una storia caratterizzata da una traversata del deserto con... un solo zombie all'inseguimento. I cliché dell'apocalisse zombie sono in parte travolti, in parte rispettati in maniera originale in questo insolito Deserto Rosso Sangue.

A parte la trovata, la cosa che trovo meglio orchestrata in questo film (nonostante certi limiti) è l'evoluzione del personaggio di Molly [da qui in avanti SPOILER!]. Quando all'inizio vediamo l'auto di Nick impantanarsi nella sabbia, i due si scambiano accuse e qualche frecciata, mostrando che il loro sodalizio è molto fragile, probabilmente del tutto strumentale, e forse anche recentissimo. Molly non manca di rimproverare a Nick di essersi fermato sul terreno instabile (ma la fermata era dovuta al fatto che lei doveva vomitare dopo aver esagerato con la droga e l'alcool). L'arrivo di uno zombie in giacca e cravatta dà a Molly occasione di lamentarsi ancora: stavolta per la cattiva mira del ganzo il quale, dopo aver colpito il nuovo arrivato senza però metterlo fuori combattimento, è costretto alla fuga. I due sono assediati nel deserto dentro l'auto bloccata. Di notte, quando credono che lo zombie se ne sia andato ed escono dall'auto, Nick viene preso alla sprovvista e divorato.

È così che Molly scappa con quello che può portarsi dietro. Ma lo zombie non avendo di meglio da fare la insegue, e poiché Molly ha le mestruazioni coglie l'odore del sangue e non perde mai la traccia. Lei può distanziarlo facilmente ma lo zombie non si ferma, non dorme. La ragazza finisce per parlargli, insultandolo, e in questo inseguimento assurdo il rapporto (monologo) con l'inseguitore diventa lo sfondo di riflessioni che accompagnano la trasformazione di lei.

Molly rivela il suo sprezzante cinismo verso gli uomini (Nick era praticamente soltanto il mezzo per lasciare la città, lo considerava un "perdente" che si sarebbe tolta di torno appena possibile), ma anche la consapevolezza di essere a sua volta una possibile preda e per giunta disprezzata. Quando parla con il fantomatico amico che deve offrire il passaggio in aeroporto preferisce non dire che Nick è morto (perché il passaggio era offerto a lui); quando riceve sul telefono di Nick un messaggio vocale da questo amico i toni non sono dei migliori (qualcosa tipo "abbiamo fretta, sbrigati a venire qui con la tua puttanella").

L'incontro con due evasi finisce in uno stupro per Molly, ma è salvata proprio dallo zombie (a cui ormai ha dato un nome) che divora uno dei due. Molly trova il modo di fargli trasportare le provviste rimaste, e continua a parlargli, mentre ormai la meta si avvicina. Scopriamo, in uno dei "dialoghi" con lo zombie, che Molly ha avuto un figlio, però lo ha lasciato alla sorella perché non si considera in grado di provvedere a lui. Alla fine del viaggio però la ragazza è cambiata. Ha raggiunto una specie di rapporto di pacifica convivenza con lo zombie e lo ha liberato del pneumatico con cui lo aveva aggiogato. Lo zombie, rompendo le convenzioni del genere, non aggredisce e continua a seguirla, stavolta docilmente. Carina, la cosa, ma non ha molto senso.

A due passi dall'aeroporto Molly rifiuta l'aiuto dei soldati per evitare che facciano del male al nuovo amico, ma quelli gli sparano lo stesso. Lo zombie stavolta è bloccato a terra e non riesce a muoversi, quando Molly cerca di soccorrerlo la morde, costringendola a tagliarsi un dito con una pietra per non essere infetta: scena decisamente sanguinolenta. Nonostante questo Molly non vorrebbe lasciarlo, ma vede che non c'è più nulla da fare e gli dà il colpo di grazia (con un masso sulla testa).

Però non decollerà verso il Messico. Riuscirà a telefonare a casa della sorella, scoprendo che il figlio è rimasto solo e abbandonato, probabilmente la sorella (e il di lei marito) sono morti. Procurandosi un'auto, va a cercarlo. Lo trova e gli promette che si prenderà cura di lui e, quando gli zombie irromperanno nella casa, contrattacca eroicamente a colpi di... vanga. Come andrà a finire? Chi lo sa, il film finisce qui.

L'horror spesso fornisce un palcoscenico per parlare di tutt'altro. In Deserto Rosso Sangue si possono trarre delle conclusioni riguardo allo zombie stesso, che alla fine è un personaggio più decente di tanti uomini che Molly incontra. Ma il film riguarda soprattutto il riscatto della protagonista, che alla fine riconosce i suoi doveri ed è disposta a battersi. Complimenti all'attrice, al suo compagno Colin Minihan (regista e sceneggiatore), e al direttore della fotografia Claytone Moore.

2 commenti:

Babol ha detto...

All'inizio non mi aveva convinta, soprattutto ho detestato senza freni la protagonista. Poi, sono rimasta conquistata dal rapporto che viene a crearsi tra lei e lo zombie, per nulla banale e scontato, e non sono più riuscita a staccare gli occhi dallo schermo. Molto bello!

Bruno ha detto...


La protagonista in effetti non è il massimo della simpatia, all'inizio. Certamente piacevole allo sguardo maschile (in estremo contrasto con la ragazza per nulla appariscente che la stessa attrice interpreta in What Keeps you Alive), ma odiosa; Nick fa e deve fare tutto per lei, che però non gli risparmia continue frecciate. Ad esempio lui non riesce a stendere lo zombie pur avendo la pistola, ma lei oltre che criticarlo, cosa ha fatto?
Quello che avviene dopo le da modo di riflettere e di cambiare.

Bel film, inaspettatamente. Insolita l'idea in un filone stra-sfruttato, e Brittany Allen che fa miracoli con un personaggio stereotipato.