giovedì 15 aprile 2021

Grigi Nessuno

 Chi sono i "grigi nessuno?" I soldati, ovviamente. Questo è il titolo di un breve film ungherese (poco più di un'ora), Szürke Senkik (2016).

Siamo nella prima guerra mondiale e un gruppo di soldati austro-ungarici cammina dietro le linee italiane. Non hanno l'aria del commando, ma devono compiere un'azione speciale: c'è un centro di comando italiano che invia ordini e riceve informazioni tramite piccioni viaggiatori. Questo centro va distrutto. I nostri protagonisti portano con sé a loro volta un piccione, per dare il segnale di missione compiuta. L'animale è affidato alle cure di un giovane da poco sotto le armi. Viene dalla città di Szeged, dove il padre aveva un allevamento di polli e altri volatili.


Con lo scoppio della guerra ha portato tutti i suoi piccioni al servizio dell'esercito imperiale... ma poi è caduto. Il figlio, con l'ultimo piccione, ha abbandonato gli studi ed è corso ad arruolarsi. Ed eccolo qua, in questo gruppo eterogeneo in cui non parlano nemmeno tutti la stessa lingua.

Non sono tutti degli eroi e uno è chiaramente disturbato (si porta dietro un macabro fardello). Un altro parla di Lenin, di ribellarsi ai signori, e vuole disertare. Uno è stato tenente e ha fatto in modo di farsi degradare perché non sopportava l'ambiente degli ufficiali. Ma il leader del gruppo ci crede ancora. E così i soldati si inoltrano in un paesaggio di boschi, montagne, grotte e ruscelli, a volte evitando il contatto con gli Italiani, a volte finendo per essere coinvolti negli scontri.

Il film è fatto di piccole storie personali raccontate attorno al fuoco, nel corso della marcia, in mezzo a un paesaggio naturale vasto ma deserto e indifferente. Il giovane portatore del piccione (SPOILER: il volatile farà una brutta fine) si amalgama al gruppo di soldati. Questa operazione sarà il suo battesimo del fuoco.

Non anticipo il finale. Il film è carino, con la strana prospettiva in cui gli Italiani sono quelli "dall'altra parte," ma questi asburgici un po' scalcagnati assomigliano molto ai nostri. Una guerra di poveracci,  forse una guerra inutile.

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