domenica 13 ottobre 2019

El Camino, ovvero se ne valeva la pena o no

Netflix ci offre una specie di seguito di Breaking Bad. Ringraziando, me lo sono visto. Si tratta di un film, il cui titolo è El Camino: ve ne parlo con un po' di anticipazioni. La prima delle quali in realtà la conoscono più o meno tutti quelli che sono familiari con l'ambientazione di Breaking Bad. Ovvero, il film risponde alla domanda: cosa ne è stato alla fine di Jesse Pinkman? Il giovane spacciatore coprotagonista della serie, interpretato da Aaron Paul, è un personaggio amato dal pubblico, al punto che è stato "promosso" a personaggio principale mentre inizialmente doveva scomparire (immagino finendo in galera o venendo ucciso) dopo solo alcuni episodi.


Alla fine di Breaking Bad, Jesse, prigioniero della banda criminale di "Zio Jack," riesce a evadere e si dà alla fuga. Cosa avviene dopo? E qui, seconda anticipazione, posso dirvi che in questo El Camino non si viene a sapere molto di più, nel senso di storia vera e propria.



Possibile? In due ore di film abbiamo così poco? Ve la spiego così: se alla fine di Breaking Bad Jesse fugge in cerca di un destino diverso, quale che sia purché lontano dal business della droga, lasciando pensare che il suo destino sia quello di trovare finalmente una propria strada, El Camino impiega due ore nel racconto di come fa a trovarsi questa sistemazione. Il tutto con apparizioni, più o meno brevi, di vari personaggi della serie, a volte sotto forma di flashback, a volte con nuove scene girate apposta per questo film. Se vogliamo, potrei dire, non arriviamo nemmeno alla nuova vita di Jesse Pinkman, ma solo alla costruzione di una nuova identità (per mezzo di una rete illegale già conosciuta nella serie TV) e al viaggio fino all'Alaska dove Jesse dovrà ricominciare da capo.

Praticamente nei primi 20 minuti abbondanti non succede niente di veramente significativo: Jesse si rifugia temporaneamente presso due dei suoi amici dei vecchi tempi, spacciatori di mezza tacca che sono disposti ad aiutarlo anche se impressionati dal suo stato, e si libera dell'auto rubata con cui è fuggito. In seguito lunghi flashback ci riportano al passato, spesso al periodo in cui è stato tenuto prigioniero, mentre tratti di nuova storia spesso fanno anch'essi ricomparire vecchi personaggi, compresi i genitori di Jesse, con cui non aveva un buon rapporto. Seguiamo il nostro fuggitivo cercare di rimettersi dallo shock della durissima prigionia, e veniamo a sapere che è al corrente di una forte somma di denaro depositata presso la casa di Todd (uno dei suoi aguzzini) e che questo denaro, se recuperato, può servirgli per arrivare in Alaska.

I soldi ci sono ma Jesse avrà un incontro spiacevole per cui potrà recuperarne soltanto una parte, non sufficiente per pagarsi la nuova identità; andrà a pretendere il resto dai suoi nemici, armato ma disposto ad accettare solo la modesta somma che gli manca. Questa situazione, come prevedibile, comporterà un duello stile Far West, con un paio di morti. E Jesse ha finalmente il denaro.


E poi? Poi Jesse finalmente arriverà in Alaska. Alla carrellata di personaggi che la regia ci fa rivedere si aggiunge Jane, interpretata da Krysten Ritter, la fidanzata tossicomane morta a causa della droga, in un flashback che interrompe una scena con Jesse che guida tra montagne e boschi innevati. Lui e lei assieme, e lui che dice di amare la filosofia di Jane, ovvero farsi "guidare dall'universo." Lei che gli risponde che in effetti s'è lasciata andare per troppo tempo e che forse è ora di prendere le proprie decisioni. E tornando nella narrazione presente, lui al volante che ci riflette e che, presumibilmente, decide di fare qualcosa di concreto con la sua "seconda opportunità." Secondo me è la scena più bella del film. E la storia finisce così.

A me sembra che El Camino sia poco più di un contentino per i fan che desideravano disperatamente di riveder qualcosa della serie Breaking Bad ormai terminata (la serie collegata Better Call Saul avrà ancora una stagione, l'anno prossimo, ma si occupa di eventi che precedono Breaking Bad). Tutto il film alla fine ci dice che Jesse se la caverà, non sappiamo bene come; andiamo più avanti nella sua storia rispetto alla serie televisiva, ma senza nessun evento fondamentale.

Penso comunque che agli appassionati della serie TV il film piacerà, perché il personaggio piace. Jesse, con tutti i suoi difetti, il pubblico lo ha amato per la sua bontà di fondo, per la sua aspirazione a essere qualcosa di meglio di quello che è.

Ho visto il film abbastanza volentieri, non lo nego, ma le storie devono avere un inizio e una fine, mentre El Camino è solo il prolungamento senza meta di una serie TV che è ormai terminata.


Qui il link al mio post su Breaking Bad.

Nessun commento: