giovedì 15 agosto 2019

Arthdal Chronicles

Un Trono di Spade in versione coreana? Arthdal Chronicles è una serie TV fantasy sud coreana, distribuita (manco a dirlo) da Netflix, ma senza audio in italiano. La serie è fatta con mezzi abbastanza abbondanti, per quanto a volte gli effetti speciali della computer grafica lascino a desiderare. Certamente ha una trama abbastanza intricata, ma a tratti sa esere avvincente, almeno nelle puntate (non moltissime) che ho seguito.

Senza dubbio vengono messi in mostra ricchi costumi e vistose scenografie. Il mondo di Arthdal sembra essere piuttosto primitivo, un'epoca assai antica, il che a volte contrasta con armi, armature e attrezzature che vengono mostrate. Quanto all'aspetto fantastico, cioè magico, propriamente detto, certamente esiste, ma potrebbe essercene di più, a mio parere.



La storia coinvolge religioni, tribù con caratteri ben differenziati, le loro alleanze, i giochi politici, le guerre, queste ultime a volte con caratteri di vero e proprio annientamento culturale. Insomma sebbene in Arthdal Chronicles non ci sia sfoggio di sangue e la violenza sia mostrata con una certa misura, e sebbene non vi siano scene esplicite di sesso (che in una serie sud coreana non sono possibili), abbiamo un'ambientazione non priva di una certa durezza. La storia, in sé, si potrebbe definire allo stesso tempo sia originale sia ricca di richiami ad altri miti e produzioni.


Nelle prime puntate emerge una razza padrona in cerca di potere e dominio su tutti: l'Unione di Arthdal e le truppe Daekan, condotte da un comandante giovane e ambizioso, Tagon, della tribù dei Saenyeok. Una specie di Alessandro Magno dedicato alla conquista. Solo che il macedone del mondo reale era succeduto al proprio padre (e forse, chi lo sa, lo ha perfino ammazzato), Tagon invece dapprima si vede messo dal proprio padre in una posizione di comando, ma dopo ne susciterà la rivalità.

Dall'altra parte abbiamo Eunseom, un classico "predestinato," che porta nelle vene il sangue di una razza scomparsa e ha misteriosi poteri sciamanici, e si trova ad essere adottato dai Wahan, ovvero la tribù più debole e scalognata. La gente Wahan sembra destinata (a quanto si vede nelle prime puntate) ad essere assoggettata e schiavizzata da Tagon e dai suoi guerrieri. Eunseom cambierà qualcosa di questo destino? Dal momento che ho visto poco della serie, ne so quanto voi.

Cosa dire di Arthdal Chronicles? Da una parte credo che chi ha seguito già certi drammoni delle TV asiatiche ci ritroverà certi toni, a volte, troppo da soap opera, e gli intrighi che spesso diventano soporiferi e troppo complicati. Dall'altra, sebbene ci siano senz'altro parallelismi con produzioni occidentali, il tutto ha quanto meno un aspetto esteriore che sa di nuovo, e può suscitare la curiosità.
Tutto ancora da valutare. Ma di sicuro la presenza di un ricco, elaborato mondo fantastico è un vantaggio di questa serie.

2 commenti:

Fabfab ha detto...

Lo sto seguendo anche io, carino, si vede che hanno solo quelle 3-4 location in cui far succedere tutto, ma la storia è un po' diversa dai soliti drama coreani e si fa seguire con piacere, gli intrighi a me ricordano un canovaccio alla GoT anche se privo di sesso e con violenza molto celata.

Bruno ha detto...


C'è comunque da dire che le comparse non mancano... non è una brutta produzione, e ha comunque un certo fascino della novità (almeno per me, che di fantasy orientale ho visto pochino...).