giovedì 8 novembre 2018

Martyrs

Martyrs è un film horror particolare, di un genere che lascia sconcertati. Quello che ho visto è la versione francese del 2008, non il remake americano di pochi anni fa. Scritto e girato da Pascal Laugier. Le protagoniste sono donne, innanzitutto Lucie e Anna (attrici: Mylene Jampanoi e Morjana Alaoui, la prima franco-cinese, l'altra franco-marocchina) e la misteriosa Mademoiselle (una "signorina" attempata, interpretata dall'attrice canadese Catherine Bégin). La trama va anticipata, perché non è possibile parlare di questo film senza rivelarla.

Martyrs sembra l'incrocio tra un "torture porn" e un "revenge movie," almeno nella prima parte. Una delle protagoniste (Lucie) la vediamo torturata sistematicamente, freddamente, senza motivo apparente e ad opera di persone di cui non conosciamo i moventi. Lucie sfugge, ma non senza il terribile senso di colpa di non aver potuto aiutare un'altra ragazza torturata nello stesso modo, e finisce in un'orfanotrofio. Tormentata da un personaggio allucinatorio che la minaccia e aggredisce (tutto è nella sua mente), Lucie viene aiutata da un'altra ospite dell'istituzione. Ma quando, anni dopo, Lucie compie una tremenda vendetta contro una famiglia che ritiene coinvolta coi suoi torturatori, Anna non crederà alle sue parole e cercherà di salvare una di quelle persone (invano).


Eppure la vendetta di Lucie era giustificata, perché proprio nella casa della famiglia massacrata c'è una base della terribile organizzazione (e quindi le due ragazze ne sono vittime). Questi simpatici buontemponi, dopo aver ucciso una ragazza che Lucie aveva liberato, sottopongono Anna a una serie di torture.

Mademoiselle compare alla fine, quando Anna, scorticata viva, accetta il martirio e racconta le sue esperienze trascendenti di fronte alla sofferenza estrema. A quanto pare la misteriosa organizzazione, composta da un buon numero di distinti signori e signore, procura queste visioni da parte dei "martiri" come Anna, ritenendo che ai tormentati che accettano il loro destino sia concesso uno sguardo sull'aldilà. Questo è il motivo dei rapimenti e delle torture, messe in atto scientificamente e senza alcun senso di colpa.

Ma ora che l'obiettivo sembra raggiunto, quando i complici chiedono a Mademoiselle che rivelazioni abbia ricevuto da Anna, lei si spara un colpo in bocca con la pistola, portandosi via il segreto.

Poiché il film è stato molto criticato e può in effetti sembrare un "exploitation movie," si può sospettare questo finale di essere  posticcio, messo lì tanto per giustificare le scene violente e orripilanti, e dare una patina di rispettabilità intellettuale al tutto. Personalmente non lo credo. Martyrs mi è invece sembrato un film inquietante ed efficace, che pone tante domande sebbene tenga per sé la risposta.
Di fronte a ogni critica va fatta comunque una riflessione: in rete c'è tutta la pornografia estrema e la violenza che si possa desiderare, senza bisogno di ricorrere a film finto intellettuali. Martyrs colpisce lo spettatore perché offre una storia in cui l'accettazione di una filosofia amorale, fatta di morte e di violenza, è condivisa sia dai carnefici che dalle vittime, quando queste ultime anziché impazzire hanno la "visione" finale.

Un fatto curioso: senza che io avessi visto in precedenza il film, avevo scritto un racconto (pubblicato su Effemme, la rivista cartacea che per un certo tempo affiancò Fantasy Magazine) dove scoprire "quello che c'era al di là" era l'obiettivo, e il suicidio era la mossa posta in atto dal soggetto che "aveva saputo."
Ne deduco che il finale di questo film non fosse difficile da ideare, anzi forse è una strada che si apre invitante e con facilità, al narratore che si avventuri in questi meandri filosofici. La messa in atto dell'idea, in Martyrs, è però estremamente suggestiva, ed è valida la recitazione, perciò la pellicola si eleva, a mio parere, al di sopra della folla dei film di orrore e violenza di grana più grossa.


2 commenti:

MikiMoz ha detto...

Per me un capolavoro.
Certo furbetto nel genere, il torture-porn attira(va).
Ma c'è di più, tipo la costruzione a scatole cinesi con continui ribaltamenti.
Non è semplice nemmeno raccontarlo, questo film, e infatti hai dovuto svelare tutto per forza... :)

Moz-

Bruno ha detto...


...essendo ciò che conta, e che dà spessore al film, nel finale, lo "spoiler" è indispensabile. Ma a parte il finale è una pellicola che, comunque, sa prendere.