venerdì 23 novembre 2018

Wolyn

Wolyn (ovvero Volinia, una regione all'incrocio tra Bielorussia, Ucraina e Polonia) è un film polacco del 2016, diretto dal regista Wojciech Smarzowski, che già in altre pellicole aveva ripercorso con la macchina da presa i duri e difficili eventi occorsi alla sua nazione negli anni passati. In questa occasione vengono ripercorsi gli eccidi nella regione ricordata dal titolo, verificatisi dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale in avanti, ricucendo molte testimonianze di atrocità nella storia di una giovane polacca, Zosia (interpretata da Michalina Labacz), e della sua famiglia.


Premessa storica. La Polonia rinacque, come stato, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale (il centenario dell'evento è stato ricordato non molti giorni fa). Si trattava di uno stato i cui confini erano stati stabiliti in maniera arbitraria, includendo nel territorio minoranze ucraine, bielorusse, tedesche. A complicare le cose, una forte presenza ebraica nel territorio, e la presenza di minoranze polacche negli stati vicini. Parte del "cordone sanitario" che doveva isolare la Russia sovietica, la Polonia ebbe una vita travagliata fin dall'inizio, in parte per colpa della propria aggressività, in parte per via dell'instabilità dei territori che sarebbero confluiti nell'Unione Sovietica, ancora combattuti tra comunisti e "armate bianche" di controrivoluzionari. Polonia e URSS si scontrarono in quegli anni in una guerra inutile e senza esito.



Per quanto riguarda la Volinia, la locale popolazione in maggioranza ucraina venne assoggettata a una politica di assimilazione forzata da parte del governo di Varsavia, il che accese la brace di un risentimento su cui soffiarono sia i comunisti che i preti (essendo gli Ucraini ortodossi impediti nel praticare il culto dai Polacchi, che sono cattolici). Sul male fatto e subito dalla Polonia nel conflitto mondiale il discorso sarebbe lungo, perciò ci fermiamo qui.

Nel film, che comincia con il matrimonio fra la sorella di Zosia e un giovane ucraino (episodio solo apparentemente sereno), vediamo prima l'arrivo dei Russi (e la soppressione della religione), poi le crescenti tensioni con gli Ucraini, la comparsa delle prime bande di partigiani e predoni. Con le ostilità fra Germania e URSS il padrone cambia, ma la tensione sul territorio cresce.

Amministrati da un padrone per nulla comprensivo (del resto le genti di queste terre erano destinate alla schiavitù e allo sterminio, nei piani nazisti) i Polacchi si ritrovano a essere sempre più alla mercé di bande di Ucraini armati e non, in parte collaborazionisti dei Tedeschi, in parte indipendentisti, tutti accomunati dall'odio verso i Polacchi. Non mancano nemmeno le rappresaglie polacche contro gli Ucraini. Con alcune pause in cui Zosia cerca (invano) di ricostruire qualcosa, si susseguono omicidi, saccheggi, ruberie e devastazioni, fino al caos completo nella regione e a dei veri episodi di genocidio e pulizia etnica. In mezzo a tutto questo gli ebrei sono i primi ad essere macellati.


Un film dove le scene dure e atroci non mancano. In Wolyn viene narrato uno scontro fra comunità dove si vive nella minaccia continua, dove il vicino ammazza il vicino, a volte ci si uccide nella stessa famiglia, i villaggi vengono annientati sterminando la popolazione a colpi di forcone e di ascia, bruciando vivi i paesani nei fienili, uccidendo donne e bambini all'arma bianca. Il tutto con i preti che incitano all'odio. La protagonista alla fine se la cava scappando con il figlio verso occidente, e lasciandosi dietro i propri cari uccisi in un modo o nell'altro.

Come giudicare quest'opera? Certamente Wolyn lo si può vedere una volta, non è facile riprenderlo in mano. Vi sono molti momenti che possono incuriosire (una persona che abbia voglia di sapere, beninteso), perché vengono mostrati anche elementi di folklore e cultura locale, nonché la storia di zone di cui in Italia certamente sappiamo poco, anche se non sono lontanissime. Fin troppe scene di atrocità, giustificate forse dal fatto che il film è anche una testimonianza che vuole parlare, nella finzione narrativa, di episodi reali. Possibile fonte di controversia la scena in cui la protagonista Zosia sfugge agli Ucraini che stanno per ucciderla unendosi a una colonna di soldati tedeschi in marcia.
Il film di Smarzowski ha messo il dito nella piaga generando molta discussione in patria, e guardando ai fatti con la volontà di ricostruirli onestamente. Gli Ucraini, da parte loro, non hanno gradito. Il film dalle loro parti non è uscito nei cinema.


Nota finale: un mio altro post su fatti storici dell'epoca in Europa Orientale lo trovate qui.


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