Parliamo di un film che non ho visto al cinema ma avrei recuperato comunque prima o poi: è stato prima del previsto in quanto me lo sono ritrovato "gratis" nell'intrattenimento offerto durante un viaggio in aereo. Pertanto non l'ho visto in condizioni ottimali, ma ho potuto comunque goderlo .
Ero molto scettico riguardo a La Forma dell'Acqua, perché sono generalmente diffidente riguardo ai film che vincono gli Oscar, scetticismo che mi è stato confermato di recente da Revenant (ci sarebbero state molte ottime occasioni per dare un oscar a Di Caprio, nel film fatto apposta per farglielo prendere non mi pare ci fosse niente da premiare, ma io sono un umile spettatore).
[Attenzione: si anticipa la trama del film!]
La storia della Forma dell'Acqua è una favoletta di una tale banalità che mi ha lasciato perplesso, come pure la modestia degli effetti speciali, sono cose che dal regista Guillermo Del Toro non mi aspettavo. Per quanto riguarda gli effetti, non sempre il nostro eroe ha avuto a disposizione grossi budget, ma è riuscito a farli sembrare più di quanto fossero. Qui forse ha fatto l'operazione retro di imitare i film col mostriciattolo anni '50 perfino negli effetti speciali debolissimi... Ma passiamo alla trama, dunque. Si tratta delle improbabili avventure di una donna delle pulizie, Elisa Esposito (Sally Hawkins), muta e solitaria salvo l'amicizia di una collega e di un vicino di casa (poi vedremo), che prende le parti di una creatura acquatica catturata e tenuta prigioniera in laboratorio, sotto la supervisione di alcuni scienziati, di cui uno in realtà è una spia russa, e di un brutale addetto alla sicurezza, Strickland (Michael Shannon).
La donna arruolerà le persone che conosce per liberare la creatura, che ha dei grandi poteri e in effetti era venerata come divinità da una tribù, prima della cattura. Abbiamo così un complotto che coinvolge l'amica ovvero un'altra donna delle pulizie, la nera Zelda (Octavia Spencer), e un artista gay di nome Giles (Richard Jenkins), che vive accanto alla Esposito in un appartamento pieno di gatti. Uno di tali gatti finirà male, ma non anticipo come...
Elisa diventerà per prima cosa amica del mostro (o dio) acquatico, poi, avendo saputo che Strickland lo eliminerà a breve non essendo riuscito a carpire i suoi segreti, riuscirà a liberarlo in una serie di drammatici e rocamboleschi eventi. Diventa l'amante del misterioso uomo-pesce, ma il crudele sbirro è in cerca di vendetta, perciò seguono altri eventi mozzafiato in cui sia Elisa che la creatura sarebbero uccisi, ma grazie ai poteri dell'essere acquatico riescono a cavarsela e a fuggire negli oceani.
Nell'analisi che fa Il Foglio (il giornale di Giuliano Ferrara) recuperando un articolo in inglese del sito destrorso Spiked, il film sarebbe una specie di apoteosi del politicamente corretto in quanto il cattivo è il maschio bianco (Strickland, lo sbirro) mentre la protagonista femminile, Elisa Esposito, donna, e pure disabile, e - aggiunta mia - pure appartenente a una etnia inferiore (italiana, dal punto di vista anglosassone), è il personaggio positivo. Gli altri eroi sono gay, o donne, o neri, nonché ovviamente il dio marino prigioniero, che è alieno e quindi outsider per definizione.
La scena iconica in cui Elisa manda aff... lo sbirro. Lo fa con il linguaggio dei segni però. Mica scema...
Avevo avuto la medesima sensazione ma a dire il vero c'è una eccezione a questa teoria: il marito di Zelda, la collega di Elisa, accettando a un certo punto di collaborare con le autorità, sebbene nero si mette a un certo punto dalla parte dei cattivi. Sarà magari perché è maschio ed eterosessuale, due peccati mortali? O semplicemente il Foglio (Spiked) si sbaglia?
Ma c'è un altro particolare che stride un poco con l'analisi dell'articolo. Ad un certo punto, durante la caccia all'uomo (dio) pesce, Strickland chiede comprensione umana al suo superiore perché, nonostante si sia fatto fregare una volta (e una sola!), per anni e anni s'è fatto il classico "mazzo così," compiendo immonde malefatte per obbedire agli ordini. La risposta che riceve è ovviamente che deve risolvere il problema (la fuga della creatura acquatica) e non lagnarsi. Qui in effetti vediamo un volto tragicamente umano di questo personaggio, che si rende conto di essere un ingranaggio spietato di un meccanismo (ovviamente spietato). Guillermo Del Toro avrebbe potuto farne qualcosa, di questo accenno? Chi lo sa. Comunque per Spiked il film di Del Toro si limiterebbe a invertire le parti, i buoni della Hollywood tradizionale sono i cattivi della nuova Hollywood e, viceversa, sono buoni il "mostro" e le minoranze, perciò sarebbe un fallimento come cinema in quanto fallimento ideologico.
Vedete voi.
Cosa posso dire io? Per quanto la trama da favoletta mi abbia suscitato delle perplessità le ottime immagini, la musica, la maniera in cui questa storia è raccontata ne fanno una storiella sciocchina ma coinvolgente, narrata da un grande regista e interpretata da validi attori. Non sarà il capolavoro di Guillermo Del Toro ma mi ha emozionato.
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