Domanda che circola tra blogger e social network, già da un po'. Non mi ricordo da dove è partita la cosa, chi ha posto la questione per primo. In pratica, visto che una volta si era marginalizzati e oggi invece il fantastico dilaga dappertutto, quelli che lo amano, i "nerd," gli appassionati, possono dire di aver vinto la sfida di affermarsi ed essere accettati? Siamo sdoganati?
Tra cosplayer, orde di giocatori di videogame e GDR, tanti seguaci appassionati delle serie TV e dei film di genere, insomma, abbiamo vinto?
Non sono intervenuto in questa discussione prima per il semplice fatto che meritava qualche riflessione e non avevo tempo e voglia di dedicarmici, visto che sono uno dei quattro o cinque italiani che hanno ancora un lavoro. Però un episodio capitato di recente mi ha convinto a dire la mia, e quindi mi accingo a entrare, in barba al torrido agosto, nel tormentone.
Antefatto. Torniamo indietro di... oltre 30 anni, quando per puro caso (frequentando la Grande Armee di Milano, mitica associazione di giocatori di wargame la cui storia meriterebbe di essere raccontata) conobbi dei giocatori di RPG... che poi è il GDR, ma a quei tempi si poteva dire solo in inglese perché niente era stato tradotto o creato nella nostra lingua. Iniziammo uno scenario interminabile, noi pessimi giocatori ma desiderosi di scoprire ogni cosa che c'era da scoprire in questo mondo incantato, e un master non molto più esperto di noi.
Capitò che in tram riflettessi con un altro giocatore sul da farsi, visto che la sessione di gioco precedente s'era interrotta all'inizio del combattimento contro non so più quale mostro. Ci scambiammo qualche frase del tipo "io gli tiro una freccia, lui gli lancia un incantesimo, speriamo di farlo fuori subito..."
A quel punto un ragazzino in piedi vicino a noi (che eravamo sui 17 o 18, lui sui 12 o 13 anni) si volta verso di noi, corrucciato. Guardandoci più o meno con l'aria che hanno gli attori dei film americani quando dicono: "Ehi, man, qual è il tuo fottuto problema?" Ovvio, gli eravamo sembrati pazzi, anche perché parlavamo di quelle come azioni da compiere per davvero. Un momento imbarazzante, insomma.
Torniamo a pochi giorni fa... un collega parla di una attività accennando al fatto che viene monitorata da un importante dirigente, piuttosto temuto e dai modi a volte un tantino bruschi. Mi scappa un commento: "Attenti che siete sotto l'occhio fiammeggiante di Sauron..." Il collega, più o meno mio coetaneo, capisce al volo e ride, e anche gli altri presenti. Tutti a quanto pare sanno qualcosa del Signore degli Anelli, almeno a livello cinematografico/visivo, non c'è bisogno di spiegare niente a nessuno.
Insomma oggi certe cose le sanno, le riconoscono al volo tutti. Qualcosa è cambiato e ovviamente c'è stato un ricambio gnerazionale. Ma nella maggior parte dei casi questo "abbiamo vinto" è molto parziale e molto relativo. Il fantastico è stato saccheggiato dal normale, dal mainstream, e quindi la normalità ha trangugiato certi temi e certi libri, spesso uccidendo proprio ciò che di più bello e fantasioso c'era. Mentre resta il fatto che, almeno per quanto riguarda il
nostro paese, se un autore che non ha avuto la "fortuna" di essere trangugiato
dall'industria dello spettacolo era poco noto quando ero ragazzo, è poco
noto anche adesso.
Faccio un paio di esempi: le storie di sangue-sesso-potere di Game of Thrones, tra l'altro creato saccheggiando pesantemente i fatti storici della Guerra delle due Rose, saltano subito all'occhio. Non ci ho visto molto fantasy in quei libri e in quella serie TV, se non una riverniciatura. Potremmo parlare anche delle storie di vampiri trasformate in romanzo rosa, da Twilight in poi, anche se con la definizione "paranormal romance" è stato nobilitato il tutto. Della visione sempre più banalizzata, sempre più attenta al mercato e non alla storia, del Signore degli Anelli e dello Hobbit nei film di Peter Jackson. Per quanto riguarda la fantascienza potrei dire che anche Star Wars mi sembra un po' una banalizzazione e un tradimento della medesima, se non avessi il timore di essere assalito da orde di fan indemoniati.
Ovviamente non è tutto così. Sono state anche fatte delle belle cose. Ma se si va al di là di alcuni autori che conoscono tutti, ho quasi la sensazione che sia cambiato pochissimo...
Abbiamo vinto? Mica tanto.
4 commenti:
Anche io mi ero posto un quesito analogo, recentemente.
Secondo me, il fatto che ora il nerdismo è moda (vedi Big Bang Theory) aiuta.
Ma sembra che a voler rimanere del ghetto siano i nerd stessi.
La normalità è la risposta a tutto: io leggo fumetti, vedo serie tv e film ecc e nessuno mi ha mai detto niente.
Forse, io sì che ho vinto ;)
Moz-
la riprova della vittoria, per me, deriva dal fatto che prima un nerd conosceva l'intera dinastia dei Sith ma anche le leggi della termodinamica. Oggi esistono nerd che conoscono solo la cultura del fandom, senza lo strato culturale primario. E' brutto ma anche testimonianza della mondanizzazione.
E io continuo a pensare che se questa è la vittoria, non è abbastanza per me... Poi chi lo sa, forse io voglio rimanere nel ghetto (anche se non consapevolmente).
Come Bruno, non penso che si possa parlare di vittoria, semplicemente, essendo nell'Era dell'Economia, il "nerdismo" è diventata una cosa da sfruttare al massimo, perché l'unica cosa su cui ora la società non sputa sopra sono i soldi. Molti non si accorgono di questo e inconsciamente si adeguano perché far parte della maggioranza è comodo e non fa sentire fuori dalla massa.
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