Quest'anno c'è una competizione serrata per la presidenza degli USA, un evento certamente importante a livello planetario, per quanto è innegabile che esista un "establishment" dietro al Presidente che toglie molto del suo essere personaggio con grandi poteri personali, e una serie di lobbies e cricche (per chiamarle col loro nome) ce si muovono in maniera più occulta, manipolando la politica e gli uomini che la fanno a suon di quattrini. Caratteristica questa che fa degli USA una democrazia molto annacquata, il che è strano per un paese che pretende di esportarne così tanta. Non che gli Italiani abbiano da criticare molto, ovviamente. Da noi il parlamento è praticamente un teatrino dei burattini senza alcun significato reale.
Parlando di lobbies è ormai evidente che grandi industrie e finanza fanno il bello e il cattivo tempo negli Stati Uniti, superpotenza che lascia milioni di cittadini in miseria né più né meno della tanto vituperata Unione Sovietica di qualche decennio fa. È altrettanto evidente che l'andazzo imposto al pianeta intero da questi padroni del mondo pieni di soldi ha nauseato parecchia gente, anche negli Stati Uniti. Questo ha portato due fenomeni nuovi in politica: il sorgere in mezzo ai democratici (sinistra per modo di dire degli USA) di una sinistra "all'europea" personificata da Bernie Sanders, personaggio che probabilmente avrei votato, se io fossi cittadino USA e se lui fosse riuscito a scalzare Hillary Clinton per la nomination democratica, operazione che è evidentemente fallita anche se Sanders non abbandona la lotta per puntiglio, e l'ascesa fra i repubblicani (ovvero la destra-destra) di un personaggio "impresentabile" come Donald Trump, una specie di Berlusconi in quanto donnaiolo, sessista, sguaiato, protagonista di un certo modo di fare business dai connotati inquietanti (mai come in Italia, però).
Trump promette al popolo estenuato della "rust belt" (ovvero gli stati con le "fabbriche arrugginite," rovinate dalla globalizzazione) di porre barriere commerciali contro la Cina, a quelli che sono preoccupati dell'accesso di milioni di immigrati che rovinano il mercato del lavoro garantisce che creerà una specie di muraglia cinese contro il Messico, e che saranno i Messicani a pagarla. Garantisce che smetterà di spendere soldi per una politica di potenza che non porta da nessuna parte. Promesse molto altisonanti, che a mio parere potrebbe realizzare solo in minima parte, poiché vanno contro la globalizzazione, che è l'agenza dei padroni del mondo, e contro il complesso militare-industriale, che vuole soldi per i suoi giocattoli. Peraltro molti nello stesso partito repubblicano non ne vogliono sapere di queste proposte. D'altra parte, Trump vince la nomination proprio per la mancanza di idee del partito (che ormai si era ridotto a personaggi inquietanti non meno di lui, vedi Ted Cruz, Sarah Palin, Mitt Romney, il movimento Tea Party...). Mantre Trump è praticamente certo di essere il competitore dalla parte dei repubblicani, dall'altro versante i democratici ci presentano un volto molto noto...
Hillary Clinton, paladina delle femministe, che forse dovrebbero riflettere sul fatto che questa donna è una evidente "moglie di," per quanto abbia una sua propria storia politica; e comunque faccia da cartellone messa lì dall'establishment, sa soltanto riproporre le solite formule ritrite del liberismo che è buono e che fa bene a tutti (soprattutto a chi è ricco) purché condito con quattro palle progressiste su diritti delle minoranze e delle donne. In politica estera ha più o meno le stesse idee di Obama, falco vestito da colomba, premio Nobel con le mani più insanguinate della storia. Stringere d'assedio e provocare la Russia oltre ogni limite di sicurezza (a parti invertite, vi ricordate cosa minacciarono gli USA quando l'URSS voleva collocare basi missilistiche a Cuba? ripassate, se non lo sapete...). E destabilizzare i paesi arabi, creando le "primavere arabe" (un inverno di morte e terrore per un sacco di gente), un nuovo rapporto con l'Iran, invertendo i normali schemi di alleanze per creare caos e poi eventualmente approfittarne, e magari scaricarne i costi sui riluttanti alleati europei (che si sono già beccati sanzioni alla Russia, interventi da fare in Libia, crisi dei profughi). Alleati che probabilmente sorridono verde vedendo il proprio grande patrono e "primo fra pari" fare un sacco di casino che per loro è costosissimo ed estremamente destabilizzante, ma non hanno né forza militare né forza politica (né attributi virili) per contestare.
Per quanto riguarda l'economia e gli affari interni, la Clinton è ormai nota per essere entrata continuamente in contraddizione, a seconda della convenienza della situazione. Tanto fumo, ma nessuna deviazione in vista dai programmi della globalizzazione. Un po' come quando parla il partito democratico da noi...
Essendo Sanders, ovvero l'altro candidato anti-establishment, uscito di scena salvo sorprese impossibili, le possibilità di Trump sono, a mio parere, più alte di quanto non si pensi. Magari perderà lo stesso e perderà di brutto (lo davo per scontato io stesso fino a poco tempo fa), ma è l'unico rimasto a dare alla gente una speranza che cambi qualcosa, ho sentito che perfino certi sostenitori di Sanders si sono ripromessi di votare lui piuttosto che la Clinton (scavalcando quindi la fedeltà al partito). Con questo, però, non penso che possa guadagnare il voto delle minoranze, visto che le ha trattate piuttosto rudemente. Però può darsi che una buona parte dei bianchi pur vergognandosi di lui lo votino, per mettere un freno alle politiche degli ultimi anni. C'è da considerare anche un fattore "alternanza." Non è successo, recentemente, che uno dei partiti abbia vinto più di due volte di seguito, ammesso che ciò significhi qualcosa.
A mio parere se prevarrà come al solito la logica dei "poteri forti" vincerà la Clinton e dovremo sentire un sacco di fregnacce ipocrite sulla prima donna che arriva a tale posizione eccetera (ricordate Obama, il primo discorso dopo aver trionfato 8 anni fa? bello, ma stucchevole). Io ho una pulce nell'orecchio, però, che mi dice che gli umori profondi del popolo potrebbero creare qualche strana sorpresa. Siete terrorizzati dalle dichiarazioni pazzesche di Trump? State sereni. Non potrebbe poi davvero fare quello che ora sta dicendo. Almeno, non tutto.
Voi che ne pensate? Chi votereste, se poteste votare?
"Se c'è qualcuno là fuori che dubita che l'America sia un luogo dove tutto è possibile... che ancora si interroga sulla potenza della nostra democrazia, stasera è la risposta" il discorso di Obama del 2008, prima parte. Ok, ok, un nero (mezzo nero) alla Casa Bianca. Ma poi, visto dal 2016, cosa è cambiato?
... e intanto, la Clinton non vuole un dibattito televisivo con Sanders. (In inglese).
3 commenti:
La tua analisi è condivisibile. Per me, le cose non cambieranno per il meglio, a prescindere da chi sarà il vincitore. Ormai non c'è più fiducia nei politici (e come potrebbe esserci con quello che fanno?), che si alleano/hanno sostegno di poteri che hanno tanti soldi e interessi economici.
Anch'io condivido la tua analisi. Messo alle strette, tra Trump e Mrs. Clinton voterei il primo, che almeno ha il fascino di certi appuntamenti al buio, mentre con Mrs. Clinton sai benissimo dove vai a cascare.
Non credo comunque che il mondo ci guadagnerà, comunque vada a finire...
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