giovedì 3 marzo 2016

Tesseract

Questo Tesseract, di cui ho scritto poco tempo fa una recensione per Fantasy Magazine, è un gioco adatto per tutti (in effetti anche per i bambini), costa poco, si gioca alla svelta (diciamo che lo si può mettere nella categoria dei "filler") e ha una buona rigiocabilità. Inoltre lo distribuisce una casa italiana (Giochi Uniti) ed è ideato da italiani. Insomma, ce n'è già abbastanza per raccomandare di comprarlo. Praticamente gira tutto intorno a due mazzi di carte, uno dei quali (carte di intervento divino) è giocabile dai partecipanti alla partita per usare i poteri della carta e cambiare la configurazione (l'ordine dei colori) di un misterioso quadrato, composto di carte a tre per tre, al centro del tavolo.

Questo quadrato (il famoso Tesseract del titolo) è sempre composto da carte intervento divino, rosse gialle e blu. Sulle carte c'è anche il disegno di una divinità e il richiamo al potere particolare di quella carta. Tale potere può essere una mossa aggiuntiva dopo aver giocato la carta, o poter pescare delle carte in più, rubare una carta dalla mano dell'avversario, un bonus di un punto vittoria eccetera. Già... Ma perché uno dovrebbe cambiare i colori di questa formazione tre per tre in mezzo al tavolo? Ora ci arriviamo. L'altro mazzo di carte (in realtà hanno le medesime dimensioni ma il dorso è diverso) si compone delle carte dell'equilibrio, che riproducono una griglia di quadrettini colorati (tutti in grigio più un blu, un rosso e un giallo). In pratica questo "puzzle" riportato sulle carte equilibrio deve essere ricostruito dal giocatore sul quadratone centrale: quando riesce a farlo, si porta a casa i punti vittoria della carta equilibrio.


Dal mazzo dell'equilibrio si espongono sempre un certo numero di carte scoperte e visibili. Queste possono essere pescate dai giocatori come mossa del proprio turno, e sistemati sul proprio lato del quadratone magico, seguendo la direzione di una freccia. Ne consegue che ci possono essere al massimo quattro giocatori, uno per lato. E anche che ogni carta equilibrio (in effetti sono carte obiettivo) ha un significato diverso a seconda del giocatore che l'ha pescata. Una volta che la carta è schierata il giocatore deve cercare, come spiegavo prima, di completare il medesimo puzzle di colori nel Tesseract, ovvero nel quadratone 3 x 3 centrale.
A quel punto si becca i punti vittoria. Tutto chiaro, no? Almeno spero.

Il gioco è abbastanza "strategico" e coinvolgente perché ciascuno avrà interesse sia a perseguire il proprio scopo che a impedire vittorie troppo facili degli altri. Certo c'è da farsi venire un po' di torcicollo a cercare di capire le potenziali mosse dei vostri avversari, comunque questo Tesseract ha certamente di buono il fatto di essere facile da imparare ma non privo delle sue brave complessità e sottigliezze di gioco.

Una peculiarità che non ho notato quando ho recensito il gioco su Fantasy Magazine, ma che ho scoperto in seguito, è però un meno entusiasmante. Questo gioco permette di praticare un brutto vizio dei giochi da tavolo, il kingmaking. Cosa vuol dire? Il kingmaking è quel comportamento del giocatore che, spesso quando sfiduciato delle proprie possibilità di aggiudicarsi la partita, comincia a darsi da fare per sfavorire un certo avversario in particolare. Si dice kingmaker in quanto, in definitiva, pur non essendo abbastanza forte da diventare il vincitore può influenzare l'esito per gli altri giocatori. Vi posso dire che quando qualcuno gioca a farvi perdere questo Tesseract diventa un po' meno interessante, quindi vi consiglio di giocarlo con persone dall'atteggiamento maturo, che sappiano perdere e che giochino "per" la propria vittoria e non "contro" un altro giocatore.
Buon divertimento.




2 commenti:

Marco Grande Arbitro ha detto...

Non lo conosco... Me lo segno tra i giochi da provare.

Bruno ha detto...

Credo che non ti pentirai.