mercoledì 23 marzo 2016

Il Silmarillion

Parlare di Tolkien oggi... praticamente il bacio della morte, di questi tempi, in cui tantissimi schifano il fantasy (tutto, sempre, in ogni caso) e soprattutto quello ispirato a Tolkien e seguaci. Snobbare il fantasy è una fregnaccia snob, lamentarsi per l'eccessiva influenza del professore di Oxford sugli autori e sull'immaginario fantastico è un diritto (di cui mi avvalgo io medesimo), ma resto del parere che Tolkien vada conosciuto non per un obbligo di fedeltà al mostro sacro, semplicemente perché è stato un grande artista.

Di Tolkien mi sono ri-interessato in occasione di un progetto di ricerca che ha impegnato parecchio tempo e che forse vedrà la luce (io lo spero, ma quando dico queste cose di solito mi tiro una scalogna tremenda...), e ho scoperto quanto poco me lo ricordassi. Ed è impossibile per me padroneggiarlo, nel senso che sono un lettore piuttosto lento e se riesco a focalizzare bene, per esempio, la storia del Signore degli Anelli dopo la rilettura, lunga e dolorosa, avvenuta anni fa, mi accorgo che ho già perso qualche pezzo dello Hobbit... e dovrei ricominciare da capo.


Il Silmarillion è il caso limite: descrittivo e non narrativo, è sotto molti aspetti come un libro di storia con date, cartine e tutto, una storia e una teologia immaginaria, con solo qualche vicenda raccontata nel dettaglio (descrizioni, dialoghi). Tolkien ha inventato la genesi del proprio mondo, lo ha popolato di eroi e divinità, mostri e creature strane dalle motivazioni non pienamente comprensibili, e ci ha giocato scrivendo una storia con migrazioni, guerre, eroismi, tradimenti eccetera. Dopo di lui lo hanno fatto centomila, prima di lui non moltissimi, con tale dettaglio forse nessuno. Mi chiedo se l'autore, fosse vissuto un po' di più, non sarebbe diventato un avido game master di D&D. Immagino di aver bestemmiato, ma qualcosa mi dice di sì.

Nonostante anch'io mi sia inventato dei mondi per farci avvenire fatti di pura immaginazione, lo stile del Silmarillion me lo ha reso ostico alla prima lettura, quando ero ragazzo. La narrazione misticheggiante e il fatto che la comprensione non sia immediata, di questo mondo mosso da motivazioni tutte sue (niente economia, tanto per fare un esempio) lo rende molto particolare. O vuoi imparare ad amarlo ed entrarvi, o farai molta fatica a leggerlo.
Io non sono un "fanatico" di Tolkien, ma il suo mondo ho deciso di amarlo, perché è stato molto importante. Se con il Signore degli Anelli Tolkien ha avuto una tale influenza sul fantastico, certamente è per merito di tutto questo lavoro preparatorio che aveva compiuto prima (anche se poi è stato pubblicato dopo la sua morte).

5 commenti:

M.T. ha detto...

Il Silmarillion è stata la prima opera di Tolkien che ho letto: descrittiva, poetica, epica, piena di mitologia. Non ho potuto non apprezzarla, specialmente la storia di Beren e Luthien e la lotta tra Huan e Carcharoth. E' il libro che nell'adolescenza mi ha fatto conoscere il mondo tolkeniano (e Guy Gavriel Kay): in seguito sono poi venuti Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e i vari Racconti.

Sulla questione di quelli che ora schifano il fantasy e le opere di Tolkien perché così va di moda adesso (magari sono gli stessi che qualche anno fa esaltavano il fantasy e Tolkien, inneggiando a una loro ribalta, alla nascita di un movimento e una grande nuova era del genere), c'è da dire solo una parola e per educazione non verrà usata.

Bruno ha detto...

è strano, io ho letto con facilità gli altri libri, questo alla prima lettura mi è costato fatica...

M.T. ha detto...

L'inizio è un po' lento, ricorda un po' lo stile "biblico" della creazione: magari è questo che rende la lettura non immediata. Dopo, quando si comincia a scoprire di Sauron, di Feanor, del Silmarillion, le cose si fanno più interessanti.

Earwen ha detto...

Lo sto leggendo in questo periodo e devo dire che è bello, c'è molto dell'autore qui, forse più che negli altri suoi scritti.
Mi è casro perché ho letto che per la storia di Beren e Luthien si è ispirato a sé stesso e sua moglie, quindi lo prendo per com'è, senza giudizio alcuno: è un'opera nata dal suo cuore e non lo ringrazierò mai abbastanza per averla creata.
Ha gettato le basi per il Fantasy che poi ha portato a ciò che conosciamo oggi, quindi gliene sono grata.

Saluti e buona Pasqua

Bruno ha detto...

Sicuramente c'è molto della visione del mondo di Tolkien... anche se le sue Lettere sono ovviamente ancora più rivelatrici in questo senso.