giovedì 5 novembre 2015

L'horror come critica del capitalismo?

Un link per farsi due risate (tutto in lingua straniera purtroppo). Il sito è marxist.com, ma non è che voglia sparare sulla croce rossa, anzi ho sempre ritenuto che il filosofo di Treviri avesse creato un'analisi molto acuta dei problemi della società capitalista (avrebbe dovuto fermarsi lì, anziché proporre delle soluzioni). Quando però nell'anno di grazia 2015 si fa una citazione scrivendo "la società capitalista è ed è sempre stata un orrore senza fine" bisognerebbe avere il pudore di riconoscere che un ottimo esempio storico di come si possa fare di peggio ci sia venuto proprio dai paesi comunisti.


L'articolo cita diversi esempi di film dell'orrore come riflesso delle crisi sociali capitaliste periodo per periodo (durante questa, cito, agonia prolungata del capitalismo, che però a me sembra stare benissimo, dal punto di vista almeno di chi ne ricava i benefici).
Ovviamente che si tratti di problemi "sociali" o di problemi del "capitalismo," in parte ciò che scrive l'articolista rispecchia la verità, quando le analogie e i riferimenti non sono proprio tirati per i capelli. Infatti è fuori discussione che l'horror, in pellicola e nei libri, da una parte trovi ragion d'essere in reazioni emozionali innate di fronte allo stimolo inatteso o spaventoso, emozioni che lo spettatore per vari motivi può trovare piacevoli o comunque "desidera" provare, dall'altra sia un riflesso di paure/inquietudini sociali.



Purtroppo nell'articolo ci sono molte affermazioni prive di qualsiasi prova a sostegno e vere e proprie falsificazioni. Ad esempio il "boom" che l'horror avrebbe avuto a seguito della Prima Guerra Mondiale: un orrore che il capitalismo avrebbe scatenato sulla razza umana con enormi conseguenze. Non del tutto falso, ma i motivi per cui la guerra è scoppiata sono da ricercare in buona parte nell'imperialismo vecchio stile (i monarchi, più o meno assoluti e non sempre capitalisti, erano ancora a capo della maggior parte degli stati europei, sta di fatto che alla fine della guerra si contarono quattro imperi fatti fuori: austriaco, russo, tedesco e ottomano). Contrariamente a quanto scrive l'articolista (tale Mark Rahman) la rivoluzione tedesca del 1918(*) non ebbe il merito di far finire la guerra, che stava finendo in ogni caso (i Tedeschi erano alle corde e l'impero d'Austria, dissoltosi, non teneva più il loro fronte meridionale). Che i film (anni '20) Nosferatu e Il Gabinetto del Dottor Caligari simboleggino la sensazione di disagio della classe lavoratrice, che si sentiva ingannata e costretta a partecipare a un'enorme strage dalla classe dominante, viene affermato senza alcun corredo di dimostrazioni o indizi, e così per molti altri film (qui mi limito a fare l'esempio dei primi che vengono citati).

Una cosa è particolarmente interessante: il lungo elenco di film dove si parla, più o meno di riflesso, di problemi sociali e politici sottolinea se non altro la libertà di espressione che comunque in tutti questi anni si è sempre avuta, almeno nel mondo occidentale (eccezion fatta per i regimi dell'Asse che di critica sociale ne permettevano poca o niente). Nel periodo in cui i partiti comunisti hanno comandato in vari paesi del mondo, invece, non si trovano esempi di cinema horror che critica (direttamente o meno) quelle società. I casi sono due: o in quel periodo era stato realizzato il paradiso dei lavoratori o non c'era la libertà di critica. Non c'è molto da faticare per trovare la motivazione giusta.

Per una serie di ipotesi scritte da un articolista (ahimé non marxista e senza verità assolute in tasca) su perché hanno successo i film horror, suggerisco invece quest'altro link (a meno che non siate già addentro alla problematica).

(*) Nota: la rivoluzione tedesca è poco conosciuta in Italia. Si tratta di un insieme di sollevazioni di soldati e lavoratori che arrivarono molto vicino a creare un regime comunista nella Germania sconfitta subito dopo la Prima Guerra Mondiale. I socialdemocratici, tirati sia da destra che da sinistra, e che temevano forse non senza motivo di "vincere" come alleati dei comunisti, finirono in buona parte per appoggiare il fronte conservatore. Quando la parola passò alle armi la rivolta fu facilmente schiacciata e i leader, come Rosa Luxemburg e Karl Libknecht, eliminati o costretti alla fuga.




9 commenti:

Ivano Landi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Ivano Landi ha detto...
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Ivano Landi ha detto...

Non so dirti niente riguardo ai rapporti tra film dell'orrore e società capitalista o comunista, però so che molta della mia cinematografia preferita proviene proprio dai paesi del blocco sovietico. Compreso il mio horror preferito in assoluto, Valeria e la settimana delle meraviglie, che è un film cecoslovacco degli anni '70.

Bruno ha detto...

Su Amazon c'è il libro, che è dell'anteguerra... il film risulta reperibile su youtube. Mi sembra sinceramente più surreale che non horror, a una prima occhiata, ma dovrò dedicarmici un attimo con calma.

Ivano Landi ha detto...

L'horror ha molte sfumature. Più che di surrealismo parlerei però, in questo caso, di realismo magico.

M.T. ha detto...

Come dici tu Bruno, la Prima Guerra Mondiale è scoppiata per altri motivi. Vari motivi che hanno fatto scatenare il tutto: volendo si sarebbero potuti evitare, ma non si è voluto farlo. Perché? Sempre per la solita vecchia storia: si credeva di averci da guadagnare, di acquisire nuovi territori e divenire più potenti.

Il vampiro è un archetipo che accompagna l’uomo da millenni, sempre presente, e non è certo dovuto alla Prima Guerra Mondiale il suo successo.

Riporto un brano di un autore che di horror ha scritto molto e che è di una grande lucidità nel mostrare l’orrore che si cela nella realtà, dal quale si evince che l'orrore non è questione di società capitalista o comunista, ma che la società è orrore.
“Vuoi che ti dica che cosa ci insegna la sociologia a proposito della razza umana? Te lo dico in poche parole. Mostrami un uomo o una donna soli e io ti mostrerò un santo o una santa. Dammene due e quelli si innamoreranno. Dammene tre e quelli inventeranno quella cosa affascinante che chiamiamo "società". Quattro ed edificheranno una piramide. Cinque e uno lo metteranno fuori legge. Dammene sei e reinventeranno il pregiudizio. Dammene sette e in sette anni reinventeranno la guerra. L’uomo può essere stato fatto a immagine di Dio, ma la società umana è stata fatta a immagine del Suo opposto. E cerca sempre di ritornare.”
Stephen King. L’ombra dello scorpione.

Bruno ha detto...

Ho letto quel libro ma non ricordavo il brano... ;)
Quanto alla I GM non voglio deragliare dall'argomento, ma credo che sia scoppiata perché "doveva" arrivare al dunque una situazione di tensione crescente... è scoppiata anche se nessuno era veramente convinto di farla, ma s'era arrivati al punto che un bel po' di gente ha pensato tanto vale farla adesso visto che si deve fare prima o poi. La colpa non stava da una parte sola: quello lo hanno preteso i vincitori.

M.T. ha detto...

La colpa nella I GM è stati di tutti: pochi volevano evitarla, tanti pensavano di guadagnarci (pensiero che sempre ricorre nella storia umana quando si ha a che fare con una guerra). Le osservazioni dei vincitori sono forzature.
Anche le riflessioni fatte su cui si basa l'articolo mi sembrano un po' forzature: si attacca il sistema capitalistico (non lo sto difendendo, ha i suoi tanti difetti), lo si associa al vampiro (tanto per dirne una), ma il vampiro può essere associato a qualsiasi forma di potere che si basa sull'aver bisogno delle energie altrui per poter avere forza. Con questo ragionamento, tutte le istituzioni, le multinazionali, i governi, le imprese sono vampiri, perché senza gli sforzi delle persone comuni (ovvero che non hanno ruoli di potere) non avrebbero nessun potere e non esisterebbero.

Bruno ha detto...

Già, e anche i burocrati assassini di certi regimi comunisti cosa sono stati, se non vampiri?