Oggi è già una giornata di merda per i fatti suoi, visti i fatti sanguinosi di Parigi, così ci metto la ciliegina sulla torta decidendomi a parlare di una cosa di cui non avrei nemmeno voglia di parlare, tanto questo mondo mi sta facendo schifo.
È di pochi giorni fa la notizia che al World Fantasy Award hanno deciso di non usare più le fattezze di H.P. Lovecraft, il padre dell'horror moderno, nella statua del premio annuale. Motivo, Lovecraft era razzista. E lo era, sicuramente. Tra le sue ossessioni di Bianco Anglosassone Protestante l'assedio delle minoranze, questa gentaglia sordida, incomprensibile, infida, intenta a complottare contro la gente civile: in uno dei suoi racconti ne aveva anche per gli italiani, se vi fa piacere saperlo.
Ma negare il suo valore non ha senso. Condannare così, fuori contesto storico e senza alcun apprezzamento per i meriti dell'uomo e dell'artista, è tipico di quest'epoca in cui si commettono le peggiori atrocità contro l'umanità e il suo patrimonio culturale senza rendersene nemmeno conto, in nome di un falso concetto di democrazia e di un pensiero unico, un "politicamente corretto" modo di pensare che ormai è diventato asfissiante come il marxismo estremista che imperava quando ero ragazzo.
Uso una frase non mia per definire questo modo di vedere le cose: l'isteria tipica di chi non ha alcun controllo sulla propria vita, e sbraita contro qualunque cosa possa fungere da bersaglio comodo. Sì, questo è l'uomo comune della nostra era, che si illude di essere libero quando assume e ripete a pappagallo slogan, modi di essere, ideologie falsamente umanitarie, valori che gli vengono inculcati da altri.
La frase è del blogger (scrittore, editor, ecc...) Germano Greco ed è tratta da questo post sull'argomento, un valido articolo che vi consiglio di leggere in quanto 1) è meglio di quello che saprei scrivere io su un argomento che mi dà troppo sui nervi per discuterlo pacatamente e 2) lo condivido pienamente, perciò mi risparmio lo sforzo di continuare a provarci e vi invito a seguire il link.
8 commenti:
Anche Jack London era razzista. Il socialismo egualitario, che predicava a spada tratta, secondo lui era applicabile solo alla razza nordica bianca. Le altre razze erano fatte solo per essere dominate e servire. Si potrebbe cominciare col togliere i suoi libri dagli scaffali delle librerie... :)
Di Jack London ho letto solo Zanna Bianca in versione per bambini quindi non posso proprio avere una opinione informata (come artista). Le sue idee politiche, come me le presenti, per inciso somigliano un po' a quelle di Adolf Hitler. Ma della supremazia della razza nordica sono stati convinti un po' tutti i popoli ad essa appartenenti, e per un sacco di tempo. Quindi una carrettata di artisti andrebbero ora dimenticati?
Paradossalmente il razzismo è qualcosa che a noi Italiani hanno attaccato proprio loro, anglosassoni - e tedeschi - perché da era una faccenda piuttosto blanda perfino ai tempi del fascismo.
Be' vogliamo parlare di Voltaire, paladino della tolleranza, che pensava che gli ebrei dovessero espulsi dalla Francia? Mi sembrava dicesse qualcosa del tipo "non parlo di bruciarli, ma di mandarli fuori dalla Francia".
Quoto quanto hai scritto nell'articolo Bruno, a cui aggiungo che adesso la gente si fa condizionare dal giudizio altrui perché non vuole e non sa più usare la testa. London, Lovecraft e altri come uomini avevano idee criticabili? E' giusto criticarli e non essere d'accordo con loro. Ma l'artista è un altro paio di maniche e se le idee dell'uomo non traspirano nell'opera è illogico non rendere atto del valore del suo lavoro.
Adesso funziona così. Non si dà ragione a un certo tipo di persone, non le si adula, non si è simpatici, non si ha la stessa lunghezza d'onda di pensiero? Bisogna essere buttati via, distrutti, calpestati. Siamo in un periodo di presenzialismo, intolleranza, arroganza elevati, l'obiettività è andata a farsi benedire. Non piace l'uomo (o la donna) per quello che fa e dice? Si critica. Ma se quanto realizza è valido,, va riconosciuto, non infangato e distrutto. Occorre saper tenere distinte le due cose.
Prendendo un esempio italiano: Silvana De Mari ha idee politiche parecchio opinabili e più che criticabili (dato che appoggiano una linea politica che è stata dannosa e distruttiva e per la quale la popolazione pagherà per anni e che continua a far danno), ma i suoi libri (quelli che ho letto) hanno degli aspetti positivi e validi.
Non ho ancora letto nulla della De Mari e non sono abbastanza addentro alle sue idee politiche quindi non mi esprimerò in merito. Non ha senso comunque ritenere che una persona vissuta ormai quasi un secolo fa possa essere giudicata con il nostro metro. E soprattutto, per quanto riguarda il "pensiero unico," trovo odioso quell'atteggiamento per cui chiunque abbia idee non conformi alla moda nel momento sia da considerare un essere ributtante, come se si debba essere allineati e coperti con quel modo di pensare (accettarlo acriticamente) per essere degni di appartenere al genere umano.
Questa cosa del pensiero unico e dell'atteggiamento per cui chiunque abbia idee non conformi alla moda nel momento sia da considerare un essere ributtante ricorda tanto quanto ha scritto Orwell in 1984.
L'autodidatta London ha dovuto conciliare molte fedi diverse nel suo pensiero teorico: il Marxismo, il superuomo di Nietzsche, l'evoluzionismo darwiniano e la reincarnazione. Il suo pensiero è una sintesi personale di tutte queste diverse visioni del mondo.
In accordo con Ivano
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