domenica 24 agosto 2014

Under The Skin

Fantascienza? Horror? O un film semplicemente "strano?" In Under the Skin ci sono alcune scene dove l'essere "alieni" è stato reso in maniera un po' insolita ma assai ben riuscita, e alcune altre estremamente inquietanti: questi a mio parere i principali meriti del film. Ma andiamo con ordine e partiamo dal principio... Tratto dal libro omonimo di Michel Faber, il film (del 2013) è una coproduzione USA - UK con Jonathan Glazer alla regia e come interprete principale Scarlett Johansson che qui per la prima volta gira una scena di nudo integrale. Altre interpretazioni memorabili non ve ne sono e il film essenzialmente è basato su di lei.


La Johansson interpreta (ed è chiaro fin dall'inizio) un essere alieno dalle sembianze umane, che si impossessa dei vestiti e dell'apparenza di una ragazza uccisa e comincia a girare per le strade della Scozia con un veicolo, cercando di abbordare uomini che, se cedono alle lusinghe, vengono catturati in una strana trappola: un ambiente onirico in cui finiscono per sprofondare in un liquido scuro.


A collaborare con l'aliena un personaggio presumibilmente altrettanto alieno, che se ne va in giro in moto (con molta abilità, infatti è interpretato da un vero pilota) e in qualche modo veglia su di lei correggendo qualche suo errore.

Gli approcci di Scarlett agli uomini sarebbero stati, all'inizio, reali, nel senso che gli uomini che carica a bordo del suo furgone non sono attori professionisti ma gente comune filmata a propria insaputa (in pratica se la scena prometteva di essere interessante il malcapitato veniva informato di cosa ci si aspettava da lui, e se accettava si recitava il resto). Nel vagare di questa aliena assassina in cerca di vittime ci sono immagini d'impatto come pure sequenze forse noiose, ma che contribuiscono a dare un'atmosfera spettrale al film. L'aliena-Scarlett conosce i luoghi, sa guidare e sa fare conversazione ma si avverte "qualcosa che non va" nella sua freddezza quando si rapporta con gli uomini, che talvolta reagiscono con imbarazzo. Per la cronaca: nel libro gli uomini erano rapiti per essere portati in un pianeta dove sarebbero stati consumati come delizie gastronomiche, nel film tutto rimane indeterminato: nel fluido nero vengono "assorbiti" e resta solo la loro pelle.


Le scene e i dialoghi offrono ovviamente allo spettatore i momenti in cui l'aliena si confronta e probabilmente riflette sul comportamento degli umani e sulle strane situazioni che capitano, il che a volte crea qualche momento di riflessione anche se, in effetti, nella voluta inespressività della Johansson uno può leggere quello che vuole.

[SPOILER! qui anticipo alcune parti successive della trama, consiglio chi non abbia visto il film di saltare al paragrafo successivo] Ad un certo punto, dopo aver rinunciato a uccidere un ragazzo dal volto orrendamente deformato (nessun trucco, ragazzi, l'attore è davvero così...) l'aliena abbandona il furgone, cerca in qualche modo di fare esperienze umane. Cerca di mangiare una fetta di torta in un locale, ma la sputa. Prende l'autobus, si fa accompagnare da un uomo a casa di lui, si accoppia con lui o almeno ci prova, vaga per i boschi, viene alla fine scoperta per quello che è e uccisa con il fuoco mentre il motociclista non arriva in tempo per salvarla. Non so come interpretare questa seconda parte. Ci vedo del buonismo fuori luogo nel "tentativo di scoprire le sensazioni dell'umanità" visto che il personaggio umano non è, e l'empatia per gli umani non sembrava poter nascere in lei... o forse sì? In fin dei conti la recitazione impedisce di entrare davvero nella sua testa. Di fatto, comunque, poco di buono poteva venirle nel conoscere meglio l'umanità, e il rogo finale lo dimostra.[Fine Spoiler].

Rinuncio a dare una interpretazione di questo film. Rendere aliena la prospettiva umana per vederla con occhi nuovi? La curiosità della stella "aliena" di Hollywood che cala nella città scozzese a vedere come reagiscono gli indigeni? Deciderete voi. Uno potrebbe anche mollare il film a metà bofonchiando "ma guarda che roba da intellettuali del cavolo," però a mio parere questo Under The Skin in un modo o nell'altro si fa ricordare e non lascia indifferenti. Buona visione.






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