domenica 10 agosto 2014

Se per caso vi servisse un'altra opinione su Lost...

Cosa fai se ti prendi la polmonite (fuori stagione...) e devi passare una cifra di tempo a casa, ma non ce la fai a concentrarti su nulla perché stai male? Andrà a finire facilmente che affronterai una maratona televisiva. Io, avendo la possibilità di prendere a prestito i DVD in massa, ho affrontato le sei stagioni di Lost per capire, già che c'ero, cosa c'è di così tanto speciale in questa serie TV che è stata osannata per l'originalità.

A dire il vero le serie televisive, così come le serie di libri che vanno avanti fino a che lo scrittore ci guadagna o riesce a farsi venire un'idea, mi hanno sempre insospettito. Spesso sono portate avanti con idee sempre più esagerate ed esasperate, proponendo ogni momento dei cliffhanger o gettando nuova carne al fuoco senza che nemmeno gli sceneggiatori sappiano dove si andrà a parare, tanto per tenere accesa l'attenzione del pubblico. Esempi di questa tendenza: il pessimo finale di Battlestar Galactica, o (passando ai libri) la serie piantata a metà di David Gerrold, La Guerra contro gli Chtorr.



Devo riconoscere che con Lost non è andata così. Ci sono momenti dove la logica e la coerenza scricchiolano un po' (anche perché nella serie non mancano le anomalie temporali, che sono sempre problematiche) ma alla fine, che sia stata prevista fin dall'inizio o no, la serie si chiude in maniera coerente (ovviamente coerente secondo la propria logica), anche se immagino che tra gli appassionati molti si saranno posti una marea di domande che non hanno trovato risposte soddisfacenti.


L'idea di base era quella di far "perdere" delle persone su un'isola inospitale e in qualche modo irraggiungibile (sapremo solo dopo molte puntate perché) ma senza ricalcare storie già sentite (in effetti il tema è abbastanza sfruttato, da Robinson Crusoe in poi) e inserendo un tema sovrannaturale, questo voluto a J. J. Abrams, celebre geniaccio delle serie televisive (la mente dietro Alias, fra l'altro). Il fattore più importante, e che attraversa tutte e sei le serie, è lo sviluppo dei personaggi, il focus sulla loro storia personale comprese delle possibili "alternative" poiché vi sono diverse linee narrative che si intersecano. Questi elementi, nel bene e nel male, hanno avuto una grande influenza sulle serie televisive seguite a Lost, visto il successo riscontrato.

I nostri "naufraghi" non arrivano via mare ma giungono precipitando con l'aereo; quanto all'isola non è affatto deserta, vi sono degli "ostili," degli "altri," che appaiono all'inizio estremamente insidiosi, quasi onnipotenti nei confronti dei superstiti dell'aereo. A complicare le cose si scopre l'esistenza di una misteriosa organizzazione (che in realtà non esiste più, ma di cui sono in funzione ancora diverse attrezzature e installazioni), la "Dharma Initiative," che aveva condotto degli studi su certi strani fenomeni dell'isola. Ma altre due entità, un custode che si manifesta quando vuole e una creatura mostruosa che una volta era stata un uomo, sono presenti in realtà da moltissimo tempo.



Tutto questo il gruppo di superstiti lo scopre a poco a poco mentre cerca di organizzare un'esistenza sull'isola, dopo aver capito che i soccorsi non arriveranno per un bel pezzo. E dai numerosi flashback possiamo vedere la loro vita prima dell'incidente, fatti, misfatti e dolori che si ripercuotono su ciò che sono adesso. [attenzione: da qui in avanti spoiler a sangue]. Ai principali protagonisti nella seconda serie si aggiungono altri personaggi, che erano sopravvissuti nella sezione di coda dell'aereo. Moriranno quasi tutti presto. Altra scoperta della seconda serie è una delle stazioni della Dharma Initiative, dove per alcuni anni è vissuto Desmond Hume (Henry Ian Cusick), l'uomo che deve schiacciare ogni 108 minuti un bottone "per salvare il mondo." Desmond sarà un importante catalizzatore delle vicende future. Nella seconda serie inoltre uno dei protagonisti, Michael, dopo aver commesso un vile tradimento e un accordo ancor più spregevole con gli "altri" ottiene di poter lasciare l'isola assieme al figlio. Non gliene verrà nulla di buono.

La terza serie rivela finalmente qualcosa sui famosi "altri," ma per molti aspetti saranno rivelazioni anticlimatiche. Questi personaggi misteriosi e potenti diventano molto più normali. Ma alcuni di essi saranno importanti per la trama.
Arrivano finalmente anche segnali dal mondo esterno. Qualcuno da fuori sta cercando di stabilire un contatto con l'isola... ma non è per salvare i superstiti del disastro aereo: sta iniziando una specie di guerra.
Iniziano anche i flashforward: anche se non sappiamo come faranno a fuggire dall'isola, sappiamo che alcuni personaggi ce la faranno; ma nel caso di Jack (il medico, interpretato da Matthew Fox) sembra che il futuro una volta tornato a casa non sarà affatto roseo.
Nella quarta stagione si scoprirà a cosa punta la missione della nave da cui sono arrivati, con un elicottero, alcuni personaggi (in parte assai pericolosi!) e avremo un quadro più ampio di quali forze contrapposte sono in campo. I flashforward mostreranno un quadro piuttosto difficile della vita di alcuni protagonisti che sono ritornati, come Jack, alle loro occupazioni. Si comincia a capire che l'isola ha una relazione con questi personaggi: i loro problemi avrebbero dovuto essere risolti lì. Andarsene non ha risolto le cose.

La quinta serie quindi ci mostrerà questi personaggi che tornano indietro. Uno di loro (John Locke ovvero Terry O'Quinn) dopo aver fatto ogni sforzo per riunire il gruppo in realtà non tornerà vivo ma sotto forma di... cadavere, e continuerà a comparire solo perché il "mostro" dell'isola, il cui scopo è di poterla lasciare per minacciare il mondo, prenderà le sue sembianze. Le vicende della serie sono molto complesse perché alcuni personaggi faranno un salto indietro nel tempo (questo permetterà di vedere come si viveva ai tempi della Dharma Initiative) e vi saranno parecchi paradossi temporali. Arriviamo all'ultima stagione. Poiché le azioni dei personaggi creano una linea temporale alternativa per cui l'aereo che precipita nella prima serie atterra invece sano e salvo, avremo quelli che vengono chiamati flash-sideways ovvero flash di mezzo nella traduzione italiana (flash laterali sarebbe meglio). Sono una "possibile" vita alternativa dei personaggi: ad alcuni di essi succedono cose molto diverse da quelle che abbiamo visto in passato (Sawyer ovvero Josh Holloway, artista della truffa, si troverà a fare il poliziotto) mentre ad altri continuano ad andare piuttosto maluccio (Kate ovvero Evangeline Lilly sfugge al poliziotto che la scortava in aereo ma finisce comunque nei guai).



C'è lo scontro finale tra bene e male e la scelta di un nuovo "protettore" dell'isola (Jack), e nei flash-sideways abbiamo le rivelazioni, i momenti di comprensione, i momenti in cui i personaggi trovano l'amore, insomma la congiunzione delle vicende del mondo (vero? ipotetico?) in cui il disastro aereo non è avvenuto, con le vicende dell'isola in cui la missione di sconfiggere il male è finalmente compiuta. La scena finale nella chiesa, in cui Jack comprende di essere morto ma incontra tutti gli altri personaggi, è il completamento finale della storia.

Nella grande complessità e numero di attori coinvolti la serie è stata gestita abbastanza bene, e questo è un riconoscimento che non pensavo avrei concesso. Di televisione non ne vedo tantissima ma Lost, nei suoi migliori momenti, mi ha coinvolto (quasi) come i migliori momenti di Battlestar Galactica o, per restare nell'ambito delle serie televisive recenti, The Pacific. La forza principale sono i personaggi, la loro complessità, le loro vite che, grazie alle bizzarrie della trama, vediamo in tante forme, anche ipotetiche. I principali sono tutti ben azzeccati e interessanti (tranne i due coreani, a mio parere), alcuni molto inensi, alcuni odiosamente antipatici, altri eroici o simpatici. Una cosa che mi ha stupito è che parecchi degli attori di Lost, quasi tutti molto bravi, non sono in realtà particolarmente famosi. Negli USA a quanto pare trovano bravi attori a piacere, in Italia quelli decenti possono stare comodi attorno a un tavolino da caffè. Forse esagero?




4 commenti:

Fabrizio Valenza ha detto...

Per quanto mi riguarda è una delle più belle serie fantastiche degli ultimi decenni, assieme a Twin Peaks e X-files.

Bruno ha detto...

Le altre due non le ho viste quindi te la do buona automaticamente... ;)

M.T. ha detto...

Lost è stata una serie che mi è piaciuta: intrigante, ottimi personaggi, sempre con la voglia di andare avanti. Purtroppo hanno messo troppa carne al fuoco, lasciando diversi elementi non chiariti. Quindi, ottime le prime stagioni, i personaggi e le loro storie personali, con un calo quando si è dovuto tirare le fila di tutto il discorso.

Bruno ha detto...

@ M.T. penso che sia inevitabile che molti non arrivino fino alla fine, soprattutto quando si presenta una serie con così tante trovate strane da seguire. La maggior parte di quello che c'era da spiegare è stata spiegata (bene o male... ma si sa) e per questo è valsa la pena prolungare un po' il discorso.

M'è parso di vedere però certi momenti in cui si tirava in lungo senza reale necessità (ultima serie ma anche tutta la storia della nave di Mr Widmore...).