Questo film coreano (sudcoreano, ovviamente) è stato un successo per il regista Bong Joon-Ho e devo ammettere che, nel panorama dominato dalle produzioni USA basate soprattutto sulla spettacolarità e sugli effetti speciali, Snowpiercer sa offrire qualche spunto interessante di satira politica. Quello che non mi piace è come, qui come in tante altre occasioni, coerenza logica e razionalità delle premesse vadano così facilmente a farsi benedire pur di permettere alla produzione di utilizzare una certa metafora. La metafora qui è quella del treno, visto come specchio della divisione in classi. Come abbiamo nella realtà una divisione in prima e seconda classe, qui ci sono dei privilegiati e "quelli dei vagoni di coda" che vengono disprezzati e umiliati.
Il treno è stato costruito dal Signor Wilford, un ricco eccentrico industriale interpretato nientemeno che da Ed Harris, e sfrutta una tecnologia avanzata per muoversi continuamente in un percorso che permette di attraversare l'intero pianeta, e per mantenere un sistema autosufficiente che permette ai suoi abitanti di sopravvivere, alcuni bene e alcuni male o malissimo.
Sopravvivere? Già, perché il mondo è stato trasformato in un deserto ghiacciato (la trama è ispirata a un fumetto francese). A causa del riscaldamento globale si è ricorsi a un nuovo sistema che, a quanto pare, ha funzionato fin troppo bene: il tutto ci viene spiegato molto alla svelta, mostrando dei jet (in omaggio alle teorie della cospirazione sulle "scie chimiche?") che percorrono i cieli per diffondere un refrigerante artificiale. Risultato, il mondo diventa un enorme ghiacciaio. Ma alcuni si salvano: il treno prende a bordo dei superstiti e parte per un viaggio che non si può arrestare (particolare che viene affermato senza darne la spiegazione logica); gli ospiti sono fin dall'inizio separati secondo il principio che ognuno deve stare "al suo posto prestabilito." I ricchi davanti vicino alla "santa locomotiva." i poveri nei vagoni di coda. Dove sono costretti inizialmente al cannibalismo, e poi a mangiare cibo artificiale, i cosiddetti "blocchi di proteine" ricavati dalla macinazione degli insetti.
Passano diciotto anni. Ci sono state delle rivolte fallite: quelli dei vagoni di coda, che vogliono mangiare cibo normale e la cessazione delle sopraffazioni, ci hanno provato ripetutamente, ma non hanno mai raggiunto la locomotiva e sono morti. Un nuovo eroe, Curtis (Chris Evans) decide di condurre una nuova ribellione, con l'aiuto di vari amici e di un progettista che ha creato le porte che separano i vagoni e che quindi le può disattivare (Namgoong, interpretato da un attore sudcoreano). Le forze della reazione (guidate da vari sgherri e da una specie di donna ministro antipatica e pure codarda, Mason, interpretata da Tilda Swinton) ovviamente si oppongono alla rivoluzione, ma i ribelli almeno inizialmente avanzano, anche se subiscono gravi perdite.
[attenzione: in questo paragrafo qualche elemento della trama viene anticipato] Comincia così il viaggio nell'assurdo mondo del treno, che presenta un'alternanza di ambienti diversissimi: un vagone acquario, una scuola dove una maestra decisamente inquietante rimbecillisce dei poveri bambini, una discoteca, un vagone dove lavorano medici e artigiani, via via fino all'ambita meta di Curtis, la locomotiva dove risiede il Signor Wilford, l'industriale che ha fatto partire tutto il progetto. Alla fine Curtis scoprirà tante verità sgradevoli. A una dovrà credere per forza: il suo mentore, Gilliam (John Hurt), ucciso durante la rivolta, collaborava con il Sig. Wilford. A un'altra non vorrà credere: Wilford, che addirittura gli offre la propria posizione e la responsabilità di far sopravvivere l'umanità, gli spiega che il mondo del treno non può garantire benessere a tutti. Alla fine l'insurrezione procurerà un disastro (il deragliamento del treno) e non sappiamo quanti superstiti ci siano, ma la presenza di un orso polare fa capire che il mondo esterno adesso non è più del tutto inabitabile.
A parte le assurdità delle premesse che inizialmente m'avevano fatto temere il peggio, il film è piacevole per le bizzarrie di molti personaggi, ambienti e situazioni. Buone le interpretazioni degli attori e non scontato il finale. Snowpiercer è un ottimo film che mi spiace di non aver visto al cinema.
6 commenti:
Interessante: quando potrò gli darò un'occhiata.
E' uscito il DVD da poco...
letta la recensione: bisogna rimediare al più presto
assolutamente!
Non ho mai avuto la polmonite ma penso che se l'avessi poi scriverei meglio
Meglio? guarda, verificherò e ti saprò dire...
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